Diario
– Anne Frank -
recensione a cura di Luana paladino
Il
diario di Anne Frank è stato per me il libro che ha sancito il mio passaggio da
bambina ad adulta, di cosa parlasse aveva poca importanza, ma l’unica cosa che
contava era che mia madre aveva detto: - Si.-
Potevo
leggere un libro senza illustrazioni e soprattutto che non aveva scritto a
lettere cubitali nel titolo la parola favola o fiaba. Avevo otto anni e la
consapevolezza che stavo crescendo, avevo fatto un passo in avanti anche grazie
a questo libro. Ammetto che un aiutino lo avevo usato:
-La
maestra ha consigliato questo libro come lettura estiva, dice che è molto interessante
ed educativo. -
Parole che avevo sentito usare dagli adulti, e
trovandole belle, con un suono e un significato altisonante avevo fatto mie. Come si rivelò subito fin dalle prime pagine
quella lettura avrebbe condizionato il mio modo di vedere il mondo per il resto
della vita e di questo non posso altro
che essere grata alla piccola Anne Frank che ha raccontato il suo orrore al
mondo, seppur in modo Inconsapevole ci lascia una testimonianza che non ha
prezzo, scritta con la leggerezza di una ragazzina che spera nel domani e che
vive, seppure in modo anomalo, i turbamenti adolescenziali e non potrà
mai crescere, ma rimarrà intrappolata nel dolore e nella nostra memoria per
sempre.
Ciao
Kitty, scrive confidandosi al suo diario che chiama per nome restituendo una
dignità alla semplice carta bianca. Tua Annie si firma alla fine di ogni
lettera salutando la sua confidente immaginaria.
Soltanto
qualche anno dopo avrei capito e vissuto ogni frase, parola di quel libro
dandogli il valore prezioso che meritano
Il
diario di Anne Frank è stato il compagno che ha afferrato la mia mano e mi ha
indicato la via, avevo lasciato le favole per intraprendere il mio cammino nella
lettura ‘vera’ ed ero fiera orgogliosa di me per il cambiamento che
stava avvenendo.
Rileggendolo
oggi il mio pensiero è di altra natura, penso a una bambina che non avrà mai la
felicità di poter diventare donna e penso agli argomenti adolescenziali di cui
scrive che non potrà mai vivere appieno, confinata nel suo rifugio;
L'orrore
e la guerra hanno segnato chi c’era e pure chi non era ancora nato perché la
memoria è l'arma più potente che abbiamo a nostra disposizione, ci permette
attraverso gli errori fatti di saper riconoscere la strada giusta da percorrere
per far sì che questo non succeda più. Le testimonianze scritte ci lasciano un
patrimonio immenso sul quale riflettere e andare avanti imparando dagli errori
fatti per non ripeterli mai più.
Aprire questo libro e avere la fortuna di poter leggere le sue
pagine è un privilegio che riesce sempre a commuovermi, rivivo i suoi gesti, immagino
le sue piccole mani, mani di una ragazzina minuta, muoversi, la penna stretta fra
le dita, i capelli che le cadono sulla fronte quando si piega sulle pagine del
suo diario per scrivere e, in quel momento io sono Anne. Decine di bambini sono
Anne, di uomini, donne, popoli interi sono Anne e persino noi figli del
benessere che mangiamo nei fast food e viviamo riparati al caldo incollati al
nostro smartphone siamo Anne Frank.
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