RUBRICA: CACCIA ALLE STORIE- AVVENTURE TRA LE PAGINE PER
RAGAZZI CURIOSI
romanzi segnalati e recensiti da Elisa Caccavale
Skellig – David Almond -
Per il consiglio di letture per ragazzi di questo mese ho
deciso di leggere un romanzo che non avevo ancora affrontato, nonostante sia
ormai datato (1998) e diventato molto famoso: sto parlando di Skellig,
libro d’esordio di David Almond, ora autore indiscusso nel panorama
dell’editoria per ragazzi. Credevo di andare sul sicuro con un testo così noto
e spesso portato a modello ed esempio, al punto da essere stato uno dei tre
testi scelti dalle edizioni Mondadori Scuola per la nuova collana “lettura al
centro” con percorsi WRW, ma in realtà la scintilla tra me e Skellig non
è scattata. Ma procediamo con ordine.
La vicenda narra la storia del giovane Michael che si è
appena trasferito con la famiglia in una casa nuova e piuttosto fatiscente;
Michael scopre che nel garage si nasconde una creatura magica e misteriosa di
nome Skellig che sembra un uomo anziano e malato, ma che in realtà nasconde una
grande rivelazione: ha le ali. Così Michael e la sua nuova amica Mina iniziano
a stabilire un rapporto e un legame con questa strana creatura triste e
sofferente e tutto questo cambierà la loro vita. Tutto ciò mentre Michael e la
sua famiglia affrontano la sfida più grande: sapere se la sorellina del
ragazzo, nata prematura, riuscirà a sopravvivere.
Il punto di forza di questo romanzo risiede sicuramente
nell’originalità: David Almond ha scardinato una delle immagini più iconiche e
consuete della nostra tradizione occidentale (ma non solo), cioè quella
dell’angelo, immaginato come una figura eterea e pura, trasformandolo in una
creatura caduta, sofferente, a tratti rivoltante. Questo aspetto, insieme
all’ansia generata per la sorte della bambina (un altro aspetto positivo del
romanzo è la tensione e l’attesa che l’autore ha generato intorno a questa vicenda)
fa di Skellig un romanzo disturbante, forte, che scardina le
certezze e le consuetudini e mette il lettore di fronte al messaggio che la
vita e l’esistenza sanno essere anche brutali. Skellig si fa
però portatore anche di un bel messaggio sull’accoglienza, sull’accettazione,
sull’importanza dell’aiuto reciproco.
Ho ravvisato, però, anche alcuni aspetti negativi.
Per prima cosa il romanzo, pur essendo breve, scorre
piuttosto lento, soprattutto considerando che si tratta di una lettura per
ragazzi: di fatto in questo romanzo non succede praticamente nulla, è costruito
tutto sulla tensione dell’attesa per la sorte della bambina, sui dialoghi e
sulle continue visite di Michael e Mina a Skellig nel garage. E se questo può
andar bene per lettori esperti, presenta il rischio di annoiare un lettore alle
prime armi.
Secondo aspetto che mi ha lasciata perplessa: le
motivazioni. Michael e Mina rimangono immediatamente ammaliati e affascinati da
Skellig, che però viene presentato dall’autore come una creatura sporca,
dall’odore sgradevole, che compie azioni tipiche del mondo animale e che per
due ragazzini potrebbero apparire rivoltanti, invece loro provano nei suoi
confronti un’attrazione quasi gravitazionale che si dimostra anche attraverso
gesti di vicinanza fisica. Tutto questo senza però che il perché di questa fascinazione
venga mai spiegato; il lettore può darsi le sue risposte, ma il testo non guida
in nessuna interpretazione e nessun aiuto a supporto delle ipotesi che il
lettore farà.
Infine, altro punto che non mi ha convinto: troppi
irrisolti. Di fatto alla fine il lettore viene salutato dai personaggi senza
che nulla sia stato veramente spiegato, davvero chiarito; la conclusione come
si può facilmente dedurre resta in buona parte aperta e gli interrogativi che
si sono sviluppati leggendo restano tali.
Pertanto: consiglierei Skellig a dei
giovani lettori? Ni.
Sicuramente se si stratta di un libro letto e riproposto dal
1998 è evidente che ha da dire ai giovani lettori: i messaggi sono forti, lo
stile è asciutto e pulito, c’è l’immedesimazione con i protagonisti (sia per
l’età che per le tematiche e le difficoltà che devono affrontare), c’è una
buona resa della psicologia dei personaggi (soprattutto di Michael e del suo
tormento interiore), ma prima di approcciarne la lettura è bene essere
consapevoli di quello a cui si va incontro, come scritto prima: c’è da aspettarsi
un libro con poca azione, con poche risposte e tanti dubbi, oltre a trattare
temi difficili (quali la morte, il dolore e la malattia) e i messaggi veicolati
sono da cercare con attenzione, non emergono facili e lampanti e il giovane
lettore dovrà essere capace di porsi domande per capire a fondo il testo.
In definitiva: non esattamente consigliato bensì piuttosto
proposto, ma solo a lettori forti e capaci di porsi domande e fare inferenze;
ad ogni modo per una lettura autonoma personalmente lo ritengo adatto dai
quattordici anni in su se si vogliono apprezzare tutti i contenuti e non solo
soffermarsi ad un primo livello superficiale.
genere: narrativa per ragazzzi
anno di pubblicazione: 1998
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