mercoledì 26 giugno 2024

RUBRICA: CACCIA ALLE STORIE - SKELLIG

 




RUBRICA: CACCIA ALLE STORIE- AVVENTURE TRA LE PAGINE PER RAGAZZI CURIOSI
romanzi segnalati e recensiti da Elisa Caccavale


Skellig – David Almond -

Per il consiglio di letture per ragazzi di questo mese ho deciso di leggere un romanzo che non avevo ancora affrontato, nonostante sia ormai datato (1998) e diventato molto famoso: sto parlando di Skellig, libro d’esordio di David Almond, ora autore indiscusso nel panorama dell’editoria per ragazzi. Credevo di andare sul sicuro con un testo così noto e spesso portato a modello ed esempio, al punto da essere stato uno dei tre testi scelti dalle edizioni Mondadori Scuola per la nuova collana “lettura al centro” con percorsi WRW, ma in realtà la scintilla tra me e Skellig non è scattata. Ma procediamo con ordine.

La vicenda narra la storia del giovane Michael che si è appena trasferito con la famiglia in una casa nuova e piuttosto fatiscente; Michael scopre che nel garage si nasconde una creatura magica e misteriosa di nome Skellig che sembra un uomo anziano e malato, ma che in realtà nasconde una grande rivelazione: ha le ali. Così Michael e la sua nuova amica Mina iniziano a stabilire un rapporto e un legame con questa strana creatura triste e sofferente e tutto questo cambierà la loro vita. Tutto ciò mentre Michael e la sua famiglia affrontano la sfida più grande: sapere se la sorellina del ragazzo, nata prematura, riuscirà a sopravvivere.

Il punto di forza di questo romanzo risiede sicuramente nell’originalità: David Almond ha scardinato una delle immagini più iconiche e consuete della nostra tradizione occidentale (ma non solo), cioè quella dell’angelo, immaginato come una figura eterea e pura, trasformandolo in una creatura caduta, sofferente, a tratti rivoltante. Questo aspetto, insieme all’ansia generata per la sorte della bambina (un altro aspetto positivo del romanzo è la tensione e l’attesa che l’autore ha generato intorno a questa vicenda) fa di Skellig un romanzo disturbante, forte, che scardina le certezze e le consuetudini e mette il lettore di fronte al messaggio che la vita e l’esistenza sanno essere anche brutali. Skellig si fa però portatore anche di un bel messaggio sull’accoglienza, sull’accettazione, sull’importanza dell’aiuto reciproco.

Ho ravvisato, però, anche alcuni aspetti negativi.

Per prima cosa il romanzo, pur essendo breve, scorre piuttosto lento, soprattutto considerando che si tratta di una lettura per ragazzi: di fatto in questo romanzo non succede praticamente nulla, è costruito tutto sulla tensione dell’attesa per la sorte della bambina, sui dialoghi e sulle continue visite di Michael e Mina a Skellig nel garage. E se questo può andar bene per lettori esperti, presenta il rischio di annoiare un lettore alle prime armi.

Secondo aspetto che mi ha lasciata perplessa: le motivazioni. Michael e Mina rimangono immediatamente ammaliati e affascinati da Skellig, che però viene presentato dall’autore come una creatura sporca, dall’odore sgradevole, che compie azioni tipiche del mondo animale e che per due ragazzini potrebbero apparire rivoltanti, invece loro provano nei suoi confronti un’attrazione quasi gravitazionale che si dimostra anche attraverso gesti di vicinanza fisica. Tutto questo senza però che il perché di questa fascinazione venga mai spiegato; il lettore può darsi le sue risposte, ma il testo non guida in nessuna interpretazione e nessun aiuto a supporto delle ipotesi che il lettore farà.

Infine, altro punto che non mi ha convinto: troppi irrisolti. Di fatto alla fine il lettore viene salutato dai personaggi senza che nulla sia stato veramente spiegato, davvero chiarito; la conclusione come si può facilmente dedurre resta in buona parte aperta e gli interrogativi che si sono sviluppati leggendo restano tali.

Pertanto: consiglierei Skellig a dei giovani lettori? Ni.

Sicuramente se si stratta di un libro letto e riproposto dal 1998 è evidente che ha da dire ai giovani lettori: i messaggi sono forti, lo stile è asciutto e pulito, c’è l’immedesimazione con i protagonisti (sia per l’età che per le tematiche e le difficoltà che devono affrontare), c’è una buona resa della psicologia dei personaggi (soprattutto di Michael e del suo tormento interiore), ma prima di approcciarne la lettura è bene essere consapevoli di quello a cui si va incontro, come scritto prima: c’è da aspettarsi un libro con poca azione, con poche risposte e tanti dubbi, oltre a trattare temi difficili (quali la morte, il dolore e la malattia) e i messaggi veicolati sono da cercare con attenzione, non emergono facili e lampanti e il giovane lettore dovrà essere capace di porsi domande per capire a fondo il testo.

In definitiva: non esattamente consigliato bensì piuttosto proposto, ma solo a lettori forti e capaci di porsi domande e fare inferenze; ad ogni modo per una lettura autonoma personalmente lo ritengo adatto dai quattordici anni in su se si vogliono apprezzare tutti i contenuti e non solo soffermarsi ad un primo livello superficiale.


genere: narrativa per ragazzzi

anno di pubblicazione: 1998

 


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