Il giudice e il suo boia - Friedrich Dürrenmatt
Se
si pensa alla Svizzera la mente corre banalmente al cioccolato, agli orologi e
alla neutralità. Friedrich Dürrenmatt è
svizzero, non so se ama il cioccolato, se sia più o meno puntuale, ma fa un uso
della neutralità particolare. Da entomologo descrive l’animo umano senza
dettagliate analisi psicologiche o complesse deduzioni, elimina tutto il
superfluo e si limita, attraverso dialoghi molto efficaci, a fornire piccoli
indizi che confondono il lettore, indotto a seguire una verità giudiziaria
lontana dalla realtà. Il suo linguaggio è preciso, asciutto, rigoroso come
quello di Sciascia.
La
vicenda raccontata in questo libro parte da una alcolica discussione, mutata
poi in una orrenda scommessa fatta a Costantinopoli tra un commissario di
polizia, Bärlach, e un avventuriero nichilista, Gastmann: esiste il delitto
perfetto? Per vincere la scommessa Gastmann, vero demone dostoevskijano, getta
uno sconosciuto nel Bosforo. La sfida continua per quarant’anni, sempre a
favore di Gastmann fino all’uccisione dell’ispettore Schmied della polizia di
Berna, città dove Bärlach è nato. Potrebbe essere l’ultima occasione per
l’ispettore, ormai rimasto solo, anziano e malato, per stanare finalmente
l’avversario.
Dürrenmatt
tesse una tela vischiosa per il lettore dove vittima e carnefice, giudice e
imputato, boia e imputato e alla fine giudice e boia si legano e si mischiano
creando fraintendimenti fino a un finale sconcertante a conclusione di una
perfetta macchina narrativa.
I
temi affrontati dall’autore sono principalmente due: il male e la giustizia al
di là delle conclusioni giudiziarie nella ricerca del colpevole.
Il
male che, pur non ammettendolo, oltre ad atterrire, attrae, senza riuscire a
spiegarlo se non constatandone l’esistenza. Bärlach che ha creato il mostro
quarant’anni prima, si immerge nell’indagine, non per scoprire la verità, ma
per assolversi dal peccato originale. Si assume il ruolo di Dio e pone al
lettore davanti al dilemma se sia giusto giudicare secondo le leggi o secondo
la misura dell’uomo su una intera esistenza. La partita che si gioca tra
Bärlach e Gastmann prevede solo l’annientamento dell’avversario e la vittoria
non contempla la condanna del colpevole ma la vittoria sul nemico. Un trionfo
della giustizia ambiguo e imperfetto com’è in quasi tutti i libri di Dürrenmatt
dove è difficile capire quale sia il confine tra giustizia e verità.
Genere: Narrativa
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