giovedì 31 agosto 2023

E TUTTO DIVENNE LUNA

 




E TUTTO DIVENNE LUNA - Georgi Gospodinov -

Recensione di Miriam Donati

 Il titolo del libro indica da subito quanto sia immaginifico l’autore. Ci si chiede cosa possa significare prima, durante e alla fine, perché il racconto da cui prende il titolo è l’ultimo dei diciannove che lo compongono. È il luogo in cui finisce tutto ciò che abbiamo perduto. E nel libro è proprio questo.

Gospodinov colpisce il lettore con sarcasmo, ironia e spietatezza. E soprattutto turba con una prosa particolare, con suggestioni al limite dell’assurdo, impossibili da catalogare in un genere definito tra controsenso e poesia

Lo stile è affascinante, capace di descrivere le scene più inverosimili con candore e quelle più macabre con distacco, in una mescolanza che alterna dolcezza e sgomento per i modi imprevedibili in cui si sviluppa l’esistenza.

Incalzato sia dalla scrittura, sia dall’originalità, il lettore è costretto a divorare i racconti senza fermarsi. Il finale arriva in tutti come una folgorazione, ma senza sollievo, anzi, che sia drammatico o sarcastico, la sensazione di angoscia rimane invariata.

Al centro di tutte le trame delle diciannove storie c’è sempre l’ossessione incalzante di un tempo che sta per scadere e l’idea di una fine che sembra la conseguenza estrema della fragilità della condizione umana. Storie di vita quotidiana di persone in crisi con se stesse, narrazioni di vite che lottano contro quelli che sono i mali di tutti: la solitudine, e i vari tentativi per sfuggirla, la malinconia, la memoria, l’assenza, l’incertezza e l’inevitabilità degli eventi, la paura di vivere, della povertà, di non essere amati.  

Ogni racconto è dramma e commedia insieme che si combinano secondo variabili originali, per dare vita a un puzzle di vite apparentemente casuale e scoordinato con un fil rouge comune: la consapevolezza che gli eventi non possono essere controllati e che il mondo potrebbe finire da un momento all’altro, in modi per di più impensabili a prescindere che si sia nella Bulgaria comunista o nell’Italia attuale. In ogni racconto bastano a volte un paio di righe per colmare il divario culturale e sociale, linguistico e mentale, e ci si ritrova in un altro mondo, un altro modo di narrare: inquietante e attraente insieme.

genere: narrativa

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