Regio crimen – AA.VV.
recensione a cura di Monica Manino
Scrivere racconti non è semplice. Molto più facile
cimentarsi in un romanzo. Perché condensare in poche pagine una storia,
delineare personaggi, costruire un mistero e il suo disvelarsi è davvero
un’impresa complessa.
Eppure gli autori del collettivo Torinoir presenti in questa
raccolta ci sono riusciti. E bene anche.
I racconti, alcuni scritti a quattro mani, altri da un’unica
penna, alzano il sipario su una Torino quasi spettrale; aprono le porte di un
teatro Regio, luogo simbolo della città, per una volta spettatore di tragedie
concrete.
Sembra di sentirle le arie d’opera risuonare nei
sotterranei, sul palco, in galleria, fin su, sui tetti della città, sotto quel
Cielo che da sempre osserva il capoluogo sabaudo con rispetto e distacco.
Ed è proprio così, tra le note, che il confine tra fantasia
e realtà, vita e finzione si fa confuso.
Riascolteremo la voce della divina Callas. Osserveremo
giovani dissidenti tentare di dare voce al loro disagio. Ci commuoveremo di
fronte al dolore di una donna tradita, di una madre ferita. Seguiremo polizia e
amici cercare di far luce sulla morte sospetta di uno scrittore. Ci stupiremo
quando la verità sulla fine di un addetto alle scenografie verrà svelata. Sarà
difficile rimanere indifferenti di fronte ad un ragazzo di 17 anni, a una
poliziotta e al loro muto dialogo. Il cuore perderà un battito nel leggere di
una sottile vendetta che cela soltanto la fragilità di chi ha molto amato. E
infine saluteremo Marco G. Dibenedetto non prima però di averlo ascoltato
ancora una volta.
Perché nessuno di coloro che se va scompare del tutto.
Ognuno resta e vive nel ricordi di chi ha conosciuto ed amato.
Questa raccolta di racconti noir voluta fortemente da Marco
e concretizzata dai suoi più cari amici e colleghi vuole proprio colmare la
distanza tra loro e lui. E’ una dichiarazione straordinaria di amicizia e
vicinanza a chi è scomparso e ai suoi cari.
Ma è anche un dono prezioso per i lettori che attraverso
parole e frasi rivivranno una particolare sensazione, sentiranno risuonare
l’eco di un’emozione, ritroveranno se stessi.
Ogni pagina parla al nostro IO più profondo ricordandoci che
non sempre l’assassino è il vero colpevole, che ciascuno di noi ha sofferto per
qualcuno o qualcosa ma allo stesso tempo ha procurato dolore o fastidio ad
altri con un atteggiamento o con parole magari non dette.
Questa è infine l’essenza del noir che assomiglia molto più
di ciò che crediamo alla vita.
L’invito è a leggere REGIO CRIMEN per diletto, per
riscoprire noi stessi, per incontrare e conoscere autori bravissimi, per avere
accesso al teatro Regio di Torino da spettatori privilegiati ma soprattutto per
sussurrare alla famiglia e al figlio in particolare, cui andranno i diritti
d’autore, quanto Marco sia stato amato.
Buona lettura
genere: racconti gialli
anno di pubblicazione: 2025
Nessun commento:
Posta un commento