Il punto del punto zero – Grazia Favata -
recensione a cura di Patrizia Zara
"Parto da me, dal punto più piccolo che possiedo."
Questo paradossale periodo rappresenta l'occasione ideale per intraprendere un
viaggio, forse il più difficile, che spesso abbiamo rimandato: dentro e intorno
a noi stessi.
Così come per una corretta respirazione dobbiamo imparare a inspirare ed
espirare con equilibrio, allo stesso modo è necessario bilanciare l'Ego con
l'AlterEgo, l'io con il noi. Per farlo, occorre un'attenta e disincantata
introspezione che ci permetta di raggiungere una sincera e autentica
estrinsecazione dei nostri pensieri, emozioni e sentimenti, liberati da
maschere involontarie o, peggio, imposteci (ahi, ahi, caro Pirandello, quanto è
difficile!).
E allora partiamo dal punto zero, o meglio dal "Punto del Punto
Zero", perché è proprio il punto più piccolo che ci consente di esplorare
dentro di noi. Un viaggio depurato da manipolazioni e condizioni esterne,
alleggerito di bagagli inutili e superflui accessori.
Il "Punto del Punto Zero", perché da questo punto si decolla nudi,
proprio come gabbiani posati su uno scoglio che guardano verso il mare,
concentrati solo sui propri interni, sui tratti essenziali della nostra natura,
prima di riprendere il volo verso nuove direzioni.
So che molti si chiedono come sia possibile esplorare se stessi quando si è
oppressi dalle necessità primarie. Vi dico però che solo attraverso una
conoscenza profonda di sé stessi si possono validamente perseguire le lotte
sociali per il riconoscimento dei diritti propri e altrui.
"Sì, è vero... noi siamo un concentrato di bisogni mal soddisfatti e di
desideri mai realizzati, costretti ad assecondarli ma..."
Buona lettura!
genere: saggio
anno di pubblicazione: 2013
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