Un cappello pieno di ciliege - Oriana Fallaci
"Non so arrendermi al fatto che per vivere si debba morire, che vivere e
morire siano due aspetti della medesima realtà, l'uno necessario all'altro,
l'uno conseguenza dell'altro. Non so piegarmi all'idea che la Vita sia un
viaggio verso la Morte e nascere una condanna a morte. Eppure l'accetto. Mi
inchino al suo potere illimitato e accesa da un cupo interesse la studio, la
analizzo, la stuzzico. Spinta da un tetro rispetto la corteggio, la sfido, la
canto, e nei momenti di troppo dolore la invoco."
Un libro impegnativo, partorito con la determinazione di immortalare la storia
di una donna consapevole di essere giunta al capolinea. Scritto con il forte
desiderio di scavare per capire le proprie radici, gli intrecci del destino, i
giochi del fato, la volontà di esistere nel tempo.
“Un cappello pieno di ciliege”, il romanzo incompiuto di Oriana Fallaci, ci
conduce attraverso le pieghe dell’albero genealogico della scrittrice,
intrecciando storie di vita e passione. La narrazione si snoda tra il 1773 e il
1889, un periodo ricco di avvenimenti storici di un certo rilievo.
È un romanzo di popoli, l'insieme delle storie individuali, l'insieme di verità
documentate, lo sciame di bugie bianche, immaginazione, fantasia, è la potenza
della scrittura, è lo stile di pregiata fattura. “Un cappello pieno di ciliege”
è il sunto di una vita di una donna impegnativa, non superficiale, che ha
pensieri propri e ama anche con il cervello oltre che con il cuore perché le
sue radici sono costituite da donne forti e coraggiose e da uomini che hanno
lottato per gli ideali di libertà e indipendenza.
È il “figlio” legittimo, voluto, desiderato di una donna che è stata
protagonista storica, giornalista nelle vesti di inviata speciale di guerra,
attivista politica e scrittrice. Forte, determinata e passionale.
Con una scrittura accurata e nel contempo coinvolgente, Oriana ci trasporta nel
passato lungo quattro rami familiari e con la sua penna arguta e graffiante non
solo disseppellisce i fantasmi che gli hanno permesso di esistere facendoli
diventare leggendari, ma riesce a mette a nudo in maniera intelligente tutte le
ingiustizie, gli abusi, i vizi, le ipocrisie di una società pagana e religiosa
che non è mai cambiata perché è l'essere umano che non vuole cambiare. Inferno
e Paradiso, punizione e premio in un mondo che non è altro il Purgatorio dei
poveri.
“La gente fa sempre così. Rimpiange il passato come se il passato equivalesse
al concetto del bene e odia il presente come se il presente equivalesse al
concetto del male: volutamente ignorando che nel passato facevano lo stesso.”
Una saga dove tutto si incastra benissimo come pezzi di un puzzle e dove molti
di questi pezzi sono persone che non hanno menzione nei libri di storia ma che
della storia sono stati protagonisti.
Molti lo definiscono un polpettone, un passato fossile, uno stile vagamente
pseudostorico, un'evidente manipolazione della realtà. Un malloppone
completamente inutile.
Accettando con riserva questi pareri negativi, effettivamente ci sono momenti
pesantucci, è innegabile la capacità della scrittrice nel ricostruire senza
sbavature il suo albero genealogico attraverso regioni d'Italia, nazioni e
secoli camminando con grande abilità sul filo di un’immaginazione e di una
fantasia che emerge dal sentimento sincero di credere che quelle vite di cui
possiede i cromosomi sono state tutto sommato dei capolavori.
Tutto combacia alla perfezione.
Del resto, che dirvi, le donne forti, che si inchinano alla passione e che
credono nei propri ideali, o si amano o si odiano. Non esiste via di mezzo. La
mediocrità lasciamola a chi adora i lecca lecca indipendentemente dai gusti.
N.B. Fino alla metà del secolo scorso ha avuto una certa diffusione la grafia
ciliege (latino *cereseae). La si ritrova ancora nel titolo dell’ultimo romanzo
di Oriana Fallaci, pubblicato postumo: Un cappello pieno di ciliege. In questo
secondo caso, la scelta si dovrà o alla formazione linguistica della scrittrice
(nata nel 1929) o all’ambientazione storica del romanzo, dato che l’espressione
proviene da una lettera che s’immagina scritta nel Settecento.
genere: narrativa
anno di pubblicazione: 2008
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