lunedì 15 gennaio 2024

SOLEDAD

 



Soledad - Maurizio De Givanni

recensione a cura di Edoardo Todaro


Colpisce subito, fin dalle prime righe in lettura. SI PUO’ ESSER SOLI ANCHE SE SI STA IN MEZZO AGLI ALTRI. Sarebbe sufficiente questa frase per introdurci in questa nuovo incontro con il commissario Ricciardi della regia questura. Tra l’altro non solo con lui, ma anche con tutti coloro che, in passato, sono stati in sua compagnia, come Nelide, Bianca, Marta, il brigadiere Maione con i suoi figli, che ha un rapporto con Ricciardi come tra marito e moglie, che si capiscono, dopo tanto vivere insieme, con un cenno, che considera picchiare i fascisti un simpatico passatempo;  il dottor Modo antifascista che ha in antipaia il collega Severi in quanto ritenuto presunto confidente,che si è speso al servizio del prossimo; i ricordi della moglie Enrica e Bambinella con le sue amiche, i femminielli, che sono parte della comunità.  A questi si aggiunge il vicequestore Angelo Garzo con la moglie Rachele che deve fare fronte al proprio modo di considerare il regime, se prima ne provava simpatia, questa sparisce nel momento, con le leggi razziali, si sente messo in pericolo non solo per la propria carriera, ma soprattutto per l’incolumità dei propri cari, e l’avvocato Catello De Nardo: chi difende vince; Gaspare, l’operaio del cementificio schierato dalla parte di chi è sfruttato, e che per questo “sparisce”.  Alle porte? Il Natale, con il suono delle zampogne,forse l’ultimo Natale di un’epoca al tramonto per approdare verso un futuro pieno di incognite;  l’Italia che, dopo essersi costruita ad hoc l’impero con le conseguenti sanzioni internazionali,e le leggi sulla razza, si avvia all’entrata in guerra;situazioni che non possono che produrre insofferenza popolare che ha come obiettivo niente meno che la rivoluzione;  l’insicurezza del muoversi a piedi per i funzionari  e per le  forze dell’ordine in una città nella quale le comunicazioni viaggiano di balcone in balcone,di vicolo in vicolo, con il caffè che in realtà è un surrogato di quello che in realtà dovrebbe essere, e se il caffè è un surrogato ci sono sempre i cinguli ( gli spaghettoni fatti a mano e preparati nel brodo di maiale ). Quanto descritto possiamo ritenerlo il contesto nel quale prende piede il ritrovamento di un cadavere sul quale il regime impone il silenzio, come su tutto quanto possa essere elemento di difficoltà nel preservare la facciata di tranquillità. Il commissario Ricciardi che nonostante le proprie difficoltà, si assume l’onere del primo contatto con la scena nella quale è avvenuta la morte violenta. Ricciardi e Garzo due modi opposti di muoversi nell’indagare in casi complessi. Ma se tutto questo è vero, non possiamo eludere il fatto che è la solitudine la protagonista di queste pagine, con la difficoltà di gestirla e farci i conti, e puoi farci i conti il giorno, ma è la sera che è il momento peggiore. Anche in questo caso De Giovanni conferma tutto il bene che ci ha fatto conoscere a proposito del commissario Ricciardi e di Napoli.

genere: giallo

Anno di pubblicazione: 2023

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