martedì 17 giugno 2025

AL DI QUA DEL FIUME

 




Al di qua del fiume - Alessandra Selmi -

recensione a cura di Elisa Caccavale


“Al di qua del fiume” di Alessandra Selmi (Nord edizioni, 2022, 496 pagine) è un romanzo che cattura il cuore fin dalle prime pagine, un’opera che mescola magistralmente la precisione storica alla forza della narrazione emotiva. Ambientato tra il 1877 e l’avvento del fascismo, racconta la nascita e l’evoluzione del villaggio operaio di Crespi d’Adda, oggi patrimonio UNESCO, e lo fa con rara profondità emotiva e grande cura stilistica.

 Il libro racconta la straordinaria vicenda del villaggio dove un imprenditore illuminato, Cristoforo Crespi, decide di costruire non solo una fabbrica ma un'intera comunità, un luogo dove il lavoro possa convivere con la dignità e la speranza. Attorno a lui si muove un’umanità vivida, fatta di operai, mogli, bambini, sogni infranti e desideri che resistono anche nella polvere del cotonificio. Il vero miracolo del romanzo sta nella capacità dell’autrice di rendere ciascun personaggio indimenticabile: non ci sono comparse, ma anime vere, complesse, fragili e forti allo stesso tempo. In particolare, Emilia – giovane figlia di un operaio – emerge come figura luminosa, testimone silenziosa e partecipe della trasformazione di un mondo. Il suo legame con Silvio Crespi, figlio del fondatore, è narrato con una delicatezza e una profondità rare, mai retorica, sempre vibrante di emozioni autentiche.  Ma altrettanto forti sono anche gli altri personaggi, ognuno caratterizzato con grande precisione e inserito nel fiume della Storia in modo coerente e credibile.

Lo stile della Selmi è insieme elegante e diretto, capace di dipingere atmosfere dense con pochi tratti essenziali: la nebbia sull’Adda, il clangore delle macchine, il brusio sommesso delle vite che si incrociano, tutto contribuisce a creare una narrazione che avvolge il lettore e lo trascina dentro la storia. Ma oltre alla qualità stilistica, ciò che colpisce profondamente è l’intensità emotiva: si legge con un nodo alla gola e il cuore che batte forte, perché ogni pagina è attraversata da un’empatia rara, da un amore sincero per la gente semplice e per le grandi domande del vivere. “Al di qua del fiume” non è solo un romanzo storico, è una dichiarazione d’amore per il coraggio, per il lavoro, per la solidarietà e per i legami che resistono al tempo e alle ingiustizie. È uno di quei libri che ti restano dentro, che non smetti di consigliare e che, una volta chiuso, senti il bisogno di riaprire, come si fa con i ricordi più cari.


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2024


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