sabato 13 settembre 2025

DONNAREGINA

 




Donnaregina – Teresa Ciabatti –

recensione a cura di Alice Bassoli

 

Non è solo la storia di un boss: è piuttosto il tentativo di Teresa Ciabatti di mostrare che il male è umano e che raccontarlo significa confrontarsi con la propria umanità. 

L’intervista si trasforma in una relazione narrativa più ampia: Misso non è raccontato solo come boss, ma come uomo con fragilità: ama i colombi, crede negli UFO, ha una madre da cui non riesce a separarsi, vive ricordi familiari, e ha un figlio gay (la questione della sessualità nelle famiglie mafiose è centrale).

Parallelamente, la protagonista-autrice vive la sua lotta personale: con sé stessa, con la madre, con la figlia adolescente, con le sue paure, i sensi di inadeguatezza, i ricordi, la scrittura. Il viaggio non è solo verso la comprensione del boss ma anche verso la comprensione del proprio ruolo come madre, figlia, donna che scrive.

Il romanzo non è reportage puro, ma mescola biografia, autobiografia, finzione, confessione. Ciabatti riflette sul proprio sguardo, su quanto può essere “incontaminato”, e su come il narrare sia anche manipolare. 

La convivenza di stili (cronaca, biografia, autofiction) potrebbe non piacere a tutti: chi cerca un romanzo “nera pura”, o una biografia rigorosa, potrebbe restare un po’ deluso.

Ancora una volta l’autrice e’ fedele al suo stile confessionale, febbrle e spietatamente lucido.

La scrittura è frammentata, sincopata, segnata da frasi brevi e taglienti: uno stile che restituisce il flusso disordinato dei pensieri, il continuo oscillare tra confessione privata e riflessione sociale. La voce narrante è senza filtri, a tratti disturbante, perché mette in scena ciò che spesso rimane nascosto.

Meraviglioso. 


genere: narrativa

anno di pubblicazione: 2025


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