TWIZEL L'ALTRA PARTE F. Caldiani
valutazione: buono 📘📘📘📘
valutazione: ottimo 📘📘📘📘📘
Il libro di Andrea Gerosa Oscura memoria è un thriller dalla trama piuttosto originale e articolata che basa la storia su argomenti particolari (malattie degenerative, ricerca medica e devozione) che ad una prima analisi sembrerebbero poco da giallo ed invece con estro ed originalità l’autore riesce a renderli protagonisti di una storia molto coinvolgente e sorprendente. Nel libro ci sono diversi momenti emotivamente forti con omicidi efferati e in generale con descrizioni molto…”efficaci”. Non c’è requie per nessuno tutti in qualche modo subiscono traumi. Il romanzo racconta la seconda indagine dell’ispettore Veloso e rappresenta anche la seconda fatica letteraria dell’autore. Si può leggere tranquillamente anche senza aver letto la prima indagine, i riferimenti al primo libro sono appena accennati e comunque non necessari per godere appieno di questa vicenda. In definitiva devo dire di aver letto un thriller originale con una buona dose di suspence e con “immagini” molto forti; il finale è logico e coerente (non parlo di come è stato risolto il caso) ed è proprio quello che io ho speravo di leggere.
valutazione: discreto più 📘📘📘 🔖
valutazione: buono 📘📘📘📘
valutazione: buono 📘📘📘📘
valutazione: buono più 📘📘📘📘🔖
valutazione: buono 📘📘📘📘
valutazione: discreto più 📘📘📘🔖
valutazione: buono più 📘📘📘📘🔖
valutazione: buono 📘📘📘📘
valutazione: buono più 📘📘📘📘🔖
valutazione: buono più 📘📘📘📘🔖
valutazione: buono 📘📘📘📘
valutazione: buono più 📘📘📘📘🔖
LA RAGAZZA NELLO SPECCHIO L. Martinuzzi
OMBRE SULLA NEVE M. Travaglini
valutazione: ottimo 📘📘📘📘📘
LASCIATI UCCIDERE R. Leonardi
Lasciati uccidere è il secondo romanzo thriller scritto da Roberto Leonardi. Il primo, L’uomo senza volto, lo avevo apprezzato moltissimo ed aspettavo con ansia questa suo nuovo lavoro. Un accenno alla trama, che come in ogni thriller che si rispetti non può rivelare troppo del libro. Si può dire che il commissario Jacopo Frau è appena stato trasferito al commissariato di Vaporago in provincia di Ascoli Piceno come “punizione” per una brutta vicenda successa alla polizia di Genova dove prima operava come dirigente dell’anticrimine. A Vaporago ha subito a che fare con un determinatissimo serial killer seriamente intenzionato a portare a termine la sua missione. Nell’indagine sarà affiancato dalla coraggiosa agente Lara Iannacci anche lei con un passato doloroso da superare. Sono loro due (con l’ispettore Svevo), i protagonisti principali. Sono due personaggi che entrano nel cuore per tanti motivi, ma sicuramente la capacità di descriverli dell’autore, soprattutto dal punto di vista umano, è determinante. Insieme riusciranno a riaprire un caso apparentemente risolto ed incastrare il vero colpevole. Lasciati uccidere è un bellissimo thriller intenso e piuttosto complesso, almeno dal mio punto di vista. Non è un libro breve (sono più di 450 pag.), ha un intreccio narrativo curato ed una trama molto ricca. Un libro che richiede una lettura sempre molta attenta. I personaggi sono tutti ben caratterizzati e descritti. Si legge con estremo interesse, la parte finale poi è un vero carosello di emozioni e di colpi di scena e l’ultima pagina….
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
LA PRIMA VOLTA IN CUI SONO MORTA M. Minotti
La prima volta in cui io sono morta è il titolo del libro d’esordio di Marta Minotti. Nata a Terni, laureata in conservazione dei beni culturali, lavora come addetta all’accoglienza in una struttura privata. Ha pubblicato il suo libro attraverso il self publishing accettando cosi una ambiziosa sfida personale, forte della consapevolezza di aver scritto un buon libro essendo stato anche tra i finalisti del concorso Io scrittore. Scelta che condivido, il self publishing è una grande sfida, un “all-in” sul proprio talento che se vinta, però, riuscendo a farti raggiungere buoni volumi di vendita, grazie unicamente al passaparola e alle buone recensioni, diventa oltremodo gratificante e dà una spinta decisiva alla propria autostima e al proprio ego spronandoti a continuare e a migliorare (e a guadagnare…). Terminato questo pistolotto sul self publishing, a cui io comunque credo molto, passo volentieri a parlare del libro. La protagonista principale è certamente Silvia che viene ritrovata dal marito appesa al lampadario della loro camera da letto dopo aver tentato il suicidio. Viene portata d’urgenza all’ospedale dove le salvano la vita ma a causa della prolungata mancanza di ossigeno al cervello riporta gravi danni motori e alla memoria. Piano piano grazie alla sua tenacia e ad estenuanti sedute di fisioterapia riuscirà a ritrovare la capacita di muoversi ed anche a ricordare sempre più chiaramente i dettagli dell’ultimo periodo della sua vita. Aiutata anche dal padre e dalla figlia riuscirà a capire cosa è veramente successo il giorno del suo “suicidio”. Di più non si può dire perché il romanzo va scoperto a poco a poco godendo della lettura di ogni pagina. Dico questo perchè il libro a me è piaciuto moltissimo, è un esordio coi fiocchi e ritengo che le numerose recensioni positive siano più che meritate. Scrittura fluida, diretta, incalzante, che coinvolge sin dalle prime pagine grazie ad un ritmo narrativo vivace. Racconto ricco di suspense che tiene col fiato sospeso e si mantiene interessante fino all’epilogo. Finale sorprendente. Un’autrice dalla quale ora mi aspetto molto perché l’esordio promette veramente bene. Un solo appunto, ma questo solo per appagare il mio gusto, spero che nel prossimo romanzo sia ancora più “spregiudicata” spingendo un po’ sull’acceleratore nelle situazioni più efferate. Secondo me siamo al cospetto di una potenziale ottima thrillerista. Consigliato.
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
LE REPLICANTI L. Mercuri
Le replicanti è l’ultimo libro scritto da Laura Mercuri. L’autrice, romana di nascita, ha studiato al liceo classico e si laureata in Psicologia Clinica nel 1995, specializzandosi poi in Terapia familiare nel 2001. Vive sulla costa, vicino a Roma, col figlio e il marito. Ha scritto diversi libri tutti con ottimi riscontri. La si può definire una scrittrice eclettica in quanto ha scritto romance (La vita di carta, Ogni tuo silenzio), un breve libro fantasy/thriller (Spirito cattivo: Una favola nera) ed ora questo romanzo giallo dal titolo Le replicanti. La vicenda si svolge in un paese immaginario, (Marca Marina), del litorale romano. Un personaggio che ruba la scena non c’è. Sono tanti i protagonisti di questa vicenda, quasi tutti giovanissimi, quasi tutti con ruoli importanti. Tutti un po’ vittime un po’ carnefici. Il libro prende il via con la scoperta del cadavere di una giovane studentessa universitaria, uccisa con una spada. Indaga L’ispettore Carelli che riuscirà, anche con l’aiuto di alcuni ragazzi amici della vittima, ha ricostruire la vicenda che sta dietro questo macabro delitto. Un libro interessante soprattutto per le tematiche che analizza e gli spunti di riflessione che impone. Il libro invita a riflettere sulle priorità che oggi i giovani hanno nella propria vita. L’apparire piuttosto che l’essere. All’influenza spesso negativa che alcuni di essi, più carismatici, hanno su altri, facilmente influenzabili, che per sentirsi accettati, ed a loro volta “temuti”, si spingono a commettere azioni molto pericolose quando non proprio criminali. In Le replicanti il club esclusivo è composto da quattro ragazze che ne commettono di ogni. All’apparenza sembrano brave ragazze sono invece il terrore dei giovani che le frequentano. Ma cos’è che crea l’humus ideale per il propagarsi del bullismo? E in generale della prevaricazione su gli altri? La scuola? La famiglia? I falsi modelli delle pubblicità? La voglia di sentirsi leader ad ogni costo? Il libro pone tanti quesiti importanti attraverso un racconto ben strutturato con una scrittura fluida, veloce, che coinvolge, una vicenda ben sviluppata e ricca di suspense. La prima parte del romanzo però l’ho apprezzata un po’ meno, a me è sembrata meno curata un po’ superficiale anche nei dialoghi invece nella seconda e terza parte la vicenda si fa più interessante e serrata con frequenti colpi di scena anche se alcune situazioni mi sono sembrate un po’ forzate. Finale che regala emozioni e buoni sentimenti (io preferisco quelli più cinici). Da leggere.
valutazione: buono 📘📘📘📘
LA BREZZA MANCATA C. Mameli
IL CUORE DI MARTA R. Graniglia
aspettav il momento giusto. Fatto sta che dopo tanto tempo che non lo assegnavo, nella mia
personalissima classifica, questo thriller ottiene il voto massimo. Inizialmente è tutto fuorché un
thriller all'inizio anche la scrittura mi lascia un po' perplesso. Tutto procede tranquillamente una
bella trama, una storia che coinvolge certo ma i miei dubbi aumentavano dov'è il pathos? Quando
improvvisamente tutto deflagra una pagina dopo l'altra sono un alternarsi di momenti di suspense
che attanagliano lo stomaco, ansia, tensione, adrenalina si alternano con un finale che spiazza che
ti fa urlare. I finali che io adoro. Roberto Graniglia non lo conoscevo, sinceramente credo non abbia l
a popolarità che meriterebbe.
iperboliche.
questo romanzo che comunque è precedente, non fosse altro, perché "acciaio" è il suo primo
romanzo in assoluto (con tanto di candidatura a vari ambiti premi) non mi ha conquistato pienamente.
Secondo me ha un peccato già in origine: l'età eccessivamente giovane delle protagoniste, secondo
me se in partenza avessero avuto un paio di anni di più sarebbe stato tutto più credibile.
Così ogni episodio narrato risulta poco verosimile anche se viene ottimamente descritto e raccontato.
Il finale poi non mi è piaciuto l'ho trovato forzato e poco coerente con il resto del romanzo. Della
Avallone ne ho letti 2 su 3 ma l'ultimo (il terzo, uscito da poco) non credo lo leggerò.
Per raccontare questo tipo di storie la maestra assoluta è Valentina d'urbano i suoi romanzi (li ho letti
tutti) sono uno più bello dell'altro.
E' la prima opera di Valeria Corciolani e si intitola Acqua passata. Il libro è un giallo e ha tutti gli
ingredienti del giallo: un efferato omicidio, agguati misteriosi, un'indagine serrata, un ispettore un po'
burbero, numerosi colpi di scena e la necessaria soluzione del caso. Ma la scoperta dell'omicidio e
le successive indagini sono il pretesto più che buono per l'autrice di tratteggiare una serie di
personaggi indimenticabili ed a vario titolo protagonisti della vicenda alcuni divertenti, altri irriverenti,
altri ironici. E' un giallo si ma l'autrice regala da subito pagine di esuberante ironia grazie ad un lessico
sempre divertente, condito da dialoghi allegri e spassosi. Nel libro le indagini proseguono, le emozioni
anche, il pathos non manca ma sempre con una descrizione dei fatti leggera e colorata, come un
giardino fiorito, e che profuma di mare come la città (Chiavari) in cui è ambientato.
valutazione: più che discreto
del giallo si rivela solo alle ultime pagine e non è assolutamente banale. Colpi di scena a profusione.
DIFETTI: credo di aver scovato (o forse no) una piccola imprecisione durante la lettura. (sono pedante,
e me ne scuso, ma un difetto lo dovevo pur mettere...)
Aurora ma lei non si arrende è tenace, testarda e fra mille ostacoli arriverà alla verità. Benché le sue
ossessioni non la lascino vivere tranquilla non molla mai. Fragile, sospettosa (ne ha ben donde) poco
incline ai rapporti umani ma con un gran senso della giustizia. Barbara Baraldi ha confezionato un
ottimo thriller ora mi attendo molto dal seguito (Osservatore oscuro) che leggero a breve.
valutazione: ottimo 📘📘📘📘📘
lo farò presto dato che questo libro cita spesso episodi della vita della protagonista li raccontati, e che
voglio assolutamente conoscere, quindi al momento non so dire se vi è stato una evoluzione positiva
nella sua scrittura ma posso tranquillamente affermare che questo thriller per me è ottimo.
Studiato e scritto molto bene. Una trama coinvolgente che ti conquista, un romanzo che si fa leggere
con interesse. Intreccio narrativo sviluppato con attenzione ogni situazione accade logicamente senza
forzature, carpisce naturalmente l'attenzione del lettore invogliato più che mai a conoscere tutta la
storia. L'ispettrice protagonista ti conquista per la sua semplicità e la sua tenacia, veramente un
personaggio interessante. Finale da rimarcare di quelli che piacciono a me. In definitiva un ottimo
giallo ed una valida alternativa da trovare sotto l'albero magari insieme alla prima avventura di
Noelia Basetti raccontata in Caldo amaro.
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
di questo Romanzo basta dire che è... speciale. Un romanzo che non può mancare nella libreria di
ogni amante del libro inteso come espressione di emozioni, di sentimenti, di pensieri. Non esistono
libri brutti esistono libri magari non scritti bene o con una narrazione poco avvincente ma il libro in se
rimane un'opera di valore assoluto perché ci apre gli occhi sul mondo, sui pensieri di chi l'ha scritto,
ci permette di sognare, immaginare, istruirsi.
bellissimo dalla prima all'ultima pagina. Passaggi fondamentali ce ne sono decine ma queste poche
righe li riassume tutti: " la maggior parte di noi non può correre dappertutto, non può parlare con
chiunque, conoscere tutte le città del mondo, perché non ha il tempo, i soldi e neppure gli amici.
Le cose che cerca, Montag, sono nel mondo, ma il solo modo in cui l'uomo medio può conoscerle è
leggendo un libro." Un libro, questo libro, non può mancare al nostro bagaglio di appassionato
"librofilo".
valutazione: buono 📘📘📘📘
Lanzetta.
nelle descrizioni dei luoghi, dei personaggi e delle loro emozioni; e meno sbrigativo, indugia di più sui
pensieri dei protagonisti, c è più attenzione alle descrizioni nei momenti topici del romanzo, nel
raccontare la storia di Damiano, Flavio, Tommaso, De Vivo e tutti gli altri personaggi del romanzo.
Ha la capacità di farti entrare nella storia rimanendone completamente coinvolto. Sentendo la
necessità "fisica" di proseguirne la lettura. Rimane sempre chiara la storia anche se si sviluppa in
epoche diverse, ci vuole attenzione per capire bene la vicenda raccontata ma questo è per me un
aspetto positivo non è un thriller piatto, banale. Ora mi aspetto cose sempre più importanti da
Lanzetta. Unico appunto per gustare appieno questo libro: bisogna necessariamente aver letto prima
quello precedente (il buio dentro) e senza che sia passato troppo tempo tra uno e l'altro...
A mio parere il primo romanzo era molto buono, il secondo è ottimo ed il terzo? Sono gia in trepida
attesa...
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
valutazione: buono 📘📘📘📘
valutazione: buono 📘📘📘📘
valutazione: ottimo 📘📘📘📘📘
valutazione: buono 📘📘📘📘
Il precedente libro che vedeva coinvolti questi due investigatori ossia "un giorno perfetto per
uccidere" non mi aveva convinto appieno ma qui si torna a volare alto con questo romanzo molto
coinvolgente. Ricco di colpi di scena, ritmo serrato e pathos a mille. Finale aperto perché nel suo
ultimo romanzo "i 444 scalini" (che non ho ancora letto) l'avventura dei due continua.
Consigliatissimo anche se il suo primo romanzo che racconta l'inizio del sodalizio tra commissario
è criminologo rimane per me inarrivabile.
Già la lettura del suo primo libro, Acqua passata, mi aveva totalmente conquistato ma questo mi
ha steso al tappeto, innamorato perso. Ricchezza di vocaboli, vivacità di scrittura, a tener desta
l'attenzione, descrizioni sempre incisive che siano di persone, di stati d'animo o della città,
Chiavari, in cui è ambientato il romanzo. Ironia a tonnellate, si legge con il sorriso perennemente
stampato sulle labbra. Ma si badi non è un libro leggero è un giallo con tutti i crismi: omicidio,
indagini, colpi di scena, dubbi, supposizioni, magari pochi momenti ansiogeni ma sarebbe stata
una situazione che stonava, fuori luogo. I personaggi che ruotano intorno alla storia li abbiamo
già conosciuti in Acqua passata ma qui si superano in simpatia e perspicacia in intuito e ironia
l'ispettore Jules Rosset, Alma Boero, Alfonsina, il sovrintendente Ugo Solari sono tratteggiati in
maniera deliziosa. Ai 2/3 del romanzo il colpevole è già intuibile ma questo non pregiudica in
alcun modo la bellezza del romanzo ve lo assicuro. Conta zero lo so ma se c'è una scrittrice alla
quale vorrei dare la mano e fare i complimenti per il suo lavoro e per quanto mi ha fatto divertire
leggendo i suoi libri questa é Valeria corciolani e bon...(come dice Alma).
di Amazon.
libri d'inchiesta. Il suo primo romanzo è stato Distanza di sicurezza nel quale era già protagonista
la vicequestrice Amanda Garrone. Questo secondo romanzo è ambientato in una torrida Siena nei
festanti giorni che precedono il palio dell'Assunta. La Garrone è alle prese con un apparente
suicidio indagando il quale verranno alla luce una serie di crimini recenti e antichi compiuti da
apparati occulti e non, quali mafia, politica, massoneria e istituzioni deviate. Non sarà semplice
venire a capo dell'intera vicenda benché aiutata dalla sua squadra, un nutrito gruppo di coraggiosi
agenti. Quale sarà la sua "mossa" risolutiva? (quella del titolo si riferisce alla partenza del palio).
Riuscirà a risolvere tutti i fronti aperti?
che l'ha vista scrivere dei tanti momenti bui vissuti dall'Italia. Un po' thriller (principalmente), un po'
libro di inchiesta, fa vivere intensamente una storia molto verosimile che coinvolge funzionari
bancari collusi con la criminalità, poliziotti corrotti, nobiltà senza scrupoli, mafiosi sanguinari.
Tutto affrontato con una scrittura solida, credibile con approfondite descrizioni di luoghi e persone.
Unico appunto (che a parer mio è un merito): libro sicuramente coinvolgente e interessante ma
non...di evasione (da ombrellone per intenderci) ma da leggere con assoluta attenzione. Consigliato.
l'angolo. Carlo De Filippis abita a Chieri ad un tiro di schioppo da casa mia nemmeno lo sapevo,
lo scoperto leggendo le sue note biografiche, ed è un autore di thriller bravissimo. In Italia ci sono
autori fortissimi se vogliamo investire qualche soldino in libri provate a leggere prima loro non li
lascerete più. Certo per quanto riguarda De Filippis il mio giudizio non può che essere limitato a
questo suo romanzo d'esordio (Le molliche del commissario) perché, al momento, ho letto solo
questo ma ha scritto altri due gialli con protagonista il commissario Vivacqua (uno è già sul mio
comodino) li leggerò e presto il mio giudizio sarà più completo per ora posso dire che questo
primo libro è eccellente. È un thriller da leggere con molta attenzione dedicandogli tempi adeguati
le prime pagine sono un po' ostiche un vero guazzabuglio ma prendete appunti non perdete il filo
andate avanti perché poi tutto si dispiega come un foglio di carta prima ben accartocciato poi
piano piano si stira, si distende e allora tutto si capisce tutto diventa chiaro e logico le ultime
50/60 pagine sono una delizia. Appassiona, diverte, regala salutari brividi freddi. De Filippis ha
creato un personaggio, il commissario Vivacqua, col quale si simpatizza immediatamente.
Complimenti vivissimi a questo autore non tanto famoso o non abbastanza (per quel che
meriterebbe) ma che merita, invece, attenzione. Consigliato.
valutazione:più che buono 📘📘📘📘🔖
Inizio subito col dire che Dario Correnti è lo pseudonimo dietro il quale si celano 2 autori bravissimi forse un uomo e una donna, forse due giornalisti visto come ne descrivono il mestiere all'interno del libro ma dei quali non si conosce il nome. Anche per questo non ho fatto la mia consueta presentazione dello scrittore perché in effetti non esiste o meglio si presenta sotto mentite spoglie e non ha una bibliografia da presentare. Il romanzo avrebbe meritato il voto massimo ma il finale mi ha un po' lasciato perplesso non perché sia inadeguato, forse un po' frettoloso, ma soprattutto perché avrei voluto che ne fosse protagonista anche Besana non solo la Piatti, va beh una sottigliezza ma per me sarebbe stato importante.
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
non calcando troppo su situazioni fantasiose o improbabili. Romanzo che tiene sempre alta la
tensione e l'interesse. Libro perfetto per chi era adolescente negli anni ottanta ed ha frequentato
le sale giochi o comunque, possedendo una consolle, consumava i suoi pomeriggi cercando di
distruggere mostri di tutti i tipi. Il libro è un continuo rimando della memoria a quei giochi mitici ed
a quelle postazioni che ora risultano residuati preistorici. Finale ovvio ma che grazie al susseguirsi
delle varie disavventure che capitano al protagonista non è scontato. In definitiva un buon libro nel
quale è evidente la cura e lo studio che Cline gli ha dedicato per scriverlo.
valutazione: ottimo 📘📘📘📘📘
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
aspettative erano altissime perché dopo aver letto scacco alla regina (che è il romanzo che
precede questo e che peraltro a molti, leggendo e le recensioni, non è piaciuto) che ritengo un
thriller da 5 stelle o quasi mi aspettavo un altro capolavoro. In parte è così ma non raggiunge
quel livello, almeno per me. Mazzanti è comunque una garanzia scrive bene, ti lascia col fiato
sospeso lungo tutto il romanzo è la soluzione, mai scontata, arriva solo nelle ultime pagine.
Non smetterò di leggere i suoi libri questo è certo.
Ormai è prassi per me da qualche tempo alternare libri thriller in senso stretto con altri sempre con una forte componente di suspense ma che non hanno come tema predominante le indagini ed eventualmente la cattura di un assassino. In più in questa prima metà anno ho privilegiato letture di autori auto pubblicati o editi da piccole case editoriali sicuro che fra loro si nascondano (loro malgrado) tanti bravissimi scrittori capaci di trasmettere grandi emozioni. In questa logica va inquadrata anche la scelta di leggere il romanzo di Anna Pia Fantoni, Io sono la preda, uscito pochissimi mesi fa attraverso il self publishing. E ho di nuovo fatto centro. Protagonista della storia è Giuditta una giovane donna con un passato terribile a causa di un rapporto malato con Gabriele ed un presente nel quale grazie al lavoro ed agli amici sta tentando di ritrovare un equilibrio. L’immediato futuro le riserverà sorprese di ogni tipo ed anche un drammatico ritorno al passato. Pochissime parole che riconosco forse non incuriosiscono più di tanto ma non amo particolarmente svelare la trama di un libro cosa che per altro è reperibilissima on line ma preferisco soffermarmi maggiormente su ciò che il libro mi ha trasmesso. E devo dire che questo libro è una fucina di emozioni. Racconta una storia molto attuale che sembra uscita dalle cronache di un tg di oggi anche se la vicenda che ha ispirato l’autrice risale a molti anni fa cosi come la prima stesura di questo romanzo. Nel frattempo purtroppo non è tragicamente cambiato molto. Giuditta vive e lavora a Venezia è una ragazza con un carattere pessimo, duro e risoluto, ma giustificabile perché formatosi cosi a causa di un passato molto difficile. Orfana già in giovane età e poi succube di un rapporto con un uomo manipolatore e sadico che ne ha circuito la mente e la volontà e dal quale è riuscita a liberarsi solo fuggendo e nascondendosi. Ora sono cinque anni che vive a Venezia ha un lavoro importante ed un equilibrio quasi ritrovato anche se con i rapporti umani è sempre un po’ in difficoltà. L’autrice tratteggia Giuditta in modo splendido ora dura ed impenetrabile poi dolce e sognatrice o paurosa ed in preda ad ansie. Giuditta può essere qualunque donna preda di un uomo manipolatore e violento che ha fatto di lei un essere alla sua mercé sottomessa e dipendente. E che dire di Gabriele? L’altra faccia della medaglia, quella che rappresenta il male estremo, cocainomane, perverso, sadico, un uomo scorbutico e pericoloso ma che ti manda all’inferno il cervello perché capace di manipolarti e di renderti suo schiavo. Il libro passa con sapienza da momenti di forte ansia a momenti sereni poi di nuovo fiato sospeso e ancora calma apparente. Un continuo di emozioni dove ci si attende una sorpresa ad ogni pagina. Un romanzo che non lascia sereni neppure nelle pagine finali anzi in esse la resa dei conti che arriva è spaventosa e carica di nuovi interrogativi. In definitiva un libro assolutamente da leggere, per la bravura dell’autrice capace di passare con disinvoltura attraverso diversi registri narrativi e per la sua capacità di emozionare raccontando una storia “vera”. Un plauso va fatto anche a Diego Di Dio che ne ha curato l’edizione, impeccabile. Consigliatissimo.
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
BEATA GIOVENTU' V. Galati
SANGUE SPORCO E. Aragona
valutazione: ottimo 📘📘📘📘📘
NIENTE E' COME SEMBRA M. Miggiano
Non so spiegare questa urgenza, questo bisogno di leggere quanto prima un romanzo di Barbara Scudieri. Libri ne leggo tanti ma ogni volta che ne scelgo uno il mio pensiero va ai libri che “devo”, ancora, assolutamente, leggere ed i romanzi di Barbara Scudieri sono sempre in pole position; ma per loro deve esserci il mood giusto perché altrimenti rischi di apprezzarlo solo a metà. Finalmente quel momento è arrivato. I suoi libri che più mi incuriosiscono sono gli ultimi due pubblicati ovvero Le pagine scritte dal tempo, uscito da poco e il precedente cioè Il nido delle ombre, uscito nel 2018. Questo che ho appena terminato di leggere, invece, era presente nel mio Kindle già da diverso tempo ed è stato pubblicato nel 2012. Si tratta del thriller psicologico La donna senza volto. Ho deciso così di iniziare da questo convinto anche dalle ottime “referenze” di cui gode. Questo romanzo è stato pubblicato in proprio come d’altro canto tutto il resto della produzione dell’autrice. Di Barbara Scudieri, nata a Napoli ma romana di adozione laureata al Dams e grande amante della settima arte, avevo letto solo il libro scritto in coppia con Marco Martano titolato Fine e mi era rimasto dentro per un bel po' da qui la volontà di conoscere meglio le sue opere. In questo romanzo le protagoniste sono la signora Petersen, Laura, e sua figlia, Lucy. Tutto precipita quando Oliver, il marito, decide di porre fine alla propria vita mettendo in gravi difficoltà psicologiche sia la moglie che la figlia da quel momento in poi preda di un mutismo inscalfibile. Un misterioso libro, diventato l'ossessione di Laura, farà da filo conduttore per tutto il romanzo e ci porterà alla scoperta di una verità sconvolgente. La prosa del romanzo è originale ed evocativa, sempre in bilico tra sogno e realtà. La tensione emotiva che induce la lettura si mantiene elevata per tutto il racconto. Un romanzo che procede veloce caratterizzato da una scrittura molto particolare. Un libro con una ultima parte sorprendente che rivela finalmente la verità su tutto quello che abbiamo fin lì letto. Ma le ultime pagine rimescolano ancora le carte spiazzando ancora una volta il lettore. In conclusione un romanzo che coinvolge e affascina, ottimo per conoscere le grandi capacità di scrittrice di Barbara Scudieri per poi continuare a sondare la sua estesa bibliografia. Volendo cercare il pelo nell’uovo dico che una sola cosa non mi è piaciuta molto, ma questo come dico sempre a livello molto personale, il riferimento alla preghiera che l’autrice fa, quasi al termine del libro. Sono pochissime righe che non cambiano in nessun modo il mio giudizio. Complimenti all’autrice quindi, libro molto bello ma consigliato soprattutto agli amanti del genere. Come si dice per molti ma non per tutti.
IL DELITTO HA LE GAMBE CORTE C. Frascella
Appena terminato il secondo romanzo con protagonista l'ex poliziotto Contrera, ovvero Il delitto ha le gambe corte, scritto da Christian Frascella, edito dalla Einaudi. Scrivere la trama o riassumere quel che succede in questo thriller lo ritengo fondamentalmente inutile. Principalmente perché mi sottrae tempo per descrivere ciò che questo libro mi ha trasmesso e poi perché essenzialmente il protagonista assoluto è uno solo, Contrera, con la sua esistenza che fa acqua da tutte le parti. Tutti gli “altri” sono semplici comprimari. Fondamentali, ma solo coprotagonisti. Non ho letto null’altro, di Christian Frascella, oltre ai due libri con Contrera protagonista. Posso solo immaginare cosa mi sono perso, è mia ferma intenzione scoprirlo presto. Brucio è tra le letture che voglio fare da tanto tempo ed ora so che non deve più aspettare. Lo dico perché in questi due libri Frascella scrive proprio come piace a me, come lo farei io se ne avessi le capacità. Ironico, cinico, spietato, scorretto, fatalista. La vita di Contrera è un totale fallimento ma lui non è un fallito. Anche se lo si potrebbe facilmente pensare. Una persona che ha sbagliato tanto ma che ha dei valori. È un grandissimo bastardo ha fatto soffrire tante persone ma la vita per questo le ha sempre presentato un conto salato. A suo modo cerca riscatto e malgrado tutto sa farsi voler bene. Con una umanità fuori dal comune fa quasi tenerezza per quante ne combina, spesso inconsapevolmente. Tutti possiamo rispecchiarci in Contrera, nei suoi difetti, lui rappresenta l'iperbole della cialtronaggine ma in ognuno di noi c'è un po' di lui, riconoscersi non è difficile. Passando al libro dico solo che più di 350 pagine sono finite in 3 giorni. Un romanzo che hai "bisogno" di continuare a leggere per il ritmo incalzante, per la scrittura semplice ma coinvolgente, per l'ironia dei dialoghi, per le situazioni sorprendenti. Ovviamente non tutto è perfetto ad esempio l’incontro col “papa nero” (nessuna paura è un soprannome) e le modalità col quale questo avviene mi sono risultate un po’ forzate quasi a banalizzare tutta la situazione che invece ha una sua logica ed una sua drammaticità. Sul finire anche la rivelazione di Anna mi è sembrata un po’ fuori registro; però, però…quando l'ho finito ero arrabbiato perché sono già in astinenza di Contrera, della sua vita disperata, del suo mondo, di barriera di Milano che conosco benissimo ed ogni volta che ne veniva nominata una via mi illuminavo. Ho passato 10 anni di vita in quei luoghi, andavo a scuola in corso Vercelli. Piazza Respighi, corso regio parco, via Ivrea, sono posti che conosco bene. Lunga vita a Contrera. Applausi
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
L’ultimo romanzo giallo scritto da Enzo Casamento si intitola Prove certe ed è stato pubblicato in proprio, come tutti i suoi precedenti lavori ( Acuba, Arte perversa), sulla piattaforma di self publishing di Amazon. Un romanzo che tratta un argomento molto attuale e spinoso (la reale efficacia e la sperimentazione dei prodotti farmaceutici immessi nel mercato) in maniera originale e coinvolgente. Della trama possiamo dire che parte subito in maniera piuttosto forte con la scoperta da parte di un noto ricercatore, premio Nobel, di un cadavere nel proprio letto. Si tratta di una prostituta di colore. Lui non ricorda nulla di ciò che è accaduto e del perché quel corpo si trovi li. Verrà accusato di omicidio, ovviamente, ma lui si proclama innocente. Da quel momento inizierà una vicenda piena di colpi di scena che vedrà coinvolti un gran numero di personaggi tutti sempre molto presenti e mai trascurati dalle varie situazioni che si susseguiranno nel romanzo. Il protagonista assoluto è pero Jack Stein un ex detective dell’fbi, che all’inizio della storia, per drammatici motivi si ritrova a vivere come un senzatetto. Non vado oltre per non guastarvi il piacere della lettura e della scoperta. Prove certe è un thriller molto coinvolgente colpi di scena ed emozioni sono sempre presenti situazioni drammatiche e momenti sorprendenti si susseguono. Un libro ricco di storie che si intrecciano ma molto ben condotto dall’autore che rende la storia molto chiara e facilmente fruibile. Sin qui la recensione oggettiva di ciò che ho letto ma se devo parlare a livello personale devo rilevare alcune cose che a me non sono piaciute molto. Sono considerazioni soggettive che attengono al mio gusto personale. Assolutamente discutibili. La prima cosa che mi è piaciuta poco sono i personaggi come Jack Stein: supereroi indistruttibili capaci di fronteggiare senza problemi energumeni violenti e pericolosi, per non parlare della sua amica Dana….preferisco personaggi più “normali”. Una cosa che non amo particolarmente nei thriller poi sono le storie d’amore tra i vari protagonisti soprattutto quando sono tanto invadenti. Far convivere generi diversi è sempre problematico soprattutto quando uno di questi è il romance... Adoro i finali cinici e meno accomodanti…Nella vita i lieto fine sono rari. Detto questo ribadisco che il romanzo è molto curato racconta una storia che cattura ed è scritto in maniera scorrevole il che rende piacevole la lettura. Sicuramente un libro da non far mancare nella propria libreria.
LE RAGIONI DELLA FOLLIA F. Giorgino
Appena terminato di leggere il romanzo thriller di Fabio Giorgino Le ragioni della follia pubblicato in proprio nel luglio di quest’anno. Non nascondo che la decisione di leggerlo è nata soprattutto dalle tante recensioni positive che stava ricevendo e quindi per curiosità o deciso di farlo anch’io. Il mio istinto anche questa volta non ha sbagliato. Il romanzo inizia subito “forte” con la scoperta di un omicidio sulla spiaggia della città di Taranto. La vittima è apparentemente una persona senza macchie ed in più l’assassino ha lasciato sul cadavere dei segni particolari. Di li prende avvio una storia originale e con molte sorprese che ha come protagonista principale il commissario Spiro Fusco che è chiamato ad indagare e, con l’aiuto dell’ispettrice Jenny Devita, a scoprire l’autore di questo e di altri omicidi. Sono opera di un serial killer? Le indagini serrate lo porteranno a scoprire una incredibile realtà. Anche la sua vita privata ed il suo passato saranno parte importante della vicenda che troverà soluzione solo nelle ultimissime pagine del libro dopo innumerevoli colpi di scena e momenti di grande suspence. Un aspetto che mi fa piacere rilevare è che il libro è scritto molto bene. Sembra una cosa scontata ma non è cosi, almeno per quel che posso dire in base alla mia esperienza. Molti si avventurano nella scrittura pensando, forse, che possa essere una attività facile senza avere ahimé una solida base di conoscenze grammaticali e di varietà lessicale cosa che invece ho riscontrato con piacere in questo libro molto ben scritto in quanto a correttezza tecnica e con vocaboli sempre appropriati. E’ un piacere leggere in questi casi anche perchè la lettura risulta più fluida e coinvolgente. Altrettanto sinceramente devo rilevare che, a livello personale, alcune cose non mi sono tanto piaciute. Nulla di sostanziale ma tanti piccoli particolari che hanno reso la storia, dal mio punto di vista, non sempre credibile. Nel complesso comunque un ottimo romanzo d’esordio per Giorgino che fa ben sperare per i suoi futuri lavori.
La solitudine degli amanti è soprattutto un thriller ma anche un romanzo classico scritto da Fabio Mazzeo, al suo esordio letterario, ed edito da Cairo. Un giallo che ha come protagonisti principali l'ispettore di polizia Andrea Giannini e il magistrato Liliana Cannata. Sono chiamati ad indagare su una serie di delitti che stanno terrorizzando Roma. Compiuti dalla stessa mano su donne che apparentemente non hanno nulla in comune. Non sarà semplice venire a capo di questo mistero e la soluzione lascerà infatti piuttosto sorpresi. Ottima prova di Mazzeo che mette in scena una bella storia, misteriosa ed intricata. I protagonisti sono ben delineati, soprattutto il commissario Giannini che è stato appena reintegrato nella polizia e vive ancora un irrisolvibile dramma personale che lo porta a vivere immerso in una disincantata apatia. Il magistrato, donna matura e realizzata, vive invece un rapporto appagante e appassionato ma anche le situazioni più consolidate a volte possono nascondere imprevedibili segreti. Non solo un giallo quindi ma anche una analisi sulle difficoltà di vivere i rapporti di coppia. La solitudine degli amanti è quella delle persone che per un verso o per l'altro hanno perso l'amore: per un doloroso scherzo del destino, per l'incapacità a donarsi, per la volontà di non farlo o perché traditi, malgrado la loro devozione. Una solitudine che può colpire chiunque: benestanti e poveri persone oneste o truffatori. Uomini o donne. Ma c’è qualcuno che crede di poter consolare queste anime tradite, peccato che i suoi modi siano poco ortodossi e piuttosto “malati”. Bravo Mazzeo che gestisce sapientemente entrambi gli aspetti del romanzo riuscendo a mantenere il mistero sull'autore dei delitti fino alle ultime sorprendenti pagine del racconto. Un libro ben scritto e sempre interessante forse un po' carente a livello emotivo: pochi colpi di scena o momenti di forti emozioni. Comunque un buon esordio che deve presto trovare conferma....
E COME SEMPRE DA COSA NASCE COSA V. Corciolani
MEMORIE DI UN SERIAL KILLER A. Chiodi
In Italia ci sono tanti bravi...narratori di storie. Scrittori in pectore o che ambiscono diventarlo. Il breve libro che ha scritto Andrea Chiodi fa intravedere ottime potenzialità da questo punto di vista. Memorie di un serial killer è stato pubblicato dalla Nulla die all’inizio del 2019. Non è la sua prima opera ma è il suo primo, breve, romanzo thriller. Anche se catalogarlo in un genere preciso è un po’ un azzardo. Potrebbe essere un thriller, un noir o un "memoir" infatti conosciamo benissimo fin dall'inizio l'identità del serial killer e del perché sta in carcere. Il romanzo è la cronaca dell'intervista che un ambizioso, e già abbastanza noto, giornalista fa, avendo ottenuto con molta pazienza ed arguzia le varie autorizzazioni necessarie, ad un assassino seriale, il “mostro di Torre Rocciosa”. Inizialmente il killer è restio ad una "confessione" anche se in realtà è già tutto noto poi si lascia andare ai ricordi, alle sensazioni provate nell'uccidere ed al racconto dello studio della vittima, delle sue abitudini, dei luoghi dove avrebbe colpito e del perché lo ha fatto. Il finale rivelerà una sorprendente verità che renderà la vita del reporter molto diversa di quella che aveva quando è arrivato. Un romanzo intenso e piacevole nella lettura che scorre veloce per la curiosità di scoprire le motivazioni che possono spingere una persona a diventare un assassino. Un buon esordio in questo genere letterario che ha certamente bisogno di conferme ma che è assolutamente positivo ed incoraggiante uniche note negative a mio avviso sono i nomi dei protagonisti che rendono il romanzo un po' meno...credibile ed il fatto che alcuni aspetti sono stati poco approfonditi (rimango vago, pericolo spoiler) qualche pagina in più avrebbe giovato.
valutazione: più che discreto 📘📘📘🔖
INDELEBILI (TRACCE) E. Carletti
Ho conosciuto il talento di scrittrice di Elena Carletti leggendo il suo romanzo giallo Sotto le apparenze che mi è piaciuto molto e che consiglio caldamente. A questo è seguita quindi la lettura del romanzo pubblicato prima di sotto le apparenze e cioè La verità nascosta, anch’esso un giallo ed anch’esso niente affatto male. Ora, come logica conseguenza, ho letto la sua ultima opera, da lei stessa pubblicata (attraverso il self publishing di Amazon), ovvero Indelebili tracce. Con questo romanzo si è presa una pausa (spero momentanea) dal giallo ed ha voluto sperimentare nuove strade. Non è un romance, ma è un libro che parla comunque d’amore. L’amore in tutte le sue forme: quello tra due sposi ma anche quello tra genitori e figli o semplicemente quello per la vita, per il quotidiano. Ma parla anche di amicizia (che è comunque una forma di amore) come quella che può nascere tra un uomo e una donna. In questo romanzo viene descritta la vacanza che una giovane donna fa soggiornando nei luoghi che l’hanno vista felice e spensierata nel periodo della fanciullezza e che avrebbe dovuto compiere in compagnia del marito. La fa con la speranza che questo periodo di ferie la possa aiutare a superare il grande dolore che vive. Nello stesso campeggio ci sono a sostenerla anche i genitori. In questo posto, poi, troverà l’amicizia di una persona speciale (Amedeo) fondamentale per la sua “rinascita” e che le permetterà di vedere il futuro in maniera diversa da come lo aveva immaginato. Il libro alterna capitoli nel quale viene descritto il momento attuale che vive la protagonista (Ludovica) a capitoli in cui sono descritti momenti di vita vissuti col marito (Alessandro). Scritto in maniera semplice e scorrevole si legge con piacere provando frequenti forti emozioni. Momenti di riflessione, di dolore, di angoscia e di speranza. Un libro che mi ha colpito molto perché parla di un argomento e descrive situazioni che purtroppo ho vissuto anche io (6 anni fa) e che ancora oggi non ho metabolizzato. Una cosa che non si supera ma con la quale si è costretti a convivere. Forse non tutti si sentiranno come me coinvolti in maniera così profonda ma l’autrice e bravissima a rendere la storia comunque coinvolgente e di forte impatto emotivo per chiunque si avventuri tra le sue pagine. Un libro che, come avviene per la protagonista, mette di fronte a scelte che ognuno di noi potrebbe essere chiamato a fare. Un romanzo che suggerisce la via da seguire quando il destino presenta un conto tanto crudele. L’autrice considera Indelebili (tracce) un libro di transizione, di “scarico” tra un romanzo thriller e l’altro. Ma io non lo considero affatto un libro di passaggio a mio giudizio è un romanzo venuto benissimo che fa riflettere ed emozionare che affronta un argomento (il dolore per una perdita) non facile da trattare perché molto intimo e lo fa delicatamente facendo parlare ed agire i protagonisti del libro. Anche l’aspetto religioso del tema è trattato con molta leggerezza senza mai essere troppo invadente. Uno dei pochi difetti, soprattutto dal mio punto, di vista e il tanto miele di cui è cosparso il romanzo; per un thrillerista come me un po’ più di cinismo e di resistenza al cambiamento da parte della protagonista lo avrebbe reso ancora migliore. In conclusione un romanzo convincente scritto da un’autrice che merita un occhio di riguardo, per quel che ha scritto e per quello che scriverà.
L'ANNO IN CUI IMPARAI A LEGGERE M. Marsullo
L'UOMO CON LA TESTA DI SCARABEO R. Gassi
Come ultima lettura dell’anno appena terminato, per chiudere in bellezza, ho scelto un libro molto originale, a partire dal titolo: L’uomo con la testa di scarabeo scritto da Roberto Gassi ed edito da Les Flaneurs. Questo romanzo non rappresenta per l’autore l’esordio letterario ma la prosecuzione di un percorso originale e di talento iniziato con la pubblicazione di La mosca bianca, prima e Tra la panchina e il lampione, poi. L’uomo con la testa di scarabeo è originale nella trama e nei personaggi ma richiama alla mente ruoli e situazioni molto attuali. Un romanzo come metafora dei nostri tempi che si legge con grande interesse e coinvolgimento trasportati dalle disavventure del protagonista Erol Ciorba e dalla sua mitica auto, una Citroen ds tanto simile ad uno squalo e venerata come una dea. Ciorba rappresenta l’uomo che pur avendo un ruolo importante sul lavoro cambia vita, ma cambiare è cosa ardua ai giorni nostri e spesso le cose non vanno come avremmo sognato e quando le cose vanno male solo i soldi possono aggiustare la rotta. Quelli glieli offre monsieur Blanche per un lavoro all’apparenza facile e ottimamente retribuito. Non può non accettare, pochi scrupoli quando si tratta di sopravvivenza…E che dire degli altri personaggi che sono protagonisti di questa storia surreale ma neanche tanto? C’è Akim mendicante di colore, venditore di cianfrusaglia ai semafori, dispensatore di allegria; c’è “il lanciatore di fazzolettini di carta” un tempo valente manager di una ditta strozzata dalla burocrazia e dalle banche, ora cecchino nell’infilare negli abitacoli delle auto pacchetti di fazzoletti di carta. E cosi via di metafora in metafora. Ogni pagina, ogni situazione descritta fa riflettere, rimanda il pensiero a ciò che la vita attuale ci fa vivere tutti i giorni: la ricchezza ad ogni costo, la solitudine, la diffidenza nel prossimo, le nevrosi, i delatori per convenienza e tanto, tanto altro. Ma poi lungo il racconto viene compiuto un crimine efferato e poi un altro e un altro ancora e ci sarà chi tenterà di vendicare i soprusi, poi pestaggi, furti. In tutte le vicende veniamo accompagnati da uno scarabeo impertinente, che spinge una pallina di sterco che ci fa da guida e da amuleto, e dalla musica dei red hot chili peppers. Un libro che è un viaggio nei meandri più negativi della nostra società ma dalla quale ci si può ergere ad eroe salvatore molto semplicemente, facendo cose normali, ma col cuore. Il tutto vissuto come un sogno, una storia surreale, ma neppure tanto; tra ironia e leggerezza ci vengono inviati messaggi assolutamente seri. Una parodia dei giorni nostri con tutte le sue contraddizioni. Un libro che merita attenzione ed un autore che mi auguro continui a percorrere la strada intrapresa. Storie non banali, di genere indefinibile, che fanno pensare chi le legge, perché si possono mandare messaggi importanti anche attraverso l’ironia e l’originalità delle parole scritte.
PARENTELE DI CUORE A. P. Fantoni
OMICIDIO IN RETE G. Repetto
I RAGAZZI DEL CORO D. Sesti
MORTE SOTTOVENTO D. Lucca
ISOLATI I. Bonetti
CREATURE IN GABBIA A. Gerosa
Creature in gabbia è il quarto thriller scritto da Andrea Gerosa con protagonista l’ispettore di polizia Luca Veloso anche se a dire il vero il vero protagonista di questo romanzo è Marco Salvi un detective privato assunto da Giulio Malfatti per ritrovare sua figlia Clotilde scomparsa da casa quasi un anno prima. Un’impresa difficile che però il detective prende molto seriamente. Con la sua indagine l’investigatore, alla quale partecipa in maniera determinante l’ispettore Salvi, benché molto coinvolto dalla sua nuovissima attività di papà, riuscirà a far emergere delle verità piuttosto inquietanti. Sia all’interno della famiglia di Clotilde sia fra la cerchia dei suoi amici. Oltre al clima familiare perverso nel quale è cresciuta Clotilde e la sorella Patrizia infatti ci sono personaggi pericolosi che non esitano a prendersi gioco di una adolescente. Non solo di una purtroppo. Organizzazioni criminali dedite al traffico di stupefacenti che non esitano a far forzatamente assumere delle nuove droghe sintetiche che, inibendo la capacità di intendere, fanno compiere alle malcapitate attività degradanti. Sono gli scenari principali di questo romanzo. Un romanzo con tanta “carne al fuoco” ben sviluppato con una trama originale che beneficia di una scrittura semplice e scorrevole che rende la lettura facile ed immediata. Un romanzo che però contiene a mio parere delle criticità che a livello strettamente personale hanno contribuito a renderlo un po’ meno coinvolgente. Parlo ad esempio del momento che sta vivendo l’ispettore Veloso e di alcune altre descrizioni che non sono molto thriller e che inevitabilmente fanno calare un po’ il livello di adrenalina poi il finale è, per i miei gusti, un po’ troppo “accomodante”. Preferisco i finali più cinici e risolutivi. Oggettivamente comunque un’altra buona prova di Andrea Gerosa ormai quasi un veterano della scrittura. Un libro che merita attenzione ed un autore che diventa sempre più bravo e sicuro. Complimenti.
valutazione: più che discreto 📘📘📘🔖
I MISTERI DI BORGOLADRO F. Semplici
I misteri di Borgoladro è il primo romanzo thriller (anche un po’ horror) che Filippo Semplici firma per Newton Compton. In realtà il romanzo, rieditato per l’occasione, era già stato pubblicato nel 2017 dalla Delos digital con il titolo Ti guarderò morire. Aveva riscosso un grande successo e certamente anche per questo Newton Compton ha voluto iniziare da lì la sua collaborazione con l’autore. Sono certo che anche stavolta, avendo in più la possibilità di essere presente sugli scaffali delle librerie e dei centri commerciali, otterrà ottimi risultati di vendita. Ne sono certo semplicemente perché lo merita il romanzo e lo merita l’autore del quale ho letto quasi tutto ciò che ha scritto (Il faro è un altro suo grande successo) con grande soddisfazione. Allora, se pur con qualche piccolo ritocco, ripropongo la mia recensione che feci in occasione dell’uscita di Ti guarderò morire, ora diventato I misteri di Borgoladro. Pensieri che riconfermo con ancora maggior convinzione: “Vi posso assicurare che di libri thriller ne ho letti a decine ma questo ha avuto la rara capacità di farmi aumentare i battiti del cuore. Di farmi fremere per le sorti dei due protagonisti e di farmi provare sentimenti contrastanti per tutti i personaggi del romanzo. L' ansia e la suspense si fondono e si alternano senza soste, la scrittura è scorrevole e incisiva; non è "solo" un thriller lo definirei un soft horror (l'ho inventato ora?) perché lo splatter, (quello buono), quello che ti fa accapponare la pelle, in alcune situazioni, è presente ma è assolutamente funzionale al racconto anzi lo arricchisce, lo rende più "reale". E pensare che Orlando voleva fare solo una breve sosta per bere un po' d’acqua fresca perché quel giorno, in gita con la moto in compagnia della sua ragazza Elise, faceva caldo, aveva una gran sete e quel bar nel paese di Borgoladro, paesino incastonato tra distese di vigneti e terre coltivate a due ore di distanze da Vallombrosa, sembrava proprio fare al caso suo, non sapeva che varcata la porta di quel posto avrebbe trovato...l’inferno. Romanzo che offre numerosi spunti di riflessione, dal pensiero che il male è insito in ogni persona e che ognuno, anche il più pacifico di noi, ha una soglia di sopportazione oltre la quale l’odio si scatena. Dal potere distruttivo che può avere la rete se utilizzata nel modo sbagliato. Dal malato desiderio di vedere la sofferenza e la violenza perpetrata al “vicino di casa”. Tantissimi argomenti che però non si possono approfondire più di tanto perché potrebbero rovinare il gusto della lettura cosi mi limito a consigliarlo a tutti i lettori a cui piacciono le forti emozioni e che cercano una storia non banale.
TROPPO BELLA PER ME G. Repetto
Troppo bella per te è un romanzo thriller scritto da Gianluigi Repetto e pubblicato dalla casa editrice Puntoacapo nel 2017. Racconta una vicenda che vede protagonista un famoso scrittore, Danilo Dineri, che viene accusato di stupro da una ragazza che aveva conosciuto ad una presentazione di un suo libro. Ma le cose sono andate molto diversamente da come vuol far credere la ragazza ed un video, accidentalmente girato dal cellulare dello scrittore, durante la presunta violenza, lo testimonia scagionandolo da ogni accusa. Rimane da capire perché la ragazza abbia agito in quel modo. Per giunta la ragazza protagonista di questo episodio viene trovata morta dopo essere volata giù dal quinto piano. Omicidio o suicidio? Le indagini sono affidate al capitano dei carabinieri Vallone coadiuvato dall’appuntato Sergio Verde. Man mano che le indagini avanzano anche altre ragazze verranno uccise. Non sarà semplice per il capitano ristabilire l’ordine ed arrestare i responsabili. Un thriller coinvolgente con colpi di scena e suspense in quantità ed un finale non scontato. Un finale che come giusto che sia non permette che tutto torni al posto giusto qualcosa lascerà l’amaro in bocca ed anche per questo amo molto la scrittura di Repetto. Questo romanzo è scritto molto bene, fila via veloce coinvolge e tiene in ansia il lettore fino alle battute finali. Ma se devo consigliare un libro di Gianluigi Repetto dico senza indugio Omicidio in rete. Si tratta del romanzo thriller che segue questo ed è un vero gioiello. Consigliatissimo. Non lascia un attimo di tregua. Sorprese e battiti a mille fino al termine e le pagine finali…da urlo. Un autore da tenere d’occhio, per gli amanti del giallo è assolutamente da mettere in lista.
valutazione: buono 📘📘📘📘
ANDRA' TUTTO BENE A. Schiena
Amo leggere, sopra ogni cosa. E’ per me fonte vitale. I miei libri preferiti sono i thriller, i noir; li ritengo per gli scrittori un banco di prova importante, non per nulla quasi tutti gli autori prima o poi si cimentano in questo genere letterario. Spesso chi giunge da altre esperienze si dedica più al noir piuttosto che al thriller o al giallo classico ma sono sfumature. Nasco onnivoro poi mi sono “specializzato”. Ultimamente sento di nuovo forte l’esigenza di leggere romanzi di narrativa. Cosi ho deciso di leggere questo romanzo di Antonio Schiena del 2019 ed edito da Watson. Il titolo è una frase che si ripete spesso in questo periodo e forse anche per questo, per esorcizzare la paura che proviamo in questi giorni, ho deciso di leggerlo. Il titolo è Andrà tutto bene. Già alla sua uscita mi aveva molto incuriosito, la sinossi mi attraeva e la copertina mi aveva colpito in maniera peculiare. Poi come sempre se le cose non si fanno subito passano un po’ nel dimenticatoio sostituite da altre più urgenti che sollecitano maggiormente la nostra attenzione. Questo è stato il momento giusto per tornare sui miei passi. Non ripercorrerò la trama, che si può recuperare facilmente. Mi preme parlare delle sensazioni che mi ha lasciato, perché Andrà tutto bene è un romanzo che non lascia indifferenti ne mentre si legge e neppure dopo averlo concluso. Nadia è una giovane donna (già questo è un dato importante) che ha perso Danilo, il suo grande amore, in un incidente stradale. Da allora, sono passati diversi anni, vive come sospesa. Vive di sensi di colpa. Lo cerca in continuazione, ascolta la sua musica preferita anche se spesso non la capisce, beve solo in una tazza che le regolò lui anche se è sbeccata e rovinata dal tempo solo per sentirlo vicino. E lo sogna, lo sogna ogni notte e nel sogno compare anche una donna ma non ricorda assolutamente chi possa essere. Nadia cerca disperatamente di fissarne il volto dipingendola ma non ci riesce, non viene mai come vorrebbe. Nadia è bloccata, scontrosa, anaffettiva. Un giorno, grazie a uno dei suoi spasimanti notturni, Arturo che fa l’editore, che vuole mettere uno di quei volti come copertina di un libro, conosce Sofia….Un libro che non ti lascia mai anche quando ne interrompi la lettura, ti continua a girare nella testa, senti impellente il bisogno di portarlo a termine. Un romanzo scritto benissimo, profondo, vero. Che parla di dolore, di solitudine, del senso di colpa, ma anche di perdono, di riscatto, di coraggio. In un crescendo continuo di emozioni il libro sorprende e coinvolge sempre più fino all’epilogo finale che ritengo giusto e coerente col resto del romanzo. L’autore spiega nelle note finali che questo è un romanzo che scriverlo lo ha impegnato molto. Non stento a crederlo, leggendolo infatti se ne percepisce la cura, l’attenzione che vi ha dedicato. Anche aver scritto questo libro mettendosi nei panni di una donna ed averlo fatto con delicatezza e con assoluto rispetto ne è una prova. Un libro necessario che consiglio assolutamente.
L'ESERIZIO C. Petrucci
LA COLLERA DELLA REGINA N. Testa
Questo marzo cosi anomalo e cosi noioso, per chi è costretto a restare a casa a causa delle restrizioni per combattere l’epidemia di covid 19, mi ha dato modo di leggere molto, eccomi quindi giunto alla recensione del settimo libro letto in questo mese. Il titolo del romanzo è La collera della regina lo ha scritto Nicola Testa ed è stato pubblicato dalla Damster. Si tratta di un romanzo che è difficilmente inquadrabile in un genere: un po’ giallo, un po’ narrativa, un po’ storico. Mi è stato proposto ed io l’ho letto molto volentieri. Il romanzo racconta la storia dell’abbazia di Lucedio a Trino Vercellese. Ne racconta la storia e ne romanza la leggenda che vuole l’abbazia abitata da una regina molto facile alla rabbia. Un libro che si legge con interesse e col giusto coinvolgimento a maggior ragione per me che conosco abbastanza bene quei posti. Il romanzo prende avvio raccontando di un professore universitario (Lantero) molto interessato alla leggenda legata a questa abbazia e del suo maldestro tentativo di entrare in possesso di documenti che ne attestino la sua veridicità. Non è l’unico protagonista del libro anzi i personaggi che animano il racconto sono tanti, primi fra tutti Chiara, Pista ed Arduino tre ragazzi che saranno anche loro molto coinvolti dalle vicende che avverranno nel romanzo, poi una bibliotecaria, un ispettore in pensione, un conte e tanti altri. Il romanzo mescola bene notizie storiche certe (di cui è molto ricco e ben documentato) con quella che è la leggenda legata all’abbazia ed alla regina di Padmos. Un libro ben costruito, ordinato, con precise indicazioni storiche, anche molto divertente e con un ritmo molto vivace. Una commistione fra mito e romanzo che non rende più confusa la narrazione ma anzi ne arricchisce il racconto lo rende più interessante. Un romanzo non banale, coinvolgente che fa conoscere un luogo e la storia non molto conosciuta ad esso legato. Complimenti all’autore.
KILLERS: GENTE CHE UCCIDE E. Misici
Killer: gente che uccide è un bel romanzo scritto da Emiliano Misici pubblicato in proprio all’inizio del 2020. Il libro è a tutti gli effetti un giallo anche piuttosto cruento ma raccontato con una spessa vena ironica che coinvolge tutto il racconto e che fa dei suoi protagonisti dei personaggi spesso divertenti e un po’ pasticcioni. Sono chiamati inizialmente a risolvere un solo caso di omicidio, per quanto complicato ed oscuro, ma poi diventano due, poi tre e poi una vera e propria carneficina. Il libro inizia in maniera molto divertente per gli esilaranti pensieri che investono il protagonista principale del romanzo, Vincenzo, in attesa, in uno studio medico, degli esiti di alcuni esami oncologici che lo preoccupano molto. Per fortuna il suo si rivelerà un tumore benigno che da li a breve sarà chiamato ad asportare. Quando rientra in ufficio, Vincenzo è un investigatore privato che però si occupa solo di scoprire coniugi fedifraghi, dato che, a suo dire, sono indagini più semplici e meno pericolose, la sua segretaria gli comunica che ha telefonato un certo Achille. Achille è un suo vecchio compagno di scuola col quale componeva insieme ad altri 3 ragazzi una temutissima squadra di calcetto, gli assassini, che vinceva immancabilmente tutti i tornei a cui partecipava. Era un gruppo molto affiatato appassionato di musica metal che però a seguito di alcuni “contrattempi” si sono via via persi di vista. Ora Achille chiede a Vincenzo di aiutarlo a scoprire chi ha ucciso Emma. La donna attualmente è la sua amante, infatti lei ora è sposata, ma un tempo sarebbe dovuta diventare sua moglie, si erano lasciati poco prima del matrimonio. Purtroppo però Achille non fa neppure in tempo a iniziare ad indagare perché a seguito della raccolta, da parte della polizia, di prove schiaccianti a suo carico, verrà accusato dell’omicidio ed incarcerato. Da qui partono una serie di avventure che vedranno coinvolti tutti i suoi ex compagni di squadra che nel frattempo si sono riuniti per provare a scagionare il loro vecchio amico. Faremo conoscenza di personaggi alquanto singolari e bizzarri. Un romanzo scritto molto bene, scorrevole, divertente, dinamico, che fa fare più di un sorriso ma che quando le cose si complicano diventa molto serio e incisivo. La trama gialla è ben delineata ed il serial killer molto pericoloso e assetato di sangue. L’epilogo riporta ordine nel grande caos che si era generato anche se non tutto va nel verso sperato. Un finale giusto coerente col resto del racconto e non banale. Complimenti all’autore che ha scritto un romanzo che si legge molto volentieri col quale si entra presto in sintonia e nel quale ci si ritrova a fare il tifo per i nostri eroi per caso.
IL GIORNO MANGIA LA NOTTE S. Bottani
Il giorno mangia la notte è il libro di esordio di Silvia Bottani. Il romanzo è edito dalla casa editrice SEM. Il libro ha per protagonisti Naima e Stefano. Naima è nata in Italia ma da genitori originari del Marocco. Proviene da una famiglia di estrazione molto umile. La mamma (Fadila) all’inizio del romanzo subisce uno scippo e, successivamente, un investimento da parte di un automobilista di passaggio. Viene ricoverata in gravi condizioni in ospedale. Il padre è morto qualche anno prima. Ha un fratello sposato di nome Said. Naima lavora come insegnante di sostegno e nel tempo libero frequenta una palestra dove segue un corso di kickboxing. Stefano è un giovane benestante con idee nazi-fasciste fa parte di un collettivo di destra ed ambisce ad entrare in politica. I suoi genitori sono separati, essenzialmente per colpa del padre (Giorgio) un tempo brillante agente pubblicitario oggi un irrecuperabile ludopatico, forte bevitore ed occasionale consumatore di droghe. Proprio per questo è stato lasciato dalla moglie (Marina) e da allora è entrato in un vortice di autodistruzione rendendo la sua vita un completo fallimento: senza lavoro, pieno di debiti e con la dipendenza del gioco. Persona inaffidabile e scostante è ultimamente in rotta anche con il figlio. Naima e Stefano vivono entrambi a Milano. Sono due mondi agli antipodi che si incontrano, (in verità il primo incontro è un litigio), nella palestra che entrambi frequentano. Anche se provenienti da realtà opposte sentono una forza che li attrae uno verso l’altro e, a dispetto di ogni logica, vengono in contatto e pur mantenendo per sé stessi il loro universo di amicizie e di abitudini. Continuano a stare insieme bisognosi entrambi di dare e ricevere amore. Un amore intenso senza freni. Intorno a loro il mondo procede veloce ma loro sembrano non accorgersene e comunque non ne sembrano più cosi interessati anche se hanno entrambi alcuni conti in sospeso che in qualche modo devono chiudere. Naima deve ripensare il suo rapporto con Davide e con Giulia. Stefano deve chiudere il suo rapporto clandestino con Elena, madre del suo migliore amico (bufalo) nonché socia nello studio di avvocati dove fa praticantato. E la sua passione politica ed il suo credo fascista? Come si può conciliare con l’amore per una ragazza mulatta di origine africana? Un libro intenso che affronta temi importanti attraverso personaggi che entrano nel cuore ed ai quali ci si affeziona. La vita di due ragazzi ormai adulti che devono confrontarsi con un sentimento che non conoscono che va aldilà dei pregiudizi e che devono imparare a gestire. Di fronte a loro un mondo che non conosce pace. Giorgio perennemente nei guai, Elena arrivista e gelosa. Matteo e Andrea che da Naima vorrebbero ben di più che una sincera amicizia. Scritto in maniera diretta, a volte brutale, a volte poetica. La scalata politica di Stefano avrà una battuta di arresto o proseguirà? Purtroppo, e questo a parer mio è il lato dolente del romanzo, a questa ed alle altre domande non c’è risposta perché il libro termina senza chiudere nessun discorso aperto. Probabilmente dovremo aspettare il prossimo romanzo di Silvia Bottani per avere le risposte o forse, ma spero tanto non sia cosi, il romanzo ha voluto semplicemente raccontare un pezzo di vita di alcune persone come ce ne sono tante. Lo ha fatto con sapiente poesia e delicatezza ma, ugualmente, questa mancanza di finale un po’ mi disorienta.
IL BAMBINO CHE DISEGNAVA LE ANIME T. Pagano
L'INNOCENZA NON ESISTE m. Bagnato
LE OMBRE NON TEMONO IL BUIO A. Neri
Le ombre non temono il buio è il primo romanzo scritto da Alessandro Neri, autopubblicato alla fine del 2019. Si tratta di un thriller classico con tutte le caratteristiche peculiari di questo genere: serial killer, commissario, agenti, indagini ecc. Mi dispiace molto non essere riuscito a reperire informazioni sull’autore soprattutto perché gli avrei voluto fare “personalmente” i complimenti. Ma di lui sui social non c’è traccia, pazienza. Il libro inizia subito “forte” con il primo brutale omicidio di un assassino seriale che, a Milano, nei giorni immediatamente prima del natale, sommersa da una nevicata eccezionale, miete le sue vittime spinto da motivazioni assai discutibili ma dal suo punto di vista ineccepibili. Ad indagare viene chiamata la squadra agli ordini dell’ispettore Giulio Romano. Da qui entrano in scena i due veri protagonisti del giallo ovvero gli agenti Luca Martini ed Eva Leone. Lui è un poliziotto esperto seppur giovane. Un poliziotto con maniere un po’ troppo rudi che gli hanno fatto guadagnare più di un richiamo dai suoi superiori, lei invece è alla sua prima indagine sul campo. All’inizio si trova un po’ spaesata a calcare la scena di un crimine. Quelli su cui indaga poi non sono omicidi qualunque perché il serial killer che insanguina le strade di Milano è molto crudele e determinato. Pian piano però prende maggior dimestichezza con quell’ambiente degradato e diventa così la protagonista assoluta del romanzo. Le sue intuizioni saranno di grande aiuto alle indagini cosi come il suo coraggio. Le forti motivazioni non le mancano. Proprio per questo è entrata in polizia, da giovanissima ha infatti subito un tentativo di stupro e da allora ha deciso di difendere le persone perbene dai soprusi e dalle ingiustizie. Un romanzo thriller ricco di colpi di scena e di momenti emozionanti. Le sorprese non tardano ad arrivare è già ben prima della metà siamo completamente sopraffatti dalla spietatezza del maniaco omicida. Situazioni verosimili (a mio giudizio non tutte, per la verità) e indagini condotte con logica rendono il libro molto coinvolgente. Un giallo cinico, che non risparmia situazioni anche inaspettate, con un finale spietato e molto intenso. Un libro che mantiene un buon ritmo per tutta la sua durata e nel quale non ci sono cali evidenti di tensione. Un thriller classico ma con alcune peculiarità che lo rendono non comunissimo. Un romanzo non banale che tratta un tema e pone interrogativi molto attuali che, leggendolo, dà adito ad ampie discussioni. Ribadisco i complimenti all’autore con l’auspicio di poterlo presto conoscere anche attraverso i social.
Bora nera è un romanzo thriller scritto da Salvo Bilardello ed edito da Maratta edizioni. Birardello è nato a Marsala, di professione chimico ma grande appassionato di libri e di scrittura. Passa parte dell’anno a Trieste e questo racconto è anche un personale omaggio alla città alabardata. Il protagonista è il commissario Renzo De Stefano, siciliano di nascita, che è al suo primo giorno al commissariato di Trieste proveniente da quello di Aquileia. Si è trasferito per seguire la sua compagna Ilaria, originaria proprio di Trieste, ma residente anche lei ad Aquileia che vedeva nella città più numerose possibilità di lavoro, lei che è archeologa. Subito gli si presenta un caso assai complicato. Scoprire l’autore di un omicidio avvenuto nel parco della rimembranza di San Giusto. La mancanza di documenti e della testa dell’uomo assassinato ne rendono difficile l’identificazione che una volta avvenuta, comunque, non semplifica per nulla le indagini anzi, le complica ulteriormente. De Stefano si avvale della preziosa collaborazione degli ispettori Diodovich e Drago che contribuiranno fattivamente alla ricostruzione di quello e degli altri delitti che seguiranno, giungendo, alla fine, ad arrestare l’insospettabile colpevole. Il commissario viene giudicato un tipo scontroso e burbero ma chi lo conosce bene, come la sua compagna o i suoi carissimi amici Marina e Roberto (che avranno un ruolo fondamentale nel romanzo) sanno che è solo una corazza per difendersi da tutte le persone con cui ha a che fare: questore, sostituti procuratori, avvocati, medici legali quasi mai ben disposti verso quell’uomo venuto da tanto lontano. Un romanzo molto curato e ben sviluppato. Un thriller classico con alcune peculiarità che lo rendono piuttosto originale. Intanto la città nella quale è ambientato. Non sono molti i romanzi che parlano della città di Trieste. Proprio la città è, a tutti gli effetti, una protagonista del romanzo infatti l’autore la descrive minuziosamente, ci parla dei suoi luoghi più caratteristici, delle sue usanze, dei suoi bar e dei suoi ristoranti storici, della bora e delle sensazioni che quella terra suscita nei protagonisti. Un’immersione totale, in questo luogo teatro del romanzo così come nei personaggi che lo animano. Anche loro sono ben delineati, soprattutto nei propri tratti psicologici. La loro vita diventa anch’essa elemento di spicco della vicenda fondendosi bene con le indagini portate avanti dagli inquirenti. Una storia non banale con buoni meccanismi investigativi che la rendono molto coinvolgente.
MORTI SOPRAVVISSUTI A. Sapienza
Morti sopravvissuti è il primo libro scritto da Andrea Sapienza. Romanzo autopubblicato, uscito nel marzo di quest’anno. Il protagonista è Poppy, (al secolo Filippo Toselli), il giovane rampollo di una famiglia benestante proprietaria di una ditta, la Tosefer, che vende macchinari industriali. Filippo vive a Villaforte ed è un ex di tante cose: studente, frequentatore di locali notturni, mantenuto. Ora è solo Poppy, lo è da quando una mattina assiste all’esecuzione di suo padre da parte di uno dei tre malviventi che hanno assaltato una banca nella quale era andato per accompagnare il genitore a fare delle operazioni. I tre, coperti con le maschere di Minnie, Pluto e topolino per inesperienza combinano un vero casino all’interno della filiale. Entrano facendosi scudo con la guardia giurata presente all’ingresso ma non la disarmano ed appena entrati, forse in preda al panico, uccidono subito Giancarlo Toselli. Poppy è li immobile, paralizzato dal terrore ma poi si ridesta, si accorge che la pistola della guardia è ancora nella fondina ed approfittando della distrazione dei tre assalitori, intenti a raccattare il denaro, se ne impossessa e comincia a fare fuoco all’impazzata. Risultato della sparatoria: tre banditi uccisi più la guardia giurata, il padre di poppy trucidato insieme ad un altro cliente della banca. La co-protagonista è Cristina, una giovane ragazza, anch’essa di Villaforte che dopo il matrimonio con Francesco, un uomo di 17 anni più vecchio di lei, è andata a vivere a Bolzano, città originaria del suo sposo. Ora però dopo 3 anni di matrimonio ha deciso di lasciarlo per una moltitudine di motivi, il principale dei quali è che non sopporta più il suo odore. “…quell’odore che usciva da tutti i pori e la investiva come un vento caldo…”. Francesco è un tipo scontroso, violento (non con lei), presuntuoso, ma per amore Cristina era passata sopra tutto, ma ora quell’odore nauseabondo non lo poteva più sopportare e rendeva anche tutti gli altri difetti indigesti. Cosi un pomeriggio mentre lui è fuori scappa e torna dai suoi genitori a Villaforte in Piemonte. Queste due esistenze complicate e tormentate avranno modo di rincontrarsi (si conoscevano già da giovanissimi) e di vivere situazioni fuori dall’ordinario. Un libro che mi ha incuriosito appena ne ho scoperto l’esistenza e ne ho letto la quarta di copertina. Tratta un argomento affascinante: la violenza vista non come singolo atto criminale ma come malattia contagiosa. “…cosa fa presagire un caso di violenza? Il preannunciatore più rilevante di un caso di violenza è un precedente caso di violenza…” sono le parole pronunciate dall’epidemiologo Slutkin. Nella situazione creata da Sapienza, Poppy dopo quella rapina non è più lo stesso, utilizza la violenza come diversivo contro la noia. Amico di scorribande di altri due ragazzi (i suoi bandoleri), da li in avanti comincerà a “giocare” molto più pesante. Perché la violenza è una malattia, magari è quiescente, ma è pronta ad esplodere quando ne veniamo in contatto. La nostra vicinanza ad un elemento infetto (un violento) sviluppa anche in noi questa tendenza, che può manifestarsi al di là della nostra volontà. Poi c’è la questione dei livelli ai quali, secondo la teoria di Fede (uno dei bandoleri), ogni individuo appartiene. Ognuno il proprio lo sceglie, anche inconsciamente, in base al carattere ed al contesto in cui si trova a vivere. Una volta entrato in un livello è praticamente impossibile uscirne. Ci si deve comportare sempre come il livello richiede e vedere le cose sempre da quella prospettiva. Tutti i protagonisti del libro aumentano la loro aggressività e il loro livello di violenza spinti dal loro vissuto o influenzati dai comportamenti chi gli sta intorno. Sapienza utilizza i personaggi del libro per esporre queste teorie che per quanto fantasiose per me hanno un fondo di verità. Sono affascinanti e permettono di interpretare l’epoca violenta in cui viviamo da una prospettiva particolare. Come prosegue il racconto deve rimanere una sorpresa che invito a colmare perché il romanzo è coinvolgente ed anche divertente con una scrittura forse non curatissima, ed una versione ebook rivedibile (per qualche errore di troppo), ma dalla trama originale con un ritmo vivace e descrizioni, di situazioni e di stati d’animo, molto incisive. Uno scrittore sicuramente da tenere sotto osservazione. Complimenti.
72 ORE E. Carletti
72 ore è il titolo dell’ultimo romanzo thriller scritto da Elena Carletti, autrice che da sempre fa ricorso al self publishing per pubblicare i suoi libri. Elena Carletti è fondamentalmente un’autrice di thriller (questo è il suo terzo giallo) ma spesso ha fatto anche incursioni nella narrativa come col bellissimo Indelebili (tracce) uscito nel 2019. 72 ore vede come protagonista Elisa Romiti, la moglie del re del tessile Enrico Loverso. Una moglie all’apparenza molto devota ed innamorata del marito. Grande amante di giardinaggio e di moda è una persona umile malgrado la sua posizione sociale. Il suo passato è avvolto dal mistero, inizialmente si sa solo che è rimasta orfana da piccola ed ha passato gran parte della sua vita in un istituto. Questo è anche il poco che sa di lei il marito. E tanto gli basta, infatti lui è un uomo narciso e presuntuoso la cui unica preoccupazione è quella di apparire sempre in ordine e sorridente e poter sfoggiare al suo fianco una bella donna, giovane e molto affascinante. Come fosse un accessorio. Per provocare invidia ed ammirazione. Del suo passato non se n’è preoccupa affatto, non è quello che gli interessa non gli farebbe comunque guadagnare punti. Elisa da quando è sposata (5 anni) per 3 giorni all’anno, (da qui 72 ore), abbandona la sua dorata routine prepara una valigia e si assenta senza dare troppe spiegazioni a Enrico il quale comunque non sembra troppo interessato. Non le ha mai chiesto chiarimenti e la lascia fare perché l’importante e che non disturbi i suoi affari. Ma negli ultimi tempi la gelosia ha cominciato a fare capolino tra i suoi pensieri. Cosi da cinque mesi ha ingaggiato un investigatore privato (Fabrizio) per osservare tutti gli spostamenti della moglie. Ma la sua condotta fino ad ora è stata ineccepibile. Quell’anno quindi, quando lei si assenterà per i suoi 3 giorni segreti, avrà un angelo custode che osserverà i suoi movimenti pronto a riferirli a suo marito. Da qui prende avvio una vicenda piena di sorprese e di momenti emozionanti. Dove per buona parte del libro assisteremo agli spostamenti di Elisa senza capirci molto. Farà delle cose apparentemente stravaganti che però per lei hanno un profondo significato. Durante il racconto conosceremo anche molti altri personaggi alcuni viscidi come Piero altri positivi come Fabio. Scritto in modo molto scorrevole, si legge con curiosità e trepidazione. Nella seconda parte il ritmo aumenta e molti misteri verranno svelati. La parte finale è veramente emozionante. Colpi di scena in successione, ritmo vertiginoso e situazioni che costringono il lettore a fare molte considerazioni su ciò che sta accadendo, venendo spinto a giudicare sia il comportamento di Elisa ed anche quello di Enrico. Un libro non banale che attraverso un racconto originale invita a porsi domande fondamentali per la vita di ognuno. Non posso svelare di più di ciò che accade nel romanzo ma è certo che questo libro è una ulteriore dimostrazione delle ottime capacità di Elena Carletti, in grado di inventare trame e percorsi sempre intricati per giungere ad una conclusione semplice ma assai sorprendente. Complimenti.
ROSSO VIOLENTO L.Costantini L. Falcone
Rosso violento è un romanzo thriller scritto da Laura Costantini e Loredana Falcone e pubblicato attraverso il self publishing con la casa editrice da loro creata. Un romanzo non recentissimo, il primo di una trilogia, “noir a colori”, a cui sono seguiti poi Verde profondo e, a febbraio di quest’anno Giallo sporco. Un libro che avevo in animo di leggere da tempo attratto dalla quarta di copertina che racconta una vicenda molto intrigante. Il romanzo parte immediatamente con "sequenze" piuttosto forti. Scott Sanders subisce una dolorosissima e letale amputazione. Viene privato dei genitali da una donna che aveva rincontrato poco prima, dopo un suo primo precedente tentativo, “maldestro”, di approccio. Gli viene poi imbrattata la bocca con un rossetto e lasciato agonizzante nella sua auto. Perché questa violenza? E perché proprio a Scott? Dopo queste primissime pagine scioccanti conosciamo pian piano tutti quelli che diventeranno i personaggi più importanti del romanzo. Le agenti appena uscite dall'accademia, Ashley Marler e Sandy Delano, componenti della sezione Giovani e comunità, il capitano Vernon e il tenente Greyford che invece fanno parte dell’Unità vittime speciali. Marler, malgrado il suo ruolo non operativo, sarà coinvolta nell’indagine per scoprire chi abbia ucciso Sanders e da quel momento affiancherà, anche se non da subito ufficialmente, le operazioni investigative portate avanti principalmente dal tenente Greyford. I primi sospetti sono a carico di una figura a loro molto vicina e dal passato misterioso, quindi anche facilmente sospettabile, ma dopo vari accertamenti questa ipotesi cade, in più per i giorni degli omicidi sembrerebbe avere un alibi. Si deve prendere allora un’altra strada. Si scoprirà cosi che lo stesso modus operandi di questi delitti è stato seguito anche per diversi altri omicidi avvenuti anni prima ed in altre città. Forse è questa la pista giusta da seguire. Una vicenda molto intricata ma molto ben concepita, sviluppata con ordine che coinvolge fin da subito il lettore a partecipare alle indagini e a cercare di dipanare l’inestricabile matassa. Molte cose rimangono sapientemente avvolte nel mistero fino al termine ed anzi anche dopo aver ultimato il libro alcuni dubbi su come sono andate veramente le cose rimangono. Ci si affeziona ai personaggi principali, tutti, per vari motivi, rimangono nel cuore, certo Ashley e Sandy sono i personaggi che con le loro fragilità e con la loro grinta e determinazione regalano le emozioni più forti ma anche con Greyford e Vernon si entra presto in empatia. Una vicenda misteriosa e dolorosa che tratta un argomento non banale, che le due autrici hanno descritto molto bene regalando al romanzo una intensità non comune. Un romanzo senza cali di tensione che mantiene un ritmo veloce e descrizioni sempre incisive. Si viene spesso assaliti dal dubbio che chi venga ingiustamente accusato del delitto possa in realtà esserne veramente l'artefice. Il finale spiazza e regala altri momenti di grande impatto. Complimenti alle autrici per aver scritto un thriller molto avvincente. Sono molto curioso di leggere anche gli altri due episodi della trilogia. Del secondo ce ne un piccolo accenno al termine di questo libro e devo dire che promette molto bene. Consigliato.
LA VERITA' DEI TOPI M. Nuzzolo
VERDE PROFONDO Costantini/Falcone
Verde profondo è il titolo del secondo libro della trilogia “noir a colori” creata dal duo scrittorio Costantini/Falcone. E’ stato pubblicato nel 2019, attraverso il self publishing. In questo secondo romanzo ritroviamo i tre protagonisti principali del primo capitolo ma in situazioni molto diverse da come li avevamo lasciati. Sono passati ormai dieci anni dall’epilogo dell’indagine che sconvolse le vite di Ashley, Ian, e Valerio. Il capitano Vernon è uscito dai ranghi della polizia. Ora vive nel Vermont isolato dal resto del mondo, vive solo di dolorosi ricordi che stanno sempre più sbiadendo dalla sua memoria. Ashley Marler è sempre una ottima poliziotta e Valerio è diventato capitano della unità crimini speciali. Ashley è costretta dalla disperazione a fare una cosa che nei precedenti dieci anni non ha mai avuto il coraggio di compiere, consapevole che Ian per quel che è successo la odia, ma non ha scelta. Telefona a Vernon, e gli racconta che Valerio Greyford, che si trovava in Italia da 2 settimane per riallacciare i contatti con i suoi parenti italiani, non dà più notizie di sé ormai da alcuni giorni. Il fatto è alquanto preoccupante. L’ultima volta che lo ha sentito era in procinto di prendere l’aereo che lo avrebbe riportato a casa. Ma a Chicago non è mai arrivato. Allertati da Ashley, dopo alcune ricerche, i carabinieri di Frascati hanno ritrovato la sua auto, con documenti e cellulare a bordo, sulle rive del lago di Castelgandolfo. Gli inquirenti italiani sono convinti che si sia suicidato; ma Ashley, che è anche la sua compagna, non ci crede, ritiene ci debba essere un’altra spiegazione. Vuole assolutamente recarsi in Italia e riesce a convincere Vernon a partire con lei per seguire da vicino le indagini. In Italia i due investigatori americani scopriranno a poco a poco informazioni importanti delle quali i carabinieri, certi del suicidio del capitano, non hanno neppure provato ad appurare. La vita dei tre funzionari ne uscirà nuovamente sconvolta ed anche questa volta non sarà semplice rincollare i cocci di vite sempre più lontane tra loro. Il romanzo è una conferma delle ottime capacità delle autrici. Una vicenda che seppur veloce, dovuta soprattutto ai ritmi alti tenuti dal racconto, ed alla sua contenuta lunghezza, risulta molto ben concepita ed articolata. Senza punti poco verosimili o improbabili. Tensione sempre ben alta in ogni passaggio del libro. Si legge con estremo coinvolgimento ed interesse. Le figure protagoniste della vicenda sono sempre ben tratteggiate e descritte e non si fa difficoltà ad empatizzare con loro, scegliendo, di volta in volta, il proprio personaggio preferito. A me in questo romanzo è piaciuta molto la figura di Adriana, personaggio molto ben inserito nel contesto del romanzo; è una giornalista d’assalto che fiuta la possibilità di fare il grande scoop seguendo da vicino le vicende che hanno portato in Italia dei membri della polizia americana. Ma si muove sempre con correttezza risultando un supporto importante per il duo americano. Ancora complimenti, ora la trilogia va assolutamente completata con l’ultimo romanzo che si intitola Giallo sporco e che è uscito all’inizio di quest’anno. Sperando che non sia l’ultima volta che si ha l’opportunità di leggere thriller scritti da Costantini/Falcone perché li ritengo molto coinvolgenti.
valutazione: buono 📘📘📘📘
UN PASSATO SCOMODO M. Moro
L’ultimo libro pubblicato, col self publishing, dalla prolifica autrice Marialuisa Moro si intitola Un passato scomodo. Si tratta di un thriller, rappresenta il terzo libro della trilogia che si era aperta col romanzo Puzzle ed è poi proseguita con Delitti artici e che vede gli stessi protagonisti principali e cioè Stig Olsen e Mina Halvorsen. In questo giallo Mina Halvorsen, poliziotta nella città di Tromso, diventerà la protagonista principale della vicenda. Il commissario Stig Olsen è ormai lontano. Si è trasferito ad Oslo dopo la sua ultima indagine che per poco non lo uccideva. Il cuore di Mina sanguina ancora nel suo ricordo ma è consapevole che è un uomo irrecuperabile per quanto sia maschilista e borioso, ligio al dovere ma poco attento ai sentimenti. Mina ha deciso di trascorrere qualche giorno in compagnia della sua amica Ruth, nella casa di famiglia di quest’ultima a Nordfold, nella contea di Nordland. In piena notte però la casa si allaga a causa delle tubature ormai vecchie e logore della villetta. Grazie a quel contrattempo Mina rinviene un anello che le risulta familiare, sembra proprio l’anello di sua madre morta 25 anni prima, ma il suo ritrovamento non mette particolarmente in allarme la poliziotta, non subito almeno. Senza troppo addentrarsi nel racconto, che merita di essere letto, e per il quale quindi è più che giusto mantenere un po’ di mistero si può dire che, anche a causa di quella scoperta, si scateneranno una serie di avvenimenti che porteranno Mina ha rivedere gran parte del suo passato e dei rapporti intercorsi nella sua famiglia. La sua sarà un’indagine a tutti gli effetti anche se non autorizzata che la metterà in grave pericolo. Nel contempo altre situazioni si verranno a creare, incidenti mortali che all’apparenza sembrano accidentali, ricatti, sparizioni. Anche il commissario Olsen verrà coinvolto nell’indagine tornando nuovamente, prepotentemente, alla ribalta e risultando ancora una volta fondamentale per la soluzione del caso. Un romanzo molto intricato, con varie storie che si intrecciano e con un ritmo sempre elevato nei vari momenti del racconto. Non ci si annoia di certo, la Moro costruisce una trama e sviluppa una vicenda piena di sorprese e di…cadaveri che coinvolge e tiene ben desto il lettore. Anche per questo si legge in un soffio e lascia una certezza: aver letto un nuovo appassionante libro scritto da un’autrice ormai molto rodata nel genere thriller, che conosce bene i meccanismi migliori per tenere il lettore in tensione e per sorprenderlo con situazioni sempre nuove ed imprevedibili. Complimenti e…al prossimo libro.
Valutazione: buono 📘📘📘📘
LA FELICITA' SI RACCONTA SEMPRE MALE G. Schillaci
Il romanzo scritto da Gaudenzio Schillaci La felicità si racconta sempre male ed edito dalla casa editrice Dialoghi è un libro di non facile collocazione. È sicuramente un noir, ma non solo, dove l'episodio omicidiario passa in secondo piano rispetto alla descrizione dei personaggi, delle loro vicissitudini e delle loro vite tormentate. Una serie di soggetti che, con la loro storia ed i loro pensieri, creano la struttura fondamentale di questo romanzo molto introspettivo, dove l'aspetto psicologico dei protagonisti riveste un aspetto importante all'interno della vicenda narrata. Protagonista principale è il commissario Bovio. Ma tanti altri sono i personaggi pronti a rubargli la scena. A cominciare da Gerri Santiloro. Il romanzo infatti inizia col ritrovamento del suo cadavere. È stato giustiziato con 13 colpi di pistola esplosi da due sicari che lo hanno ucciso con motivazioni non chiare. Nelle sue tasche viene trovata una lettera che assomiglia molto a quelle che lascia chi si suicida, complicando cosi ancora di più lo scenario. Il romanzo prosegue raccontando in parte ciò che ha anticipato quel momento. Inizia cosi il racconto di come Gerri avesse l’abitudine di passare la giornata affacciato ad una vetrina, seduto ad un tavolino di un bar di Catania, il Palomar. Gerri è un personaggio enigmatico che ha trascorso i suoi ultimi mesi di vita a leggere ed a scrivere sul pc. L’unica con la quale ha avuto un minimo di rapporto umano e la commessa del bar, Cristina Selleri. In realtà è lei ad avvicinarsi a lui, colpita dalla sua misteriosa figura che emana in lei un fascino irresistibili. Dopo questo breve incipit seguiamo al presente le indagini portate avanti dal commissario Davide Bovio coadiuvato dall’ispettore Bonanno. Ed è proprio dall’interrogatorio di Cristina che veniamo a conoscere gran parte dei particolari della vita di Gerri, il resto lo faranno le indagini. Il finale sorprende e lascia il lettore senza parole quando viene a conoscere i motivi per cui il Santiloro è stato ucciso. Il romanzo di Schillaci è un noir molto coinvolgente che scava a fondo nelle inquietudini dei suoi protagonisti. Tutti con una storia particolare da raccontare. Un romanzo che conquista per la sua originalità e per la storia che l’autore ha creato intorno alla figura di Bovio. Il commissario è l’elemento emblematico di tutto il romanzo, con le sue contraddizioni e la sua vita disordinata. Il cambio di destinazione che il fato ha impresso alla sua vita lo hanno messo in crisi rendendolo quanto mai burbero e cinico. All’età in cui i sogni si fanno più solidi era un giovane forte calciatore pronto ad esordire in serie A tra le fila dello spettacolare Foggia di Zeman, niente meno che nell’incontro che vedeva la compagine pugliese al cospetto della juventus. Ma la sfortuna con lui si rivelò implacabile e solo pochi minuti dopo essere sceso in campo subì un grave infortunio che pose fine alla sua promettente carriera. Dalle stelle alle stalle, il suo carattere già difficile non resse e si trasformò nella persona scontrosa e scostante che è ora. Un commissario dai metodi sbrigativi ma efficienti. Un commissario del quale, spero, sentiremo ancora parlare. Complimenti all’autore.
valutazione: buono 📘📘📘📘
OMBRE DI VETRO F. Mundadori
Ombre di vetro è un romanzo thriller del 2018, scritto da Fabio Mundadori e pubblicato dalla Damster. Solitamente leggo libri più recenti, raramente faccio eccezioni ma questa è una di quelle volte. Non potevo proprio esimermi dal leggere questo romanzo che rappresenta il sequel di L’altra metà della notte scritti entrambi da Fabio Mundadori. L’altra metà della notte mi aveva completamente conquistato non soltanto per la storia raccontata ma proprio per la qualità della scrittura. L’avevo letto nella ricorrenza dei 40 anni trascorsi dalla strage di bologna ai cui sopravvissuti è dedicato. Quindi l’ovvia conseguenza era leggerne il seguito. Ombre di vetro è un libro complesso, immagino studiato a lungo e con un grande lavoro per far combaciare tutti i pezzi del “puzzle”. E’ un romanzo thriller che vede protagonista il commissario Cesare Naldi, anche se in questa nuova avventura non è più funzionario di Polizia ma titolare, insieme alla donna che ama (Cristina Mancini), di una agenzia investigativa. La sua fuori uscita dalla polizia è stata dolorosa ma “obbligata” dopo gli avvenimenti di un anno prima. Un omicidio compiuto in quei giorni a Bologna richiama alla memoria il modus operandi di un serial killer a cui aveva dato la caccia proprio Naldi trent’anni prima. A distanza di tanti anni mammana, chiamato così perché uccideva giovani donne in gravidanza e ne asportava il feto, sembra essere tornato. Un vero rompicapo, al quale la polizia col nuovo, ed inconcludente, commissario Malerba stenta a trovare una soluzione. Si tratta di un emulatore o di una semplice coincidenza? Alla vice questore, Silvia Severi, viene presto in mente il vecchio caso con protagonista il serial killer. Decide allora di chiamare colui che per primo gli diede la caccia, mettendosi contro l’intera procura. Così entra in gioco nelle indagini Cesare Naldi che da quel momento cercherà di far luce sul “nuovo” mammana e magari anche su quello originale. Nel raccontare l’incipit mi fermo qui, perché il libro è molto più articolato e complesso di quello che si riesce a trasmettere descrivendone la trama e poi perché di un thriller meno si svela, e più si lascia la sorpresa al lettore, meglio è. Questo romanzo mi ha coinvolto moltissimo, l’ho letto in brevissimo tempo e mi ha molto colpito. Con queste premesse, appena terminata la lettura, se ne vorrebbe scrivere subito la recensione anche per poter testimoniare a caldo le sensazioni che ti ha trasmesso, le emozioni che ti ha fatto vivere. Ma un romanzo, almeno per me è così, dopo averlo terminato, e prima di poterlo raccontare agli altri, deve rimanere dentro di te qualche ora a sedimentare, per essere meglio “digerito”. Come avviene per alcuni vini, che prima di essere gustati devono essere versati nel decanter per farne depositare profumi e sedimenti. Questo romanzo non ha fatto eccezione, anzi, questo, più di altri, ha avuto bisogno di “riposare” dentro di me. Non nascondo che ho dovuto rileggere alcuni passaggi che mi erano rimasti un po’ oscuri ma poi tutto si è chiarito e l’opinione finale è quello di aver letto un romanzo con i fiocchi: complesso, con un ritmo molto sostenuto, scritto con molta attenzione e senza errori di editing. Con personaggi indimenticabili, alcuni alquanto inquietanti altri a cui ci si affeziona immediatamente. Finale sorprendente, che non fa sconti, perfettamente in linea con l’asprezza del racconto. Finale che mi fa sperare che per Cesare Naldi non sia finita qui. Anche se la vita d’ora in avanti per lui sarà un inferno. Complimenti a Fabio Mundadori che ha scritto ancora una volta un romanzo molto bello con una trama complessa e per nulla banale, che va letto con attenzione.
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
FORMULE MORTALI F. Morlupi
Formule mortali è il primo romanzo scritto da François Morlupi con protagonista il commissario Ansaldi. Anche in questo caso parlo di un libro un po’ datato, pubblicato dalla casa editrice Croce libreria nel 2018. E’ appena uscito Il colbacco di Sofia, la seconda indagine del commissario Ansaldi. Ma io volevo conoscere questo singolare investigatore fin dal suo nascere e non potevo esimermi quindi dal leggere il romanzo che raccontava della sua prima indagine. La vicenda descritta in Formule mortali ha per protagonista la squadra investigativa del commissariato di Monteverde a Roma. Una squadra di poliziotti eterogenea che ha al comando il commissario Ansaldi, poi ci sono la vice ispettrice Eugenie Loy, gli agenti Roberto Di Chiara, Matteo Caldara, William Leoncini. Una squadra composta da agenti molto preparati ma con peculiarità uniche. Il commissario Ansaldi è frequentemente preda di attacchi di panico, che danno origine a svenimenti e tachicardia che tiene sotto controllo con ingenti quantità di ansiolitici; è un “inguaribile” ipocondriaco e un maniaco dell’ordine. Eugenie Loy invece è una ragazza sempre imbronciata, che rifugge qualsiasi contatto umano, che non sa sorridere ma neppure piangere. Una donna con un grosso trauma alle spalle non elaborato a dovere. Gli agenti sono grandi amici tra loro ed anche molto scrupolosi sul lavoro. Leoncini è un ragazzo di colore, africano di nascita, adottato piccolissimo da una coppia romana. Sono tutti alle prese con efferati e crudeli omicidi compiuti nella città di Roma da un serial killer assolutamente fuori controllo che lascia, a firma dei suoi delitti, delle formule matematiche o fisiche che dovranno essere, in qualche modo, interpretate dai nostri investigatori, per riuscire a capire le motivazioni che spingono l’assassino ad agire con tanta efferatezza. Un romanzo thriller con un finale sorprendente, che non farà sconti per nessuno e che lascerà il lettore stupito e per certi versi anche incredulo. Un romanzo coinvolgente che mi ha fatto conoscere dei personaggi singolari ed assolutamente imperfetti, ma dotati di grande umanità e coraggio. Un libro che alterna momenti in cui descrive situazioni molto forti, al limite del sopportabile ed altre molto più “casalinghe”, più rilassanti quasi da commedia e non da giallo. Probabilmente questa scelta era necessaria per meglio reggere i momenti più esasperati. E’ indubbio però che questi momenti creano un grande calo della tensione narrativa che lo scrittore ha costruito e non sempre, almeno a livello personale, l’ho trovata una cosa positiva. La vicenda è plausibile ed il suo sviluppo certamente verosimile, forse, solo le motivazioni che muovono gli assassini sono un po’ fumose, ma quando un assassino seriale entra in azione le sue motivazioni sono sempre discutibili quindi, anche in questo caso, anche questa situazione rientra nel possibile. In definitiva un romanzo godibilissimo con un ritmo non sempre ficcante ma che nell’ultima parte riserva grandi sorprese e situazioni imprevedibili che non lasciano il lettore con un attimo di respiro. Spero di riuscire a leggere quanto prima anche il romanzo con la seconda indagine del commissario Ansaldi, per il momento complimenti a François Morlupi per questo.
valutazione: buono 📘📘📘📘
ADRIATICA CRIME M. Ori
Adriatica crime è il romanzo d’esordio scritto da Marco Ori, pubblicato dalla Fanucci editore nel luglio del 2019. Viene considerato un giallo, ma per me è un bel romanzo di narrativa con pennellate di giallo e condito con tanta ironia ed un po’ di seriosa compostezza nel finale. Racconta la disavventura a cui vanno incontro tre amici di vecchia data, diversamente rapinatori, che però a causa del loro ultimo colpo, andato malissimo, negli ultimi tempi si sono allontanati. Arrigo ora lavora come netturbino, Ruperto vive in una roulotte, Mac accudisce una vecchia zia malata di Alzheimer. Ma non son sempre stati questo. Arrigo è stato un gran donnaiolo, maestro nell’arte della seduzione. Si faceva introdurre nei locali più di tendenza da compiacenti buttafuori e, una volta dentro, iniziava la caccia. Invece ora a causa del lavoro, che le impone alzatacce all’alba, non riesce più ad agganciare le prede migliori perché entrano nei locali a notte fonda, quando lui è gia in coma. Mac non ha mai avuto voglia di faticare e quando è venuto a conoscenza dal padre che una sua prozia moribonda, titolare di due pensioni, aveva bisogno di un badante non ci ha pensato due volte a proporsi, prefigurandosi la possibilità di farsi mantenere, peccato che adesso prende calci e pugni dalla vecchietta, quando arrivano le sue crisi dovute alla malattia. Ruperto vive ormai quasi come un barbone, è seguito da uno strizza cervelli, ed è alla perenne ricerca di emozioni forti che lo facciano sentire vivo. Non cerca soldi ma gloria. Due eventi cambiano in modo radicale la loro vita. Il ritrovamento da parte di Arrigo di una fascetta per banconote, con la dicitura 20000 euro, e la comparsa di un libro “motivazionale”. Per una serie di circostanze il trio si riunisce, con l’intento di portare a termine il colpo che cambierà loro la vita. Si sviluppa così un romanzo che racconta l’avventura di un trio di rapinatori improbabili e pasticcioni. Tre antieroi, tre persone normali, forse anche meno che normali, che uniscono le loro modeste forze per affrontare un nemico enormemente più scaltro e pericoloso. Ori costruisce una storia molto divertente con personaggi ben descritti che fanno sorridere dal primo momento che compaiono in “scena”. Dialoghi spassosi e grande ironia si susseguono in tutte le pagine del romanzo. Magari le coincidenze e le combinazioni che si alternano, ora a favore ora contro i nostri “eroi”, sono un po’ troppe diventando spesso eventi paradossali. Ma da un romanzo che vuole innanzitutto divertire questa licenza è concessa più che volentieri, anche perché il risultato è assolutamente esilarante e spassoso. Una storia con un lieto fine, ma non troppo, ed un finale dolce amaro, dove l’amaro prevale. Una conclusione non scontata, che lascia la porta spalancata ad un seguito che infatti e appena stato pubblicato col titolo di Cattolica crime, e che io certamente non mancherò di leggere. Complimenti all’autore.
valutazione: buono 📘📘📘📘
LO SPECCHIO DELLA MEMORIA R. Guerzoni
Lo specchio della memoria è il titolo del terzo romanzo di Roberto Guerzoni pubblicato dalla Bre edizioni nel giugno di quest’anno. Il romanzo appartiene al genere giallo-hard boiled e racconta una vicenda che si svolge principalmente nella città di Ferrara ma che nelle varie indagini sconfina anche nel polesine e nella città di Rovigo. Siamo nel periodo che va da novembre a marzo dell’anno successivo. Un periodo freddo piovoso e con spesse nebbie che rendono l’ambiente ancora più ostile e misterioso. Il protagonista, se ne vogliamo individuare per forza uno, si chiama Andrea Mariani fa il giornalista alla redazione ferrarese del Il resto del carlino e si occupa di politica. Nel momento in cui lo conosciamo ha una vita piuttosto disordinata, è separato ormai da diversi anni ed ha una figlia adolescente. Sempre appresso a qualche donna o ad allegre feste con amici. Da qualche tempo ha una compagna, Laura Guidi, ma non ha intenzione di impegnarsi seriamente. Dopo poche pagine dall’inizio il racconto si fa subito molto coinvolgente perché Mariani riceve una telefonata da un noto politico locale che le racconta della scomparsa della sua assistente. Si rivolge a lui perche lui sa che la donna è la compagna del giornalista, Laura Guidi appunto. Chiede se per caso la sentita perché non riesce più a rintracciarla. Da qui parte una vicenda molto intricata con un'altra protagonista di spicco, l’ispettore di polizia Giulia Baldini, che sarà fondamentale per giungere alla soluzione del caso. Il Mariani verrà coinvolto suo malgrado, non essendo un investigatore, nella ricerca di un serial killer che mieterà vittime senza una apparente logica. Un romanzo che mi ha convinto ed anche piacevolmente sorpreso. Anzi, più correttamente, devo dire che la lettura di questo libro mi ha confermato la crescita di Roberto Guerzoni come scrittore. Un racconto con un ottimo ritmo sin dalle prime battute. Una trama ben costruita, uno sviluppo ricco di suspense e di sorprese che inducono il lettore a pensare ad una soluzione ed invece in poche pagine tutto si ribalta le certezze diventano dubbi e non si è più certi di ciò che si era dato per assodato. Tiene con il fiato sospeso fin alle ultime pagine anzi le ultime pagine sono ancora piene di sorprese, forse le più dirompenti. Roberto Guerzoni mi è piaciuto fin dalla lettura del suo primo romanzo Il secondo cerchio, ed anche il suo successivo Le parole fra la cenere l’ho trovato un ottimo thriller, ma devo dire che questo suo terzo lavoro è certamente il migliore. Un romanzo con personaggi ben caratterizzati che contribuiscono fattivamente alla ottima riuscita della vicenda. Una storia non banale, ben orchestrata con situazioni sempre di forte impatto. Anche le storie personali dei protagonisti sono funzionali al racconto rendendolo ancora più accattivante. In definitiva un’ottima prova che mi induce convintamente a consigliarla.
valutazione: buono 📘📘📘📘
ECHI SINISTRI F. Giorgino
Echi sinistri è il secondo romanzo thriller scritto da Fabio Giorgino con protagonista il commissario Spiro Fusco. In questa seconda indagine Spiro dovrà far luce sulla morte di una giovane donna ritrovata nelle acque del mar piccolo. Sembra non ci siano dubbi: si è buttata dal ponte punta penna. Suicidio, eppure fin da subito sembra tutto artefatto, finto. Indagando Spiro scoprirà che la ragazza non aveva nessun particolare problema, non comunque cosi serio da voler pensare al suicidio. Poi l’autopsia fugherà ogni dubbio, facendo luce su tutti i quesiti aperti. Per il commissario però questa non sarà la sola indagine che dovrà seguire. Ce n’è un’altra, che dopo più di 20 anni viene riportata alla luce da una serie di messaggi anonimi e che lo riguarda personalmente. Sarà solo l’inizio di un incubo. Se la prima indagine si rivelerà, grazie ad una serie di intuizioni e di approfondite ricerche, abbastanza semplice da risolvere la seconda gli farà correre brividi freddi che metteranno in grave pericolo lui e chi gli sta vicino. Dovrà innanzitutto liberare la propria coscienza da un macigno pesante e doloroso, solo così potrà tornare a guardare a testa alta gli affetti più cari. Poi dovrà neutralizzare una situazione pericolosissima, qualcuno che cerca vendetta. Giorgino costruisce un buon thriller con gli stessi personaggi del suo ottimo esordio. Ci sono oltre a Spiro Fusco, il padre della sua compagna Laura, Enrico Vanoli, Laura, il suo prezioso collaboratore Agostino, l’ispettrice Jenny Devita, la sua ex moglie Angela, i figli Libero e Vanessa. In questo secondo romanzo Giorgino mette il commissario di fronte al suo passato che ritorna minaccioso. La prima indagine che coinvolge la squadra di Fusco è forse risolta troppo frettolosamente non ha una forte componente di suspense e le sorprese non sono tantissime. E’ scritta bene ed in modo chiaro, la narrazione ha un buon ritmo ma la storia non crea molta tensione nel lettore. La seconda, quella che riguarda più da vicino Spiro, è più avvincente, più drammatica con punte emozionali più alte. Situazioni più coinvolgenti regalano a questa parte del libro una buona scarica di adrenalina. Nel complesso forse l’idea di condurre due indagini parallele si è rivelata, per l’autore, più ostica del preventivato. Finale che rimette tutte le cose a posto, o quasi, e lascia aperta la porta per una eventuale terza indagine. In definitiva un buon libro, ben scritto ma forse con poche situazioni veramente di impatto. Nella prima parte la storia non entra molto in profondità, senza indagare a fondo i vari personaggi che si presentano sulla scena. Più avvincente la seconda parte. Un romanzo forse un po’ breve qualche pagina in più avrebbe forse aiutato la prima parte ad essere più emozionante. Complimenti all’autore mi metto in attesa del terzo Spiro.
valutazione: più che discreto 📘📘📘🔖
L'ULTIMA LUNA C. Carrea
L’ultima luna è un romanzo scritto da Camillo Carrea ed auto pubblicato all’inizio del 2020. E’ un libro di narrativa ma è anche un romanzo di formazione, un libro di ricordi, un romanzo storico. E’ prima di tutto una storia complessa, ben sviluppata, molto coinvolgente e con tanti personaggi. E’ ambientato in un paese non ben identificabile ma da qualche indizio nascosto nel racconto si intuisce che è collocato nel centro/sud Italia, forse in Abruzzo. La voce narrante è quella di Alessandro, uno dei protagonisti dell’intera vicenda. La storia narrata copre un grande lasso di tempo. Alessandro racconta della sua vita, da giovanissimo all’età adulta, trascorsa in compagnia degli zii, quasi suoi coetanei, in quanto la nonna, Artemisia, ha partorito giovanissima suo padre poi, dopo 25 anni, con un parto gemellare, 2 bambini e una bambina. Dai suoi racconti veniamo a conoscenza di tanti episodi particolari e spesso inquietanti. Come per esempio il triste mistero aleggia sulle donne del paese in cui vive: faticano a rimanere in cinta e purtroppo muoiono anche in età giovane. Conosciamo poi i nonni di Alessandro, Bonifacio e Celestino che si odiano e che hanno avuto un’esistenza diametralmente opposta. Bonifacio è il padre dei tre gemelli e del papà di Alessandro. La moglie muore proprio al termine di quel singolare parto e lo farà cadere in una profonda depressione. Celestino, è il padre della mamma di Alesssandro, è un tipo molto bizzarro ed è il proprietario del bar Luna nuova. L’altro grande protagonista del romanzo è il paese, con le sue voci, con le sue credenze bigotte, con i suoi luoghi magici e sinistri. Come Il quarto gliostro, il rione da dove proviene la mamma di Alesssandro, che è la parte di paese abitato dalla fetta più povera ma anche più originale della popolazione. In una atmosfera spesso misteriosa, rarefatta e a volte spaventosa vengono narrate le avventure vissute da Alessandro e dagli zii, Virgilio Dante Venceslao Sibilla, e dagli amici Adelchi Infinita Miriam e Zelda. Un romanzo particolare, scritto bene, con ordine che permette al lettore di avere sempre il controllo della “situazione”. Un romanzo a volte triste ma che riesce anche, spesso, a divertire con dialoghi sempre ben costruiti e personaggi ben descritti. Un romanzo che lascia un’impronta profonda nella memoria perché durante la lettura si è fortemente coinvolti dallo sviluppo della storia. Un libro che non può essere troppo raccontato per non togliere quella aura di mistero che pervade anche tutto il romanzo mentre lo si legge. Complimenti all’autore perché riesce a mantenere in tensione il lettore per tutto il romanzo, fortemente motivato a scoprirne ogni risvolto. Certo non un libro banale ma da leggere con attenzione per non perdersi passaggi e situazioni fondamentali. Un’altra perla nel mare infinito del self pubblishing che per fortuna, ancora una volta, sono riuscito ad intercettare. Complimenti. Consigliato.
Valutazione: buono 📘📘📘📘
SEPOLCRI IMBIANCATI A. Ricciardi
Sepolcri imbiancati è il primo romanzo scritto da Alfredo Ricciardi. E’ stato autopubblicato nel dicembre del 2018 e racconta della prima indagine del commissario Spinelli. Nando Spinelli si è trasferito a Foggia da Ascoli Piceno, sua citta di origine, per volere personale. Soprattutto per liberarsi dal giogo familiare, più precisamente dei due genitori, che hanno sempre influenzato, e molto, le sue scelte e che le guidano ancora ora, a trentotto anni suonati. Ora però ha deciso di fare da solo ma la scelta di andare a Foggia non è stata forse, almeno inizialmente, delle migliori. Visto il suo poco amore verso la città ed i suoi abitanti. Proprio mentre si trova in auto, deciso a tornare a casa per il week end, sempre più deluso da ciò che lo circonda, viene raggiunto da una telefonata che gli fa immediatamente invertire la rotta. Gli viene comunicato infatti che è stato trovato il corpo di un uomo, ucciso con un colpo di pistola. L’uomo si chiamava Marco Volpe ed era volontario nella parrocchia del suo quartiere. Da qui parte un’indagine che lo terrà impegnato per diversi giorni insieme alla sua affiatatissima ed efficiente squadra. Quella dell’uomo non sarà l’unica vittima che ci sarà durante questa indagine. Ma il commissario grazie ad una intuizione riuscirà presto ad assicurare alla giustizia il responsabile di questi omicidi compiuti su persone attive socialmente. Questo è la prima storia con protagonista il commissario Spinelli. L’autore nel frattempo è arrivato già alla quarta avventura, ma io per inquadrare più chiaramente il personaggio ho preferito partire dall’inizio. Questa prima storia risente forse della poca esperienza dell’autore nello scrivere gialli perché quel che manca, dal mio punto di vista, sono soprattutto le emozioni. La scrittura è fluida ed anche coinvolgente i personaggi interessanti. Primo fra tutti il commissario, il quale fa spesso sfoggio di sarcasmo e ironia quando si confronta con i suoi collaboratori o con i vari sospettati. La storia ha un ritmo piuttosto vivace e i dialoghi sono spesso divertenti. Un inizio certamente promettente, una conoscenza con il commissario Spinelli e il suo mondo, da approfondire assolutamente. Quel che manca un po’ sono le sorprese, i momenti da cuore in gola, che piacciono tanto a noi appassionati di gialli. Anche gli elementi della sua squadra avrebbero meritato un maggiore approfondimento invece questo elemento è rimasto un aspetto toccato solo superficialmente dall’autore. Probabilmente questa lacuna è stata colmata negli episodi successivi. Dovendomi però limitare a giudicare questo romanzo dico che certamente c’è del “buono” ma avrebbe probabilmente richiesto, in alcuni frangenti, maggior cura. D’altronde lo dice l’autore stesso nei ringraziamenti, questo libro è nato un po’ per caso e trovando poi affinità col mondo della scrittura Ricciardi ha deciso di proseguire. Sospendo quindi il giudizio sulla costruzione della storia ripromettendomi di leggere quanto prima le altre indagini col commissario Spinelli, posso invece tranquillamente dire fin d’ora che lo stile di scrittura e decisamente fluido ed accattivante. Merita certamente di essere seguito.
valutazione: discreto 📘📘📘
FUORITEMPO F. Pasqua
Fuoritempo è un romanzo di narrativa scritto da Francesco Pasqua e pubblicato dalla casa editrice Porto seguro. Il protagonista è Christian. All’inizio del libro racconta della sua breve storia d’amore, che attualmente sta vivendo, con una studentessa del corso universitario nel quale lui è assistente alla cattedra. Lui ha 37 anni lei 20. Lui è molto titubante, non riesce a decidersi se quella storia può avere un futuro oppure no. Giordana non ha tempo di aspettare, si mette con un ragazzo e quando lui si decide a proseguire la storia lei lo lascia e, nel farlo pronuncia, tre parole che scatenano in lui un groviglio di emozioni e di ricordi. Le parole sono “sei fuori tempo”. Da qui comincia un profondo tuffo nei suoi ricordi perché “sei fuori tempo” era un rimprovero che gli facevano tutti quando era giovanissimo. Precisamente la sua mente viene trasportata al 1986, quando aveva 12 anni. Ci racconta cosi gli intensi giorni che visse quell’anno a Scarlatti, le sue giornate trascorse tra la scuola e gli amici del paese. Christian si sentiva fuori tempo, spesso dimostrava anche di esserlo, semplicemente perché quell'anno era innamorato di una sua coetanea e per lei aveva scritto una lettera e fino a quando non fosse riuscito a consegnargliela era sicuro che si sarebbe sentito sempre un po’ sfasato, distratto, storto. Il fatto è che lui aveva timore a consegnargliela, perché lì c’era la sua dichiarazione d’amore e aveva paura che lei potesse farsi una bella risata e gettarla nel cestino, così rimandava, rimandava, rimandava...Da qui nasce un bellissimo racconto di quell'anno, spensierato e frenetico ma anche, ad un certo punto drammatico e pericoloso. Questo romanzo racconta di Christian e del suo amico Rosario, grandi appassionati di musica metal, sempre insieme a cavallo delle loro biciclette; racconta di Sonia, la bambina di cui è innamorato Christian, e di un suo misterioso allontanamento; dei suoi genitori, della sorella e del bullo del paese di nome Melo. E di tanti altri, che rendono questo romanzo effervescente e dinamico. Per motivi legati alla salute della mamma Christian è costretto a tornare a Scarlatti dopo un’infinità di tempo. Ormai vive a Roma da anni ed al paese d’origine non ci è mai più voluto tornare se non per qualche sporadica apparizione alle feste comandate e senza mai avvisare nessuno, dei suoi vecchi amici, del suo arrivo. Giunto al paese, come immaginava, ogni cosa, ogni discorso lo riporta con la mente a quel 1986 che cambiò per sempre la sua fanciullezza. Un libro pieno di riferimenti cinematografici e musicali. Emozionante soprattutto per chi, come me, in quell’anno aveva pressappoco l’età di Christian, ed ha avuto le stesse passioni. Un libro che va veloce come i protagonisti, un romanzo tenero ma anche aspro e duro. Una storia che regala malinconia ma anche tanti sorrisi. Una storia di piccoli uomini in crescita, scritta bene e con grande passione. Un romanzo che merita assolutamente di essere letto. A me il suggerimento è giunto da uno scrittore che ho scoperto recentemente e del quale ho molto apprezzato il suo ultimo romanzo. Non si è sbagliato. Un libro molto coinvolgente e mai banale. Complimenti.
valutazione: buono 📘📘📘📘
IL PASSATO HA UN PREZZO D. Collaveri
Il passato ha un prezzo è il quinto romanzo scritto da Diego Collaveri con protagonista il commissario Mario Botteghi ed i suoi ragazzi, gli agenti Busdraghi e Mantovan. Edito dalla Fratelli Frilli editori. In questa indagine Botteghi sarà impegnato a dipanare una matassa ingarbugliatissima, che affonda le sue radici nel passato e che richiederà un grande impegno da parte della squadra che dirige, ed una grande perspicacia da parte sua. Il romanzo inizia col ritrovamento del cadavere del geometra Morelli, componente di una delle famiglie più in vista di Livorno. La scena del delitto, la posizione del corpo ed un biglietto ritrovato nei pressi del geometra, con scritto solo il nome del commissario, sono gli elementi da cui parte una indagine che farà sprofondare Botteghi nel suo passato. Vecchi nemici, ed amici diventati avversari, riaffioreranno nella sua mente e davanti ai suoi occhi, sarà costretto a far riemergere momenti passati dolorosissimi e casi già archiviati che richiedono una nuova interpretazione. Non sarà semplice venire a capo di tutto ciò che nasconde il delitto di Morelli. Botteghi correrà grossi pericoli, cosi come saranno in pericolo tanti di coloro che gli gravitano intorno. Alla fine riuscirà a chiudere l’indagine, ma non sempre le questioni aperte si chiudono come si vorrebbe. In questo caso il commissario dovrà accontentarsi di aver risolto il caso di omicidio anche se ancora molte zone d’ombra permangono sull’intera vicenda. Collaveri in questo romanzo “obbliga” Botteghi a ricordare un passato che avrebbe voluto archiviare per sempre. Troppi scheletri sono presenti nel suo armadio. Tante indagini non sono andate come avrebbe voluto, soprattutto quando era ancora un semplice agente, e tante persone che credeva amiche lo hanno tradito. La sua vita è stata costellata da dolori e recriminazioni. L’indagine che deve affrontare coinvolge personaggi importanti della città di Livorno, famiglie che ne hanno condizionato il destino con i loro affari, spesso poco leciti, riuscendo a mettere propri uomini di fiducia nei posti di comando. Adesso a causa di questo enigmatico delitto riaffiorano antiche lotte di potere, nelle quali Botteghi si ritrova coinvolto suo malgrado, messo in mezzo da chi ha creduto nelle sue grandi doti investigative. L’autore terrà celato fino alle battute finali la soluzione del caso. Spiazzando più di una volta il lettore invitandolo ad andare in una direzione per poi prenderne subito un’altra. Diego Collaveri ha grandi capacità nel raccontare e nel coinvolgere. Ritmo sostenuto e grande attenzione per ogni particolare caratterizzano la sua scrittura. Una storia che si lega fortemente alle vicende raccontate nei precedenti quattro capitoli, ed è questo per me l’unico suo limite. Questo romanzo si può leggere tranquillamente in autonomia, però i fans più assidui del commissario Botteghi avranno modo di apprezzare maggiormente questa quinta indagine proprio per il fatto di conoscerne l’intera storia. Emerge chiaramente, leggendo il romanzo, l’esperienza dell’autore nel creare aspettativa e colpi di scena grazie alla sua lunga esperienza nel genere giallo. Conosce bene i “tempi” di un’indagine e di quando inserire situazioni che creano sorpresa. Va anche evidenziata la meticolosa ricostruzione storica di avvenimenti accaduti all’inizio del 900. Un libro da leggere per entrare nel mondo di Botteghi per poi recuperare tutte le precedenti indagini. Complimenti all’autore.
valutazione: buono 📘📘📘📘
GIALLO SOLIDAGO S. Censi
Giallo solidago è un romanzo giallo scritto da Simone Censi, edito dalla casa editrice 0111. Il racconto inizia con un dialogo surreale tra uno scrittore e la propria coscienza, perchè vuole scrivere un romanzo thriller. Il loro scambio di battute sarà una costante per tutto il libro. La sua vocina interiore sarà sempre li ha pungolarlo, in un confronto continuo e molto divertente. Il romanzo, ragiona lo scrittore, che viaggia su un treno e che fugge da qualcosa, per avere successo deve avere determinate caratteristiche ed anche i personaggi devono essere interessanti ed attirare quanti più lettori possibile. Con queste considerazioni in testa inizia cosi a scrivere una storia, che si dipanerà per tutto il libro. La vicenda è ambientata a Borgo Alba un paesino, di fantasia, nell’entroterra marchigiano. Il protagonista è il commissario Morelli spedito in questo sperduto posto come punizione per acclarata inefficienza. Gli tocca una vera grana: un duplice omicidio compiuto alla stazione del paese. Mai successo un casino del genere a Borgo Alba. Non sa assolutamente che pesci pigliare cosi elegge a factotum il suo vice Segapeli che invece è un mostro di precisione e operosità. Il nostro commissario deve anche fare i conti con una vita privata complicata che si è inguaiata ancora di più da quando è stato trasferito. Sua moglie Pina, che lui ama moltissimo, per punizione di essere finita li, in quel luogo fuori dal mondo, ormai non lo considera più, lo evita come la peste e per comunicargli qualcosa usa dei post it attaccati al frigorifero, perennemente vuoto. Ha anche una figlia che studia a Bologna ma non sa bene cosa L’indagine si presenta subito difficile. Viene arrestato un sospettato ma forse non è la strada giusta. Ed allora deve cominciare ad indagare sul serio. Attraverso alcune intuizioni e col fattivo ed indispensabile aiuto di Segapeli riuscirà a compiere una vera impresa. Censi ci regala un romanzo originalissimo, a partire dai nomi dei protagonisti, che è giunto in finale alla seconda edizione del Premio letterario 1 Giallo x 1.000. Una struttura narrativa complessa in cui si intersecano tre storie: la prima, in ordine di apparizione, riguarda il ritrovamento, in chiesa, da parte di don gino, di un uomo che ha perso la memoria e l’uso della parola; la seconda è il dialogo tra lo scrittore e la sua coscienza; la terza, e più importante, è l’indagine del commissario Morelli. Tutte troveranno soluzione nel finale. Tutte sono state condotte con grande capacità riuscendo a dare ad ognuna un ruolo importante per la buona riuscita del romanzo. Una vicenda, la principale, che ci offre un commissario inefficiente, scorretto, che si ciba di cibo cinese da asporto, ma anche dotato di grande umanità e simpatia. Morelli va contro ogni stereotipo del commissario tipo anzi è proprio la sua antitesi. L’autore ci conduce cosi, con grande piacevolezza, ad un finale scoppiettante dove finalmente Morelli diventerà, suo malgrado, protagonista. Un romanzo unico, molto ben scritto e sviluppato, con un commissario che mi auguro non abbia esaurito completamente i suoi compiti e possa ancora intrattenerci con qualche altra divertente indagine. Va detto che il libro scorre bene, ed intrattiene piacevolmente tra battute e situazioni divertenti, ma non deve essere dimenticato che è fondamentalmente un thriller. Ma anche da questo punto di vista l’autore ha fatto un buon lavoro. La trama gialla è ben strutturata, ottimamente condotta e per nulla banale. Un plauso sincero, quindi, all’autore. Consigliato.
valutazione: buono 📘📘📘📘
LA SORELLA CATTIVA E. Carletti
La sorella cattiva è il sesto romanzo scritto da Elena Carletti. Tutti auto pubblicati. La sua produzione vede all'attivo romanzi gialli, su tutti Sotto le apparenze, e romanzi di narrativa, tra cui il bellissimo Indelebili tracce. La sorella cattiva si pone a metà strada fra questi due filoni. È un racconto dove l'introspezione, i dialoghi e le descrizioni sono preponderanti rispetto all'azione e all’indagine. La protagonista principale è senz'altro Carolina. Ma sono tanti i nomi che si contendono il proscenio: Leonardo, Chiara, Silvia, Andrea sono solo alcuni dei tanti personaggi che compaiono nel racconto. Il libro è scritto su due piani temporali, contraddistinti da capitoli titolati ieri e oggi. Il primo capitolo (ieri) narra avvenimenti passati, racconta di una lite tra Leonardo e sua moglie Chiara. I coniugi Troisi sono una coppia benestante grazie soprattutto al lavoro di Leonardo, chirurgo plastico di grande fama. Vivono in una enorme villa, dotata di ogni agio. Chiara però è perennemente insoddisfatta. È gelosissima del marito e teme tremendamente il passare del tempo. In questo quadro di ostilità familiare, quella a risentirne maggiormente è la figlia Silvia, che con i genitori appare sempre scontrosa e scostante. Un giorno, dopo l’ennesima lite, nello studio del chirurgo arriva una nuova paziente, (Carolina), che gli fa una richiesta insolita: vuole infatti cambiare radicalmente aspetto. Deve essere resa anche più brutta, se necessario. L’obbiettivo finale comunque deve essere quello di risultare diversa da quel che è attualmente, perché il suo viso le ricorda momenti dolorosi e persone che detesta. Il luminare è perplesso, intervenire su quel volto perfetto vuol dire rovinarlo per sempre. Qual è il segreto che si nasconde dietro quella strana richiesta e perché? Nel primo capitolo al presente (oggi) veniamo a sapere che Leonardo ha subito una violenta aggressione in una stanza d'albergo. Chi è stato? Come si può intuire da questi pochi elementi il romanzo è piuttosto complesso e pieno di mistero. Quella che viene raccontata infatti è una storia che tiene il lettore sempre in tensione e con la curiosità di capire quel che potrebbe accadere. Un romanzo molto particolare perché pur essendo un thriller la sua peculiarità è l'essere molto introspettivo, dove i pensieri e le angosce dei protagonisti sono predominanti. Il mistero che si cela dietro ai vari personaggi costituisce il vero collante di tutta la storia. Non ci si deve aspettare scene efferate di omicidi di qualche pericoloso serial killer ma un romanzo più cadenzato che fa del mistero e del dubbio le sue armi migliori. Le indagini di polizia sono ridotte all'essenziale, vero punto di forza sono gli approfondimenti psicologici e le descrizioni. Il finale regala più di una sorpresa ed il capitolo conclusivo con un colpo di scena inatteso rimescola ancora una volta le carte. L'autrice con questo romanzo affronta una nuova sfida, abbandona il giallo classico, che l'aveva fatta notare in più di un’occasione, per inoltrarsi nei meandri del thriller psicologico ricco di mistero e suspense. Un passaggio coraggioso ma non un salto nel vuoto perché la Carletti a questo genere di romanzo si era già avvicinata con la storia raccontata in 72 ore, ora l'approdo è completato. Il risultato è un romanzo coinvolgente e originale. In conclusione c’è da evidenziare che, pur avendo raggiunto una buona dimestichezza con la scrittura, la sua voglia di sperimentare nuove strade e di mettersi sempre in gioco, anche rischiando, le consentono di avere, ancora, ampi margini di miglioramento.
valutazione: buono 📘📘📘📘
PER LUIGI NON ODIO NE' AMORE G.A. Palumbo
Appena terminato il romanzo di Gianni Antonio Palumbo, Per Luigi non odio ne’ amore, pubblicato da Scatole Parlanti nel luglio di quest'anno. Non ho volutamente specificato il genere al quale appartiene perché è fondamentalmente un thriller, ma potrebbe benissimo essere considerato un romanzo di narrativa contemporanea, inserito in un preciso periodo storico, con puntuali riferimenti ad eventi realmente accaduti, come il rapimento e l'assassinio dell'onorevole Aldo Moro. È senz’altro, anche, un romanzo corale, con una miriade di personaggi, molti dei quali descritti in maniera più analitica, altri, che sono solo di "passaggio", in modo meno particolareggiato. La storia è molto articolata e complessa, con tanti eventi che si susseguono rapidamente. Cosi anche il racconto della trama non può comprendere tutto ciò che accade nel libro. La limito per necessità ai primi episodi che vengono narrati. Il romanzo inizia con uno dei personaggi più importanti, Mattia Landi, che giunge, dopo un viaggio in treno tormentato da strani incubi, a Candevari (paese di fantasia) vicino a Brindisi. Nel paese pugliese vive sua zia Laura, sorella della mamma, ora direttrice di un collegio, il Principe Amedeo. Siamo nel marzo del 1978. Per l’Italia un anno ricco di avvenimenti tragici e controversi che verranno spesso ricordati dall'autore e che saranno anche oggetto di confronto tra i protagonisti del romanzo. Candevari ha nel suo territorio due istituzioni scolastiche, che saranno esse stesse protagoniste della vicenda con i loro studenti e i loro professori. Sono il Principe Amedeo e l'Accademia Amaranta. La prima frequentata da ragazzi con un passato difficile, la seconda frequentata da studenti di famiglie facoltose e benestanti. Quando Matteo giunge a Candevari non può certo immaginare quello che accadrà, anche a causa del suo arrivo, in quel paese già custode di invidie e misteri. L'ho definito un romanzo corale perché oltre a Landi ed a sua zia sono moltissimi i protagonisti delle vicende raccontate da Palumbo: c'è Arturo Molteni, professore dell'accademia, suo figlio Savio, sua figlia Eleonora, Sauro Mavelli presidente dell’accademia amaranta, il funzionario di polizia Marta Salvo, il commissario Giuseppe Fano, e tanti, tantissimi altri. Una serie di episodi inquietanti si susseguono da quel marzo, prima il ritrovamento del corpo senza vita di una sedicenne poi il suicidio di un professore ed anche la misteriosa scomparsa di Mattia. In un ambiente nel quale covano odi, pregiudizi ed invidie sia il commissario che la poliziotta dovranno indagare, per cercare di capire quali inconfessabili segreti si celano tra le mura delle scuole. Palumbo scrive un romanzo notevole. La storia raccontata può piacere o meno, è un’opinione sempre molto soggettiva, che può cambiare da lettore a lettore. Ma oggettivamente è un romanzo che colpisce per originalità, a partire dal titolo, il quale riprende una celebre frase pronunciata da Robespierre riferendosi al re Luigi XVI, e struttura. La scrittura è elegante, anche raffinata. La lettura, anche grazie a questo ed al fatto che non ho riscontrato errori di editing, scorre rapida e senza intoppi. Gli appunti storici (e non solo) sono puntuali ed arricchiscono di sapere chi legge. Un romanzo per nulla banale che va letto con attenzione per poterne godere appieno ogni sua sfaccettatura. Complimenti al prof. Palumbo che ci ha regalato un romanzo curato, che insegna, senza saccenteria ma con grande semplicità, e che cattura il lettore fino alle pagine finali.
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
LE SORELLE DELLE CASE POPOLARI G. Marchingiglio
Le sorelle delle case popolari è un romanzo scritto da Gabriele Marchingiglio, uscito nel giugno di quest’anno e autopubblicato. Il libro è stato finalista al concorso storyteller 2020 di Amazon. Il protagonista del libro è senz’altro Mattia, un bambino di non ancora 9 anni che all’inizio del racconto va ad abitare insieme alla sua famiglia, papà, mamma e sorellina in una casa popolare. Per lui è un’esperienza straordinaria, va a vivere finalmente in un alloggio vero con tante camere e anche tanti vicini. Stravede per il papà che chiama (ma solo nella sua mente) principe, con il quale va spesso al bar, dove il padre gioca a carte, e nelle agenzie di gioco, dove il padre scommette, sia nell’uno che nell’altro caso spesso perde, mettendo in grande difficoltà il ménage famigliare, ma per Mattia è sempre, comunque, una grande avventura. Va a scuola ma è spesso preso di mira dai bulli del quartiere. Un giorno conosce due bambine, sorelle tra loro, che abitano nel suo stesso palazzo. La più piccola, Elena 12 anni, non è molto socievole ma la più grande, Ginevra 13 anni, è molto simpatica. Con lei si trova a meraviglia, si cercano per giocare insieme, diventando quasi inseparabili. Un giorno poi, più noioso degli altri, Mattia propone a Ginevra di andare al laghetto per farle vedere come si pesca, e per vedere le anatre e altri animali. La prima parte del romanzo si esaurisce qui, la seconda non la racconto perché va assolutamente letta, e non raccontata, perché se fino a quel momento il libro ha fatto emozionare e sorridere, per i pensieri e le azioni innocenti dei “nostri” intraprendenti bambini, in seguito i momenti drammatici e le situazioni pericolose la faranno da padrone, e vanno necessariamente vissute senza anticipazioni. Dico solo che in questa seconda fase entrano nella vicenda anche il commissario di polizia Sporti e la sua squadra. L’autore ci regala un racconto coinvolgente, che si legge con interesse ed anche velocemente. Non conoscevo l’autore, ho deciso di leggere Le sorelle delle case popolari attirato da diversi fattori: la storia raccontata, l’originale copertina e non ultimo le tante buone recensioni di cui gode. Non mi sono affatto pentito di averlo letto ritenendolo, ora, io stesso un buonissimo romanzo. Ho solo rilevato, secondo il mio parere, un paio di piccole criticità. La prima parte nella quale l’autore da voce al bambino è scritta benissimo. I pensieri di Mattia sono spassosissimi e la lettura corre via piacevole e divertente. La seconda parte, dove il racconto si fa più intenso aumenta un po’ la confusione, molte situazioni non sono chiare e le figure che vengono descritte non catturano tanto a livello emotivo. In definitiva la prima parte è molto curata e ben costruita, la seconda un po’ frettolosa e con poco pathos. Queste sono state le mie sensazioni. Le mie sono ovviamente opinioni molto personali, influenzate anche dal mio gusto. Nel complesso una storia interessante che rappresenta una tappa importante per Marchingiglio, che sono certo ritroverò in futuro con romanzi sempre più convincenti. Questo libro è dedicato a via Noale a Milano posto dove è anche ambientato il romanzo. Complimenti.
valutazione: più che discreto 📘📘📘🔖
L'UOMO NERO NON ESISTE S. De Cupis
L'uomo nero non esiste è un romanzo scritto da Simona De Cupis. L’autrice con questa opera, uscita nel settembre di quest'anno, segna il suo debutto nel mondo della scrittura. Lo fa con una storia originale e molto particolare. La protagonista è Anna, una ragazza di ventisette anni che abita a Roma, dove è anche ambientato il racconto. Da giovanissima ha subito una grave violenza che ne ha segnato l'esistenza, e continua a farlo tutt'ora, in età adulta. Lavora come cameriera, in un pub gestito da Angelica. Ha come compagni di lavoro la sua amica Beatrice e Daniele, neanche troppo segretamente invaghito di lei. Per sfuggire ad una realtà spesso dolorosa si rifugia nella lettura dei suoi amati libri. Uno in particolare è il suo preferito, che conosce quasi a memoria. Lei stessa si cimenta spesso nella scrittura di racconti ed ha il sogno di completare un romanzo iniziato da tempo. Anna ha un carattere impossibile: duro, freddo, scostante, ha giustificabilissimi motivi per averlo, ma spesso la rende insopportabile. Fa quasi tenerezza nei suoi strenui tentativi per non lasciarsi andare alle emozioni. Un carattere che l’autrice costruisce senza concessioni, senza indulgenze. Scalfire quel muro di granito sarà un’impresa titanica. Il ricordo di quella violenza la fa vivere come sospesa. Nessuno riesce a capire il suo dolore, ed i suoi comportamenti. Procedendo con la lettura si svelano, a poco a poco, tanti avvenimenti importanti che le hanno fatto prendere decisioni anche dolorose, come il distacco quasi totale dalla propria famiglia, colpevole di non averla sostenuta dopo quei drammatici fatti. Una vita che non ha una direzione precisa e che è dominata dal ricordo di quel maledetto giorno, nel quale un uomo nero, cosi lei lo ricorda, l’ha immobilizzata impedendole di poterlo vedere in faccia. Le ha rubato l’anima, strappandole l’innocenza, privandola della gioia di vivere. Spesso va in libreria per cercare nuove storie in cui tuffarsi e far galoppare la sua fantasia, per curare il suo “male”. In una di queste “spedizioni” fa un incontro particolare, che le sconvolgerà la vita. Questo romanzo ha ricevuto tanti, meritati, attestati di stima. E’ stato analizzato e discusso insieme all’autrice in tantissime occasioni, ed in tanti blog di lettura. Non mi dilungherò quindi in analisi approfondite, che rischiano di sovrapporsi alle tante già presenti. Preferisco invece comunicare quello che questo racconto mi ha trasmesso. In estrema sintesi, per tutti, si tratta della storia della rinascita di una donna, ottenuta grazie ad un fatto straordinario ed inatteso, che le ha dato la forza per reagire ad un destino che l'aveva così fortemente provata. Spinta dal coraggio e dalla determinazione che gli ha infuso la sua incredibile esperienza. Questo è quello che trasmette genericamente il romanzo. Ed io sono perfettamente d’accordo, ma quello che manca in molte analisi è quello che per me ha un grandissimo valore. Questo romanzo rappresenta concretamente quello in cui io credo da sempre. La lettura può essere il fondamentale veicolo per una rinascita. Una storia in gran parte romanzata e dolcemente folle ma che trasmette un messaggio fondamentale. La lettura (e la scrittura) può essere il potente propellente che porta a reagire ad un fatto negativo. La De Cupis da una personale interpretazione di questo concetto ma per me contiene un importante fondo di verità. I libri salvano. In questo caso non solo leggerli ma anche scriverli. Questo è l’aspetto che voglio porre in evidenza, essendo io stesso un drogato di storie e di parole. Un libro, dicevo, che pur partendo da un fatto drammatico fa vivere ad Anna una vicenda che ogni lettore vorrebbe poter interpretare. Io per primo. Come in una favola al limite del reale, ma che regala emozioni intensissime: rabbia, frustrazione, dolore, gioia. Una storia originale scritta con un trasporto ed una capacità di emozionare rare. Parole, frasi, sensazioni pronunciate o vissute dai protagonisti mai mielose anzi spesso dolorose e dure, che concedono poco al sogno. Una vicenda che solo nel finale concede un po’ di tregua e permette di soffiare via il respiro, fino a quel momento trattenuto. Un romanzo in parte autobiografico, che è servito all’autrice per mettere su carta esperienze drammatiche vissute per poterle, in qualche modo, superare e lasciarle andare, facendole prendere in carico dai personaggi usciti dalla sua penna, e che a noi ha regalato emozioni difficilmente ripetibili. Un libro che vi raccomando. Dimenticavo di dire una cosa per me fondamentale. Il romanzo è stato autopubblicato. E’ risaputo quanto io apprezzi questa via a disposizione di chi scrive per trasmettere al lettore il proprio talento. Non so se percorrere questa strada sia stata una scelta obbligata o una precisa volontà dell’autrice. Mi va solo di ribadire che spesso negli autopubbblicati si annidano delle perle che le case editrici possono solo immaginare. Complimenti.
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
CERTEZZA DI COSE CHE SI SPERANO P. Nobile
Certezza di cose che si sperano è un romanzo noir scritto da Paolo Nobile ed autopubblicato nel giugno del 2020. Ha per protagonista Isotta Ales, ispettrice in un commissariato di Milano. Viene incaricata di indagare sulla misteriosa morte di una ragazza. Morgana, questo il nome della giovane, è stata ritrovata ai bordi di una strada sterrata tra cespugli e sterpaglie, vicino ad un serbatoio per la distribuzione dell’acqua. Attorno al suo corpo, da poco rinvenuto, ci sono Gionata Comitis, il commissario, e Sibilla, il medico legale, che cercano di recuperare le prime informazioni su quanto accaduto. L’ispettore non c’è. Isotta in quei giorni è presa da altre preoccupazioni. Da poco tempo infatti il suo uomo, Delio Grande, è ricoverato in ospedale in coma, ha avuto un incidente d’auto causato da un camion che lo ha urtato violentemente e poi è fuggito. Insieme a Delio, in auto, c’era anche una ragazza, Adil, che invece è morta. Isotta vuole assolutamente capire qual è il mistero che alberga dietro questo strano incidente, che è stato chiaramente provocato. Trascurerà quindi l’indagine alla quale è stata assegnata e che inizialmente sarà interamente sulle spalle di Aris Garo il quale, appena arrivato nel commissariato di Isotta, sarà immediatamente investito di una grande responsabilità. Ma gli omicidi aumentano, ed il mistero legato alla morte di Morgana si infittisce, cosi anche Isotta sarà costretta a seguire più attentamente l’evolversi della vicenda. L’intera squadra, composta oltre che dai due investigatori anche dal commissario e dal medico legale, riuscirà a far luce sul caso ed a capire le motivazioni che hanno spinto il serial killer ad uccidere. Anche l’ambiguo incidente che ha visto vittima Delio e Adil verrà finalmente chiarito. Un finale sorprendente, che lascia aperta la possibilità ad una nuova storia con Isotta protagonista. Nobile confeziona un bel noir attraverso una trama complessa ed una storia coinvolgente, forse un po’ troppo complicata ma comunque molto interessante ed assolutamente plausibile. Notevole soprattutto la sua capacità di donare al romanzo un’aurea cupa e misteriosa. Atmosfere rarefatte, protagonisti che si muovono tra dubbi e incertezze. Un noir che scava nei pensieri dei suoi protagonisti, nel loro passato e nelle loro debolezze. I personaggi sono ben caratterizzati anche quelli solo di “passaggio”. Leggere Certezze di cose che si sperano si è rivelato un ottimo modo per iniziare l’anno. Un romanzo i cui protagonisti rimangono impressi a lungo nella memoria. Il viaggio sarà lungo, ma… chi ben comincia e già a metà dell’opera, si dice. Ed allora complimenti a Nobile sperando che questo romanzo non rimanga la sua unica gemma.
valutazione: più che discreto 📘📘📘🔖
BIANCANEVE NEL NOVECENTO M. Oliva
Biancaneve nel novecento è il nuovo, recentissimo, romanzo scritto da Marilù Oliva e pubblicato da Solferino. Voglio prima di tutto dire qualcosa sull'autrice, perchè leggendo un suo romanzo ho finalmente colmato una delle mie tante lacune "libresche". Erano anni che mi ripromettevo di leggere una storia scritta dalla Oliva. La “inseguo” fin dall'uscita della trilogia della Guerrera e poi dai due libri con protagonista l’ispettore Micol Medici, (Le spose sepolte e Musica sull’abisso). Ho seguito con interesse il suo percorso letterario ma purtroppo sempre da "lontano". Musica sull’abisso è un romanzo del 2019, Marilù pubblica il suo primo libro nel 2009. Tutto questo per dire sia che la mia lacuna non ha scusanti e sia che la Oliva è un’autrice con una lunga esperienza e con una grande capacità di spaziare in vari generi: il thriller, il noir, il giallo, la commedia, il saggio. Nel 2020 dal thriller ha virato sulla narrativa più colta con L'Odissea raccontata da Penelope Circe Calipso e le altre. Uscendo così definitivamente dalla mia comfort zone per eccellenza: il romanzo giallo. Però non potevo proprio continuare a trascurarla, troppo forte è stato il richiamo di questa sua ultima opera. Ed ho fatto benissimo, ma partiamo con ordine. In Biancaneve nel novecento la protagonista è Bianca. Siamo a Bologna. Nel periodo che va dai primissimi anni 80 (Bianca nasce nel 1976) alla fine del millennio. Il racconto è sviluppato in prima persona. Bianca è figlia di Giovanni e Candi. Fin dai primissimi vagiti vive in simbiosi col padre, che ama alla follia e dal quale riceve altrettanto affetto e cure. Giovanni non lavora, o meglio, gestisce una palestra dove si allenano ragazzi con la sua stessa passione, il pugilato. Giovanni non ha la patente. Si occupa della casa in cui vive con la famiglia. Cucina ottimi piatti, accudisce Bianca e fuma tanto, tantissimo. Candi è uno spirito libero ed insofferente alle regole. Una donna con grandi conflitti interiori. Litiga spesso furiosamente col marito e cura maniacalmente il suo aspetto estetico. Lavora, guadagna e buona parte dei soldi li spende al gioco. Anche lei fuma, tanto. Ma più di tutto beve, tantissimo. Bianca riceve tanto amore da suo padre così come tanta indifferenza se non aperta ostilità dalla madre. Bianca cresce in questa famiglia disastrata, senza ricevere l’affetto che meriterebbe. Si rifugia nella lettura e nel disegno. Il libro ripercorre tutta la sua vita, dalla nascita fino alla notte che dal 1999 ci trasporta nel 2000. L'infanzia, l'adolescenza, gli anni del liceo, l'università, gli amori, le amicizie. Non è una vita facile la sua, segnata da tante situazioni difficili, da incontri pericolosi e da scelte sbagliate dettate dalla solitudine. Al romanzo fa da sfondo la storia d'Italia di quegli anni: dalla strage alla stazione di Bologna alla strage di Ustica, dagli omicidi del mostro di Firenze al dilagare dell’eroina ecc. Un altro personaggio fondamentale del romanzo è Lili, una donna di origine francese che ora vive a Roma. Lili è una anziana signora che vive con un grande rimorso. Ogni suo pensiero la riconduce alla sua permanenza nel lager di Buchenwald, quando ancora giovanissima venne deportata nei campi di concentramento. Sono pagine intensissime e sconvolgenti quelle che raccontano la vita in quell'inferno, trascorso nelle mani di folli assassini che hanno compiuto crimini indicibili. Non voglio dire altro su questo romanzo, se non raccomandare caldamente di leggerlo. Una storia scritta con grande attenzione e cura con tre donne protagoniste, tre epoche, tre generazioni, con momenti drammatici che fanno riflettere e che non lasciano indifferenti. Le pagine finali sono molto profonde e colpiscono, fanno sussultare più di una volta. Un epilogo coerente e logico. Un romanzo che per me è stata una rivelazione, mi ha fatto conoscere, ed apprezzare, un'autrice che conoscevo poco. Un racconto bellissimo ed emotivamente molto intenso. Un solo piccolo difetto. Secondo me quando l’autrice racconta l’infanzia di Bianca, e lo fa attraverso la sua voce, avrebbe dovuto usare un linguaggio più "povero", meno ricercato. Un piccolo difetto per un romanzo di grande valore, che io ho apprezzato moltissimo. Complimenti.
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
NESSUNA VERITA' E. Carletti
Nessuna verità è il titolo del nuovo thriller scritto da Elena Carletti è pubblicato in proprio nel mese di marzo. La protagonista è Laura, una donna ancora in parte preda della depressione e di momenti di angoscia dovuta alla morte improvvisa del marito, avvenuta sette anni prima. La donna ha un figlio che ora ha nove anni ed all'epoca della disgrazia ne aveva due. Laura è laureata, e lavorava in un laboratorio che effettua analisi per il controllo delle imprese alimentari. Un lavoro molto delicato e di responsabilità che richiede molta attenzione e precisione. Anche per questo dopo l'incidente, e la sua successiva discesa in uno stato di profonda apatia, fu sospesa dal lavoro. All'inizio del romanzo la vediamo riprendere finalmente possesso del suo antico ruolo all'interno del laboratorio. Lo stesso posto dove aveva conosciuto suo marito, Matteo. L'emozione è fortissima. Ovviamente, almeno inizialmente, si trova un po’ spaesata. A capo del laboratorio c'è Lorenzo col quale, col tempo, ha stretto un forte legame anche se ha ancora grossi blocchi per vivere pienamente una nuova storia. Lorenzo è un uomo maniaco del controllo, sul lavoro come nella vita, preciso e ordinato probabilmente non adatto ad una vita con una donna complessa come Laura, per giunta con un figlio, vivace, seppur ancora scosso, e bisognoso di un affetto discreto. Quasi da subito le verrà assegnato un compito molto importante. Lei cercherà di eseguirlo nel modo migliore, con attenzione e scrupolo, anche se questo le costerà molta fatica. La sua mente non ha ancora ritrovato l'antica lucidità e spesso ha ancora momenti di forti crisi emotiva. Facendo controlli di routine su degli alimenti nota che qualcosa non torna ed i risultati non sono quelli attesi, per di più Lorenzo ha cominciato ad avere un comportamento strano, qualcosa lo preoccupa, e avverte un'incomprensibile ostilità nei suoi confronti. Seppur ancora provata da tutti questi cambiamenti cercherà di capire cosa non va. Con questo romanzo posso dire di essere tornato a leggere la Carletti che mi aveva fatto innamorare dei suoi libri. Non che gli ultimi non fossero bei romanzi, anzi. Sia 72 ore che La sorella cattiva sono storie intriganti e ben raccontate. Ma la tensione è la suspense che avevo avvertito in Sotto le apparenze (ed ancor prima in La verità nascosta) si era un po’ persa. Quella degli ultimi romanzi mi sembrava una scrittura troppo leziosa e "pulita" per un thriller. Si d'accordo il genere è un po’ diverso, quello era un giallo con tutti i vari ingredienti tipici del genere, invece questo è un thriller psicologico, tocca tasti emotivi diversi, ma qui ci sono di nuovo la capacità di sorprendere, di creare tensione, trepidazione nel lettore. Con una scrittura meno ricercata, più di "pancia". Questo lavoro merita grandi complimenti e considerazione. Un thriller psicologico nel vero senso della parola, dove la mente è le emozioni sono fortemente sollecitate. Inquietante e destabilizzante in alcuni momenti mi ha lasciato senza fiato. Alla povera Laura ne capitano di ogni. Cercheranno di farla credere ancora malata ed ogni tentativo di dimostrare il contrario sembrerà vano, anche grazie ai suoi comportamenti non sempre ortodossi. Il finale poi è una cascata di adrenalina, una vera resa dei conti con la persona che in questo periodo la più osteggiata. Complimenti.
valutazione: più che buono 📘📘📘📘 🔖
LA STAGIONE PIU' CRUDELE C. Deiana
Che io ricordi, mai come in questo inizio anno sono stati scritti tanti libri con protagonisti ragazzi adolescenti. Racconti con giovanissimi più o meno soli, più o meno problematici. Storie a volte più drammatiche a volte più divertenti. In questo filone si inserisce anche il romanzo scritto da Chiara Deiana. Il titolo è: La stagione più crudele ed è edito dalla Mondadori. La protagonista è Asia, una ragazzina di 12 anni che una volta terminata la scuola si precipita nella casa dei nonni paterni, in campagna, dove passa gran parte dell'estate. Dopo un inverno passato sui libri, fatto di obblighi e interrogazioni, freddo e noia, non vede l'ora di andare dai nonni (genitori di suo papà) anche perché lì sa che troverà la sua amica Matilde, l'unica con cui ama stare, compagna fedele di infinite avventure, di giochi ed esperienze indimenticabili. Ma quell'estate Matilde è in ritardo, quindi lei è obbligata ad iniziare la vacanza da sola. Incomincia così, in solitudine, le sue consuete scorribande in sella alla sua amatissima bicicletta per le vie del paese, passando davanti al circolo, al negozio di Andrea, ed agli sguardi curiosi delle vecchie del paese. Riprende possesso dei vecchi luoghi di ritrovo delle due ragazzine. Luoghi magici, come il loro rifugio segreto, o il bosco. Posti che hanno segnato la loro fanciullezza. In quei giorni di scoperte solitarie ne fa una che la sconvolge che ne condizionerà il comportamento per l'intera estate. Quando finalmente arriva Matilde la mette al corrente di ciò che ha trovato ed insieme studiano come risolvere il problema. Il libro racconta di questo mistero e di come le due bambine vivranno quel segreto e di come lo affronteranno in maniera differente. Trascorreranno l'estate tra liti e riappacificazioni ed altre scoperte straordinarie. Asia conoscerà suo malgrado il comportamento offensivo di chi è più adulto di lei, anche se non ancora un uomo. Capirà l'importanza degli amici e di chi merita di definirsi tale. Un'età difficile la sua, un periodo nel quale il corpo si trasforma, matura e da invisibile prorompe e diventa desiderabile e dove la propria psiche ha uno sviluppo tumultuoso, che ci porta a cambiare radicalmente gusti e abitudini. Il libro scritto da Deiana condensa nel racconto di un'estate tanti di questi aspetti, propri dell'adolescenza. L'amicizia, l'infatuazione, la paura, la spensieratezza, l'irrequietezza. Deiana ne dà uno spaccato, attraverso uno spazio temporale breve, ma sufficiente per far capire appieno i sentimenti tipici di questa età. Un finale coerente col resto del romanzo dove, come nella vita di ognuno di noi, ed a maggior ragione per i giovanissimi, poche cose vanno come vorremmo che andassero. Ma ci sarà tempo, forse già la prossima estate, per pareggiare i conti. Complimenti all'autrice per questo bel romanzo, tenero e delicato e nello stesso tempo spietato e doloroso.
valutazione: buono 📘📘📘📘
FANGO D. Collaveri
Fango è il titolo del nuovo romanzo thriller di Diego Collaveri. Pubblicato da La Corte edizioni nel mese di aprile. Collaveri, per questo racconto, abbandona (momentaneamente?) il commissario Botteghi e crea un nuovo personaggio. Il suo nome è Giacomo Donati, un uomo che, a causa di vicissitudini personali (divorzio) e un carattere difficile, è finito per vivere ai margini della società, facendo un lavoro non sempre pulitissimo (è una sorta di investigatore, specializzato nello scoprire coppie clandestine e nel ricattare guardoni di coppiette scoperti a spiarle) e frequentando persone quanto meno pericolose, spesso invischiate in traffici poco leciti. Collaveri ci regala un personaggio molto diverso da Botteghi. Un uomo però che malgrado la sua natura borderline crea empatia nel lettore. Un nuovo protagonista, con una morale molto “personale” ma che prevede la ricerca della verità per dare dignità anche agli ultimi, spesso sacrificabili per far proseguire traffici criminali dietro facciate rispettabili. Una persona in apparenza contraddittoria nelle sue scelte, una di queste ad esempio è quella di avere una relazione con una poliziotta malgrado il suo passato non limpidissimo, ma che non lo sono se proviamo ad avvicinarci alla sua filosofia di vita. In questa storia Donati, che vive a Livorno, vuole vederci chiaro sulla morte di una ragazza, Jamila, che la sera prima era venuta a cercarlo perché voleva sottoporle il caso di suo fratello, secondo lei ingiustamente accusato dell’assassinio di una ragazza, Elisa Desideri. Donati non aveva neppure voluto ascoltarla, in quanto la giovane uccisa era una ragazza che conosceva fin da quando era piccola e lui era ancora sposato. Quella notte, la notte del mancato incontro, però, su Livorno si abbatte un nubifragio che causa danni ingenti e molte morti fra le quali proprio Jamila, per la quale adesso si sente responsabile. Forse se l’avesse fatta entrare in casa, ed ascoltata, ora sarebbe viva. Forse suo fratello era veramente innocente, ed era uno di quegli elementi “sacrificabili”. E se l’alluvione non fosse la causa della sua morte? Donati non immagina quali piedi andrà a schiacciare con le sue “indagini” e quali pericolose situazioni e persone dovrà fronteggiare. Il fango del titolo è, innanzitutto, ciò che rimane dopo che le acque, che hanno invaso le strade e le case, a causa di un’alluvione, si ritirano, ma è anche tutto quel che di illecito si agita nel ventre di una città. L’opacità che ricopre funzionari pubblici e semplici cittadini che hanno deciso di prendere scorciatoie (attività illegali) per vivere agiatamente anche affossando definitivamente, e senza farsene scrupolo, chi vive già di espedienti. Collaveri costruisce con mano sicura una vicenda molto coinvolgente, con una trama ricca di suspense e di sorprese. Protagonisti ben tratteggiati, che si fanno ricordare. Con coraggio lascia un personaggio che gli ha portato molta fortuna e ne crea uno nuovo, sfaccettato, contradditorio e non propriamente in bolla. Uno che spero abbia ancora occasione di essere protagonista in un prossimo libro dell’autore al quale faccio grandi complimenti.
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
E QUALCOSA RIMANE D. Sesti
E qualcosa rimane è il secondo romanzo scritto da Daniele Sesti con protagonista il Commissario Gravalloni. Il libro è edito da Ventura edizioni ed è stato da poco pubblicato. La vicenda narrata dall’autore vede protagonisti buona parte dei personaggi già presenti nel suo precedente romanzo (I ragazzi del coro). Siamo a Roma, nei giorni che precedono il natale. Il commissario Gravalloni, trasferito da poco nella città eterna, deve risolvere un mistero nato dopo il ritrovamento di un corpo senza vita, nei pressi di un cassonetto per l’immondizia. Si tratta di un uomo già abbastanza in là con gli anni. E’ chiaramente un omicidio, ma quali sono le circostanze nel quale questo crimine è avvenuto? Ancora non lo sa, ma questo omicidio si lega a fatti accaduti molti anni prima, e coinvolgono anche una importante casa discografica. Gravalloni conduce le indagini, ed a coadiuvarlo nelle ricerche c’è il fido agente Mancuso e la capa commissaria dott.sa Schiavon. Ad aiutarlo saranno anche i ragazzi di un coro, il Vox populi, conosciuti in una sua vecchia indagine. Sesti, come nel suo precedente lavoro, costruisce una storia piuttosto originale, con personaggi non comuni ed ambientato ancora una volta nel mondo della musica e della filosofia. Non è un libro giallo fine a sé stesso, con un delitto e le susseguenti indagini, perlomeno non solo. Nei libri dell’autore ci sono riferimenti alla musica classica e moderna, richiami a citazioni di filosofi e pensatori. Una lettura forse non scorrevolissima ma certamente non banale e comunque sempre appassionante e coinvolgente. Molto ricca di spunti e di richiami storici. I personaggi poi sono tratteggiati con molta cura, su tutti il commissario, diventato ormai un’icona ed un elemento imprescindibile per i romanzi di Daniele Sesti. Un racconto particolare, a cui l’autore ha dedicato molta attenzione, si capisce bene dal suo modo di scrivere e dalle nozioni che vi inserisce. Uno stile ed una ambientazione che sono diventati caratteristiche peculiari di Sesti, che lo identificano in maniera precisa. Un romanzo che invito a leggere, perché fa trascorrere qualche ora piacevolmente accompagnati da una trama ben articolata e sviluppata, da personaggi interessanti e dialoghi spesso simpaticamente ironici.
valutazione: buono 📘📘📘📘
LA CHIAVE DI NICHE F. Broso
La chiave di Niche è un romanzo scritto da Francesca Broso e pubblicato dalla casa editrice Blitos ad aprile di quest'anno. Per la Broso, già autrice di una raccolta di poesie e non solo, questo è il primo romanzo. Il libro, che inizia come una commedia (brillante), si trasforma col passare delle pagine in un racconto sempre più drammatico e di suspense. Il romanzo affronta infatti un tema molto attuale (a dire il vero questo è un tema che purtroppo è attuale da tanto, troppo tempo). Una piaga della nostra società. Un crimine perpetrato per la maggior parte (la stragrande maggioranza) dagli uomini nei confronti delle donne. Sto parlando del reato di stalking. La protagonista è Niche, una giovane donna che insegna in un liceo. Dopo un lungo periodo di difficoltà, successivo alla morte della amatissima nonna, la quale le ha lasciato in eredita una scatola che non è ancora riuscita ad aprire, ultimamente sta ritrovando il proprio equilibrio. Niche è una professoressa che adora insegnare, vive da sola ed ha due amiche carissime, Matilde e Greta. L'altro grande protagonista del romanzo è Giacomo. Collega di Niche al liceo, della quale è fortemente invaghito. Niche è una ragazza solare, allegra ed indipendente, non ha legami sentimentali e neppure lì cerca. Giacomo inizialmente le fa una corte pressante ma discreta. La invita spesso a pranzo e passano molto tempo assieme quando sono a scuola. La corteggia un po' maldestramente ma in modo tranquillo. Lei non lo incoraggia ma neppure rifiuta la sua compagnia, d’altronde si è sempre dimostrato simpatico e brillante ed è anche un bel uomo. Tutto cambia quando nella vita di Niche entra Leonardo, affascinante gestore di un caffè letterario. Giacomo sente sfuggire di mano la "preda", diventa geloso ed opprimente. E non solo. La sua è un’escalation senza più controllo. Da qui in poi il racconto riserverà molte sorprese e altrettanti momenti di suspence, con un crescendo di situazioni pericolose e angoscianti vissute dalla protagonista. Il romanzo è costruito molto bene dall'autrice. Pur mantenendo una certa leggerezza, dovuta anche alla scrittura brillante della Broso, che racconta le giornate ed i pensieri, spesso divertenti, dei vari personaggi, il libro affronta un problema molto serio e pericoloso, che molto spesso a portato a vivere situazioni molto drammatiche per chi ne è rimasta vittima. Un racconto che apre nel lettore riflessioni importanti. Un finale al cardio palma che farà vivere momenti d'angoscia a Niche ed ai lettori. Un romanzo che si fa leggere con piacere. Non banale, che tratta un argomento serio, che può diventare tragico, come lo stalking. Ma lo fa con la giusta leggerezza e positività. Buonissimo esordio. Complimenti.
valutazione: buono 📘📘📘📘
LACRYMA D. Lupia
Sono stato sollecitato a leggere questo romanzo da una scrittrice (Elisa Mantovani) che io apprezzo molto. Non mi sono fatto pregare ed ho subito dato seguito al suo suggerimento. Domenica Lupia è l’autrice di questo romanzo intitolato Lacryma con la “Y”, che lo rende già di per sé particolare, curioso, attira l’attenzione. Però, molte volte, questi richiami nel titolo o nella copertina (molto particolare anch’essa) sono solo uno specchietto per le allodole. Spesso poi il contenuto è deludente e gli unici che meritano i complimenti sono il grafico e l’ideatore del titolo. Questo caso è diverso, molto diverso. Si perché ad un titolo accattivante si accompagna anche un racconto di tutto rispetto, che colpisce, che sbalordisce. Il protagonista è Michele (la voce narrante) ma in realtà i personaggi principali sono tre. Michele, Vik e Bea. Questa storia allucinante inizia per colpa di 9 centesimi, quelli che mancano a Michele per comprarsi una birra al supermercato. Lui senza birra non ci può stare, è il suo modo per concludere la sua giornata di studio. Michele è infatti uno studente universitario di filosofia di 25 anni. Nove centesimi, non può rinunciare al suo rituale per nove centesimi, sta per entrare nel panico quando giunge salvifica la voce di Vik, che allunga la mano e glieli deposita di fronte. La felicità risiede spesso nelle piccole cose, nei gesti gentili, pensa Michele. Felice saluta il suo salvatore e si avvia all’uscita. Si ma, riflette, non posso andarmene così, devo ringraziarlo, magari offrirgli una sigaretta. Da questa stretta di mano nasce un romanzo sconvolgente, che trasformerà per sempre la loro vita. Una storia costruita in maniera impeccabile dall’autrice, che passa da una situazione assolutamente normale per terminare il racconto con i nostri personaggi precipitati tra le fiamme dell’inferno. Una vicenda folle, ma talmente assurda che potrebbe benissimo essere reale. Una storia che pone una serie infinita di interrogativi, che regala tanti spunti di riflessione. L’amore può essere così totalizzante da rendere ciechi e portarti all’autodistruzione, senza riuscire a reagire? L’amore ti può plagiare? Domande che nascono leggendo questo racconto che non lascia respirare, denso di colpi di scena, di situazioni al limite, ed anche oltre. Un romanzo nel quale il lettore è catturato dalle pagine, che divora una dopo l’altra per capire, per sapere. Quando si pensa di essere giunti al punto più buio dell’incubo ecco che leggiamo qualcosa che ci fa vedere ancora più nero. Un libro che non regala speranza, che non concede redenzione. E’ un libro che racconta come un’esistenza banale, anonima, noiosa possa trasformarsi in una vita degradata, corrotta, deviata. Un libro che ho letto con molto piacere, complimenti all’autrice e grazie ad Elisa per il suggerimento. Particolare non di poco conto è stato pubblicato in proprio, e questo per me rappresenta sempre un punto a favore, a prescindere dal libro. Il self publishing è una scommessa su sé stessi, dove ci si assume interamente, e coraggiosamente, il rischio dell’insuccesso ma che può essere anche molto gratificante. Il grande vantaggio di pubblicare self risiede nell’essere padroni di se stessi, di poter scrivere senza nessuno che ti obblighi a modificare il testo, il titolo, il giorno dell’uscita del romanzo o altro ancora. Aspetto negativo la necessità di gestire tutte le incombenze post scrittura: correzione, grafica, distribuzione e promozione. La cosa fondamentale però, per me, è quella di affidarsi ad un valido editor, che sappia, eventualmente, correggere le imperfezioni. E qui l’editor (Giada Obelisco) è assolutamente di prim’ordine. In definitiva ottimo Lavoro Domenica Lupia, complimenti.
Valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
EDDIE DEVE MORIRE A. Biggio
Eddie deve morire è il titolo del romanzo scritto da Antonio Biggio per la Blitos edizioni, pubblicato del mese di giugno. E’ un romanzo piuttosto originale con cui l’autore ha voluto omaggiare un gruppo heavy metal molto noto, che ha avuto le sue migliori fortune negli anni ’80 e ’90 e che è ancora, da più di 40 anni, protagonista della scena musicale mondiale, gli Iron Maiden. Un romanzo non banale, con una storia molto ben articolata e nella quale nulla è lasciato al caso. Una vicenda complessa, condotta su più piani temporali con continui rimandi al passato rispetto all’azione che si sta svolgendo nel presente. Un racconto che vede anche protagonisti i componenti degli Iron Maiden ma non solo. Anzi loro sono i comprimari, il protagonista principale è Andrew Briggs sergente ispettore della polizia di Londra. Andrew è un poliziotto ma la sua vera aspirazione sarebbe quella di cantare in una band famosa. Anzi una band l’aveva anche fondata, insieme al suo amico Mike, gli Shining Blades, ma l’avventura non ebbe un lungo seguito. Non riuscirono a sfondare nel mondo musicale così l’amico si arruolò in polizia e poco dopo riuscì a trascinare anche Andrew. Gli rimane l’amore per l’heavy metal e la smisurata passione per gli Iron Maiden dei quali conosce ogni segreto e per i quali non ha perso un solo concerto. Ma i personaggi che si muovono all’interno della vicenda sono moltissimi, e tutti hanno un ruolo importante nello sviluppo del romanzo. Un libro corposo, ma che scorre con rapidità perché produce grande interesse nel lettore, coinvolge e fa vivere emozioni per tutta la lunghezza del libro, e nel finale regala una scarica di adrenalina ulteriore. Come dicevo un romanzo che tratta diversi argomenti. Il principale, quello che vede anche coinvolti gli Iron Maiden, è quello che riguarda il fanatismo religioso. All’inizio del loro percorso musicale gli Iron Maiden scrissero delle canzoni che vennero riunite nell’album The number of the beast, alcuni interpretarono le parole di quelle canzoni come una esaltazione del demonio. Partendo da questo fatto Biggio costruisce una storia coinvolgente nella quale questo argomento rappresenta il filo conduttore di tutto il romanzo, ma non è il solo tema trattato. Ce ne sono tanti altri che si intersecano con grande capacità a quello principale. Un romanzo che deve essere letto perché solo cercarne di raccontare la trama non è sufficiente, ed anzi non rende affatto giustizia alla complessità del libro. Per Biggio questo è il suo primo romanzo. Lo ha scritto omaggiando una band leader dell’heavy metal, che lui ama molto. Ma Biggio è soprattutto un grande appassionato di teatro nel cui ambiente ha trascorso più di 30 anni di vita. Ora questa nuova esperienza anche come scrittore che spero non si esaurisca con questa opera. Spero infatti di poterne presto riapprezzare la prosa e la fantasia in un prossimo romanzo. Per il momento complimenti per questo.
valutazione: buono 📘📘📘📘
IL MISTERO DI CHINATOWN M. Mazzanti
Il mistero di Chinatown è l'ultimo romanzo thriller scritto da Mario Mazzanti. Va subito chiarito, almeno per quella che è la mia esperienza con i precedenti libri di questo autore, che questo è un thriller che si discosta abbastanza dal suo solito modo di scrivere (e dal suo solito campo d’azione) e soprattutto presenta due nuovi protagonisti. L’inossidabile coppia formata dal dottor Claps e dal commissario Sensi, infatti, viene sostituita (momentaneamente? Non si sa) da Tommy Davis anatomopatolopo e Gualtiero Abisso giornalista. Non si tratta di un thriller tradizionale ma di un giallo, che volendo creare una nuova categoria, potremmo definire sociale. Un romanzo in cui Mazzanti attraverso una trama gialla complessa ed articolata parla di immigrazione clandestina, del traffico di esseri umani, usati come pezzi di ricambio e di lavoro nero. Davis si ritrova a far l'autopsia ad un giovane cinese deceduto per cause misteriose sul volo che da Pechino lo riportava a Milano. Si accorge così che l'uomo ha subito un espianto parziale di fegato, operazione eseguita malissimo che ne ha causato la morte. Appreso che anche la polizia si sta interessando al caso, e non capendone il motivo, decide di provare a vederci più chiaro e coinvolge il suo amico Abisso. Abisso è un giornalista, alla perenne ricerca della notizia che gli faccia scrivere l'articolo del secolo, il quale gli ricorda di aver portato avanti, tempo prima, un’inchiesta sul traffico d'organi e che la vicenda attuale ha molte analogie con quella da lui seguita. Indagando i due scoprono che ci sono altre morti anomale e che è in atto un possibile traffico d'organi in larga scala insieme ad altri aberranti crimini. Come dicevo questo thriller è un po’ diverso dai soliti scritti da Mazzanti. Nei precedenti il nemico era un serial killer, più o meno conosciuto o riconoscibile, qui il nemico si confonde nella società stessa. Piu precisamente nella comunità cinese presente in Italia. Un popolo che è come un’enclave. Chiuso, del quale si sa poco e che da poca confidenza a chi lo ospita. Ma non solo la comunità cinese è coinvolta nei crimini messi in atto da questa organizzazione internazionale, ma anche quella albanese e la nostra ndrangheta. Un giallo che racconta della miseria in cui versano gli immigrati clandestini, legati economicamente ai mercanti di uomini che li hanno fatti espatriare. Sono disposti a tutto pur di saldare il loro debito e sentirsi finalmente liberi. Disperati che lavorano in nero per 12/14 ore al giorno, per un compenso ridicolo dal quale va ancora tolta la parte spettante ai loro aguzzini. Un thriller forse con meno pathos degli altri ma con una storia ben studiata e sviluppata con due grandi protagonisti che sono certo il pubblico apprezzerà. Una vicenda che ci ricorda crimini più presenti che mai nel nostro mondo. Uomini senza scrupoli che si dedicano ad ogni genere di bassezza. Spaccio, prostituzione, immigrazione, riciclaggio ecc. Un romanzo scritto con la solita maestria da Mazzanti, forse inizialmente con un ritmo poco sostenuto, e dove i colpi di scena latitano un po’, ma con le ultime 50 pagine che sono veramente pirotecniche. Vengono rivelate verità impensabili abilmente celate fino a lì dall'autore ed il ritmo si velocizza notevolmente. In definitiva un romanzo che va letto. Una storia sentita, profonda e curata, che merita attenzione.
valutazione: buono 📘📘📘📘
KAERU M. Lorenzi
Oggi vi parlo di un romanzo piuttosto singolare, uscito quasi un anno fa e scritto da Matteo Lorenzi. Il libro si intitola Kaeru, che significa letteralmente rana, ma anche cambiamento, ritorno a casa, ritorno alle origini e, per dirla con le stesse parole dell'autore, racconta la storia di un incredibile esperimento sociale realizzato su una inconsapevole cavia umana...una sorta di 1984 di Orwell rivisitato in chiave moderna e con sfumature totalmente inattese. Per quanto io sia attento alle uscite dei libri, soprattutto quelli che raccontano storie particolari, al tempo della sua pubblicazione (7/2021) questa opera mi era sfuggita o forse non le avevo dato il giusto credito. Per fortuna ora mi è stato segnalato e consigliato da chi lo conosce bene e questa volta non me lo son lasciato sfuggire. Un romanzo che all'epoca in cui uscì creò molto interesse e ricevette molte segnalazioni e recensioni. Non scriverò quindi un'altra recensione classica del libro (ne potrete reperire diverse) ma solo le mie considerazioni, che non sono comunque poche. Per parlare rapidamente della trama possiamo dire che i protagonisti della vicenda sono tre: Marcello Spatonzi un uomo banale senza guizzi senza grosse qualità poco socievole e molto poco interessante; Denny Di Venuto una persona baciata dalla fortuna che vive di eccessi e molto in vista nella sua comunità; il sig. Oshima un personaggio ambizioso e geniale anche troppo...Spatonzi vive o meglio passa le sue noiose giornate a Carindola Terme con l'unico obbiettivo, dopo essersi alzato la mattina, di far arrivare presto la sera. Ad un tratto tutto cambia nella sua inutile esistenza; cosi entra in scena Denny, brillante, ricco, affascinante e spaccone. Artefice di questo cambiamento sarà Oshima che dal sol levante telecomanda le loro esistenze. Di più non si può, e non si deve, dire perché il racconto è una continua sorpresa e per sorprendersi meno si sa meglio è. Vi assicuro però che il racconto è un susseguirsi di colpi di scena e di momenti divertenti. Si possono invece raccontare le sensazioni che questo libro suscita. Innanzitutto è scritto bene. Intendo correttamente, in un italiano corretto, con termini appropriati ed una sintassi regolare. Sembra superfluo dirlo. Quasi ovvio, quando un manoscritto va in stampa. Ma spesso non è così. Questo romanzo da questo punto di vista è impeccabile. È molto curato e la lettura ne giova, scorre fluida e piacevole. Poi ovviamente deve essere detto ciò che il libro lascia in eredità al lettore, ed a me nello specifico. Da questo punto di vista il racconto è una vera miniera. Sensazioni ne trasmette ad ogni pagina letta, considerazioni ne fa fare per ogni fatto che accade. Quanto dellla nostra vita viene determinata da noi stessi? Spesso ci succedono delle cose che sembrano ordite da un regista folle. E se fosse veramente così? Abbiamo in mano il nostro destino o ci dobbiamo accontentare, quando siamo posti di fronte ad un bivio, di decidere se intraprendere una strada piuttosto che un’altra? Le famose porte scorrevoli. Sono tanti i dubbi che sorgono leggendo questa storia. In definitiva un romanzo ben fatto, ben orchestrato, divertente e per nulla banale che attraverso un racconto che può apparire leggero fa sorgere interrogativi nel lettore anche riguardo la moralità di certe azioni. Fin dove ci si può spingere per avere fama, soldi e visibilità? E’ sempre tutto lecito o oltre una certa soglia non ci si può spingere? Lorenzi è anche un musicista, detto meglio è un artista, che scrive e canta. Onestamente non so come canta, anche se lo fa da 25 anni, ma come scrive adesso lo so è non posso che fargli i complimenti. Una storia originale, una scrittura fluida, una vicenda anche divertente che fa riflettere. L'argomento proposto dal libro è stato trattato nelle maniere più disparate ma attraverso questo romanzo è proposto in una veste che coinvolge e diverte. Un romanzo assolutamente consigliato.
valutazione: buono 📘📘📘📘
LA NINNANANNA DEGLI ALBERI A. Bassoli
Ho appena terminato di leggere il romanzo giallo La ninna nanna degli alberi, scritto da Alice Bassoli. Non nascondo che aspettavo con impazienza e curiosità questo libro. Della stessa autrice avevo letto i due precedenti romanzi gialli (Elefanti a colazione e Il bosco obliquo) anche se una catalogazione precisa di queste due storie non è facile da fare, e limitarsi a definirli gialli non è del tutto corretto. Li avevo apprezzati tantissimo, soprattutto il primo, per cui su questa nuova opera avevo grandi aspettative. Anticipo subito che non sono andate per nulla deluse, anzi, secondo me questo romanzo rappresenta un ulteriore miglioramento rispetto alla sua scrittura, alla sua capacità di raccontare e creare suspense. Ma andando con ordine è giusto fare un breve accenno alla trama. Il racconto è sostanzialmente la ricerca della verità di una donna (Isabella) rispetto alle circostanze che portarono alla sparizione, vent'anni prima, della sorella gemella (Valeria). Una notte non tornò a casa a dormire e da allora di lei non si seppe più nulla. Scomparve durante le vacanze estive trascorse in campagna a casa della zia (Adele). Nessuno seppe darsi una spiegazione. Fu cercata a lungo ma senza nessun risultato. Poi il caso venne archiviato. L'occasione per tornare a pensare a quel tristissimo evento viene dato a Isabella, suo malgrado, quando è costretta a tornare a cadelbove, a casa della zia, per sbrigare le pratiche testamentarie in seguito al suo decesso. Lo vuole fare al più presto, per sbarazzarsi definitivamente di quella casa e porre un punto definitivo a quel passato tanto doloroso. Al paese ritrova i vecchi amici, con i quali trascorrevano le estati lei e la sorella che, se anche premurosi nei suoi confronti, le fanno tornare alla mente quei giorni da incubo. Grazie ad alcune circostanze avrà modo di tornare a riflettere e ad investigare su quella inspiegabile sparizione per arrivare, finalmente, alla verità su cosa accadde quella tremenda estate, rendendo così giustizia alla figura di Valeria. La capacità principale della penna della Bassoli è quella di creare tensione ed aspettative. Ti tiene incollato alle pagine per sapere, per conoscere ciò che deve succedere. Tratteggia in più personaggi che ti entrano dentro, per i quali si prova immediatamente simpatia per alcuni ed inquietudine per altri. Isabella è una donna affranta a cui quei giorni hanno lasciato pesanti strascichi che lei, disperata, affoga nell'alcol. I suoi amici all'apparenza solidali e limpidi nascondo anch'essi segreti e bugie. L'unica a starle accanto con affetto sincero è la figlia adolescente Emma, la quale avrà un ruolo importante nella vicenda. I personaggi non finiscono qui, sono tante le figure malevole che gravitano intorno alla protagonista. Persone violente e senza scrupoli ma vanno scoperti attraverso la lettura. Raccontarli toglierebbe interesse alla lettura stessa che invece è assolutamente raccomandata. Un finale che non rimette insieme tutti i cocci di una storia dolorosa e drammatica. Ma un finale coerente e logico col resto del racconto. Cinico e realistico quanto basta per farmelo apprezzare convintamente. In definitiva un romanzo corposo ma che non annoia mai, pieno di sorprese e di avvenimenti che fanno spesso tenere il fiato sospeso e alta la tensione. Complimenti all'autrice con l'auspicio che prosegua su questa strada, continuando a migliorarsi ulteriormente.
valutazione: più che buono 📘📘📘📘🔖
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